Ancora sull'inno ai filippesi 2

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Valentino
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Valentino »

Ciao Mario,
Mario70 ha scritto: 12/01/2024, 9:21Che Filippesi sia paolina nessuno di noi lo ha mai negato
In effetti a parte Baur ed alcuni esponenti della scuola di Tubinga nel secolo scorso, oggi nessuno sostiene che Filippesi non sia una lettera paolina. La paternità paolina di Filippesi è sostenuta dalla stragrande maggioranza degli studiosi.
Mario70 ha scritto: 12/01/2024, 9:21l'inno in questione
Per quanto riguarda il genere letterario del testo gli studiosi tendono a non definirlo più come un inno ma, piuttosto, come un encomio.
Si ritiene che il testo sia scritto in una prosa elevata ma non è scandito metricamente.
Mario70 ha scritto: 12/01/2024, 9:21è addirittura pre paolino
Anche questa nozione non è più molto diffusa in letteratura ormai.
Molti ritengono che le argomentazioni avanzate contro la paternità paolina dell'encomio di Filippesi 2:6-11 siano sempre state molto deboli.
Infatti:
[La] convinzione di un'origine pre-Paolina dell'inno ha dominato gli studi su Filippesi per quasi cento anni, nonostante le ragioni di questa conclusione siano state ripetutamente riconosciute come fragili" (FONTE: G. P. Fewster, The Philippians ‘Christ Hymn’: Trends in Critical Scholarship, in Currents in Biblical Research, Vol. 13(2), 2015, pag. 194, tradotto dall'inglese).
Inoltre: «Anche le obiezioni linguistiche alla paternità paolina sono sempre meno sostenibili. Il vocabolario poco caratteristico spesso citato a favore di una composizione prepaolina si scontra con il fatto che termini rari ricorrono occasionalmente in altri testi che sono indiscutibilmente paolini» (FONTE: J. H. Hellerman, Reconstructing Honor in Roman Philippi - Carmen Christi as Cursus Pudorum, Cambridge University Press, Cambridge, 2005, pag. 155, tradotto dall'inglese).
Mario70 ha scritto: 12/01/2024, 9:21detto questo mi sembra evidente che a prescindere se la prima parte parli di un essere pre esistente o meno, a seconda della traduzione di quel morfe theou iniziale "immagine di Dio esistente"
In effetti non si può sostenere che morphè theou alluda ad una presunta natura divina di Gesù. L'espressione in sé stessa non rimanda a questa nozione ma, appunto significa "a somiglianza di Dio" o "ad immagine di Dio".
Mario70 ha scritto: 12/01/2024, 9:21come Adamo
In effetti Paolo ci parla di Gesù come dell' "ultimo Adamo" anche altrove nel suo epistolario autentico.
Dunn, ma non solo, ha argomentato ampiamente a questo riguardo.
Mario70 ha scritto: 12/01/2024, 9:21o "forma di Dio esistente" come un essere angelico
Posizione che ha qualche sostenitore come il già menzionato Holloway che però non avevo ancora citato direttamente!
Cito dal commentario di Holloway:

«Paolo concepiva quella che viene comunemente definita l'incarnazione di Cristo come una sorta di metamorfosi. Secondo Fil 2:6-11 Cristo era un angelo potente che in origine esisteva “nella forma [μορφῇ] di Dio”. Per amore degli uomini e in obbedienza alla volontà divina ha assunto “la forma [μορφήν] di schiavo”, trasformandosi in “somiglianza” (ὁμοίωμα) e “aspetto” (σχῆμα) umani».

FONTE: Paul A. Holloway, Philippians: A Commentary, Fortress Press, Minneapolis, 2017, pagg. 49-50, tradotto dall'inglese.

https://www.fortresspress.com//store/pr ... hilippians
Mario70 ha scritto: 12/01/2024, 9:21la seconda parte è decisamente una iperesaltazione di Gesù da parte del padre che gli concede questo nome a sua gloria, siamo di fronte a una "divinizzazione" se così la vogliamo chiamare, di un essere creato
A questo riguardo Holloway scrive:

«Dopo la sua morte in croce, Dio lo ha riportato alla sua forma angelica originaria, ma ora come angelo regnante ancora più glorioso che porta il Nome divino e condivide il trono divino: “Perciò Dio lo esaltò maggiormente [ὑπερύψωσεν] e gli diede il Nome che è al di sopra di ogni altro nome [τὸ ὄνομα τὸ ὑπὲρ πᾶν ὄνομα], affinché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi…alla gloria di Dio Padre”».

FONTE: Paul A. Holloway, Philippians: A Commentary, Fortress Press, Minneapolis, 2017, pagg. 49-50, tradotto dall'inglese.

https://www.fortresspress.com//store/pr ... hilippians
Mario70 ha scritto: 12/01/2024, 9:21e non a una identificazione di natura tra i due soggetti come avverrà in Giovanni.
Sempre ammesso e non concesso che quello che scrivi sia effettivamente quello che intese comunicare il redattore finale del vangelo di Giovanni.
illustri autori quali E.P. Sanders, Geza Vermes, Dale Allison, Paula Fredriksen e tanti altri [...] su un punto concordano tutti:
Gesù non trascorse il suo ministero a proclamarsi divino.
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GioGian
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da GioGian »

Mario70 ha scritto: 12/01/2024, 16:46
Vieri ha scritto: 12/01/2024, 16:06 Mario:
Che Filippesi sia paolina nessuno di noi lo ha mai negato, l'inno in questione è addirittura pre paolino, detto questo mi sembra evidente che a prescindere se la prima parte parli di un essere pre esistente o meno, a seconda della traduzione di quel morfe theou iniziale "immagine di Dio esistente" come Adamo o "forma di Dio esistente" come un essere angelico, la seconda parte è decisamente una iperesaltazione di Gesù da parte del padre che gli concede questo nome a sua gloria, siamo di fronte a una "divinizzazione" se così la vogliamo chiamare, di un essere creato e non a una identificazione di natura tra i due soggetti come avverrà in Giovanni.
Ritengo alla fine che indipendentemente dalla iniziale considerazione di Gesù, nei primi passi noto che tu ammetta che questa famosa "intronizzazione" non fu una semplice elevazione di un mortale ma un vera e propria divinizzazione o meglio non rendere divino un mortale come un dio greco ma di confermare la sua origine divina.
Mi sbaglio ?
No Vieri, in Filippesi non c'è eternità, quindi si parla di un essere creato, in cielo o sulla Terra in base alla traduzione iniziale del passo.
Quindi questa esaltazione o iperesaltazione come rende il testo greco, avviene dopo la resurrezione, non avendo considerato di essere come Dio (padre) come invece fece Adamo, ma anzi rendendo se stesso come uno schiavo e morendo in croce, Dio lo esalta al di sopra di ogni creatura e gli dà il nome più alto di tutti loro e nel suo nome tutti vivi o morti, devono rendere culto (ogni ginocchio si deve piegare), sempre a gloria di Dio Padre, quindi si, parliamo di esaltazione di una creatura.
In seguito invece con Giovanni le cose cambiano: egli non è più un essere creato esaltato in cielo, ma preesistente alla creazione (nel principio già era), quindi eterno e artefice di essa (tutto viene ad esistere per mezzo di lui, nulla escluso), era Dio come lo è il padre (la parola era Dio) ma distinto dal padre (era Theos e non ho Theos, ed era presso Dio, ho Theos) da lui generato (l'unigenito Dio che è nel seno del padre).
Insomma a fine primo secolo, inizio secondo le cose erano decisamente cambiate.
ma a smentire quanto tu dici sta il fatto pacifico che gli oppositori del Cristianesimo in seno all'antichità (e perciò la filosofia Neoplatonica e Stoica che il greco lo masticava come prima lingua) non contestarono il significato comune di Filippesi 2. Per loro era pacifico cosa intendesse Paolo. Cioè che intendesse ciò che tutti abbiamo inteso: era Dio prima, si spogliò con umiltà, fu esaltato dopo. Nessuno degli oppositori di lingua greca del Cristianesimo ha utilizzato il tuo argomento.
Tutta la polemica in merito è inutile se i parlanti in greco di allora, che avevano motivi e risorse per cercare di evitare che il loro mondo scomparisse, non intesero qualcosa di diverso.
E qui, per te e Victor: il problema non sta nel pesce, perché nessuno dubita che voi non crediate nell'oggettività del pesce, ma nel fatto che volete dimostrare, oggi, ciò che nemmeno gli antichi loro oppositori pretendevano di dimostrare. E cioè che nemmeno quelli del NT, cioè gli scrittori dei testi dei loro avversari, credessero nel pesce. Argomento mai e poi mai da loro usato (e non erano affatto dei fessi). Il motivo è che ciò sarebbe equivalente alla pretesa di dimostrare, in due o tre di noi, che non è vero che Mario ama i pesci.
Perciò: se Mario (quando è Paolo) dice: "A me piacciono i miei pesci", e invece Mario (quando è Giovanni) dice: "Io amo i miei pesci", allora ne nascerebbe un problema relativo all'oggettività dell'esistenza dei pesci di Mario per Mario stesso (e non per noi, Victor, questo non c'entra).
In realtà voi intendete affermare che la critica testuale, non si sa perché, in base alla semplice attenta lettura interna (perché i manoscritti non presentano oscillazioni su nessuno di questi testi fondamentali) avrebbe mai potuto DIMOSTRARE che sia Paolo che Giovanni in realtà credevano che Gesù era morto e sepolto, un non vivente. Solo che Paolo intendeva aggiustare la cosa accontentandosi di prendere in giro i suoi con la semplice esaltazione di lui post mortem. Giovanni, più cattivo, invece voleva ancora meglio prendere in giro i suoi parlando loro di Dio stesso.
Gli antichi non facevano contro i Cristiani questi discorsi perché sarebbe l'equivalente di usare contro il loro precursore Platone l'argomento che egli non credesse al mondo delle idee, perché ad esso non ci crediamo noi, e dire in aggiunta che egli ne parlava e ne scriveva solo per prendere in giro gli accademici suoi alunni.
Nessuna critica testuale ha dimostrato una cosa diversa da ciò che ho ricostruito io più su a proposito del corpus giovanneo. Nessuna critica testuale ha dimostrato perciò che Giovanni non ne abbia la paternità. Parimenti nessuna critica testuale ha dimostrato che non fu Giovanni il responsabile di quanto scritto a proposito del suo "vide e credette". Nessuna critica testuale ha dimostrato perciò che stesse mentendo. Nessuna critica testuale ha dimostrato perciò che lui e Pietro non ne abbiano parlato subito già quella domenica mattina, perché non pare faccenda secondaria. Infine, nessuna critica testuale ha dimostrato e potrà mai dimostare che Giovanni, Pietro, Paolo credessero che Gesù fosse un non vivente, ma invece fingessero di credere altro.
Dai suoi post, io non posso dimostrare che Mario finge di amare i pesci. Figuriamoci se potrò fra millenni. Posso contestare l'amore per i pesci come una sciocchezza affinché non sia imitato da altri, come facevano gli antichi filosofi, ma non usare l'argomento "sicuramente Mario finge di amare i pesci per prendere in giro qualcuno".
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Mario70
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Mario70 »

GioGian ha scritto: 13/01/2024, 2:29
Mario70 ha scritto: 12/01/2024, 16:46
Vieri ha scritto: 12/01/2024, 16:06 Mario:

Ritengo alla fine che indipendentemente dalla iniziale considerazione di Gesù, nei primi passi noto che tu ammetta che questa famosa "intronizzazione" non fu una semplice elevazione di un mortale ma un vera e propria divinizzazione o meglio non rendere divino un mortale come un dio greco ma di confermare la sua origine divina.
Mi sbaglio ?
No Vieri, in Filippesi non c'è eternità, quindi si parla di un essere creato, in cielo o sulla Terra in base alla traduzione iniziale del passo.
Quindi questa esaltazione o iperesaltazione come rende il testo greco, avviene dopo la resurrezione, non avendo considerato di essere come Dio (padre) come invece fece Adamo, ma anzi rendendo se stesso come uno schiavo e morendo in croce, Dio lo esalta al di sopra di ogni creatura e gli dà il nome più alto di tutti loro e nel suo nome tutti vivi o morti, devono rendere culto (ogni ginocchio si deve piegare), sempre a gloria di Dio Padre, quindi si, parliamo di esaltazione di una creatura.
In seguito invece con Giovanni le cose cambiano: egli non è più un essere creato esaltato in cielo, ma preesistente alla creazione (nel principio già era), quindi eterno e artefice di essa (tutto viene ad esistere per mezzo di lui, nulla escluso), era Dio come lo è il padre (la parola era Dio) ma distinto dal padre (era Theos e non ho Theos, ed era presso Dio, ho Theos) da lui generato (l'unigenito Dio che è nel seno del padre).
Insomma a fine primo secolo, inizio secondo le cose erano decisamente cambiate.
ma a smentire quanto tu dici sta il fatto pacifico che gli oppositori del Cristianesimo in seno all'antichità (e perciò la filosofia Neoplatonica e Stoica che il greco lo masticava come prima lingua) non contestarono il significato comune di Filippesi 2. Per loro era pacifico cosa intendesse Paolo. Cioè che intendesse ciò che tutti abbiamo inteso: era Dio prima, si spogliò con umiltà, fu esaltato dopo. Nessuno degli oppositori di lingua greca del Cristianesimo ha utilizzato il tuo argomento.
Tutta la polemica in merito è inutile se i parlanti in greco di allora, che avevano motivi e risorse per cercare di evitare che il loro mondo scomparisse, non intesero qualcosa di diverso.
E qui, per te e Victor: il problema non sta nel pesce, perché nessuno dubita che voi non crediate nell'oggettività del pesce, ma nel fatto che volete dimostrare, oggi, ciò che nemmeno gli antichi loro oppositori pretendevano di dimostrare. E cioè che nemmeno quelli del NT, cioè gli scrittori dei testi dei loro avversari, credessero nel pesce. Argomento mai e poi mai da loro usato (e non erano affatto dei fessi). Il motivo è che ciò sarebbe equivalente alla pretesa di dimostrare, in due o tre di noi, che non è vero che Mario ama i pesci.
Perciò: se Mario (quando è Paolo) dice: "A me piacciono i miei pesci", e invece Mario (quando è Giovanni) dice: "Io amo i miei pesci", allora ne nascerebbe un problema relativo all'oggettività dell'esistenza dei pesci di Mario per Mario stesso (e non per noi, Victor, questo non c'entra).
In realtà voi intendete affermare che la critica testuale, non si sa perché, in base alla semplice attenta lettura interna (perché i manoscritti non presentano oscillazioni su nessuno di questi testi fondamentali) avrebbe mai potuto DIMOSTRARE che sia Paolo che Giovanni in realtà credevano che Gesù era morto e sepolto, un non vivente. Solo che Paolo intendeva aggiustare la cosa accontentandosi di prendere in giro i suoi con la semplice esaltazione di lui post mortem. Giovanni, più cattivo, invece voleva ancora meglio prendere in giro i suoi parlando loro di Dio stesso.
Gli antichi non facevano contro i Cristiani questi discorsi perché sarebbe l'equivalente di usare contro il loro precursore Platone l'argomento che egli non credesse al mondo delle idee, perché ad esso non ci crediamo noi, e dire in aggiunta che egli ne parlava e ne scriveva solo per prendere in giro gli accademici suoi alunni.
Nessuna critica testuale ha dimostrato una cosa diversa da ciò che ho ricostruito io più su a proposito del corpus giovanneo. Nessuna critica testuale ha dimostrato perciò che Giovanni non ne abbia la paternità. Parimenti nessuna critica testuale ha dimostrato che non fu Giovanni il responsabile di quanto scritto a proposito del suo "vide e credette". Nessuna critica testuale ha dimostrato perciò che stesse mentendo. Nessuna critica testuale ha dimostrato perciò che lui e Pietro non ne abbiano parlato subito già quella domenica mattina, perché non pare faccenda secondaria. Infine, nessuna critica testuale ha dimostrato e potrà mai dimostare che Giovanni, Pietro, Paolo credessero che Gesù fosse un non vivente, ma invece fingessero di credere altro.
Dai suoi post, io non posso dimostrare che Mario finge di amare i pesci. Figuriamoci se potrò fra millenni. Posso contestare l'amore per i pesci come una sciocchezza affinché non sia imitato da altri, come facevano gli antichi filosofi, ma non usare l'argomento "sicuramente Mario finge di amare i pesci per prendere in giro qualcuno".
Caro Gian non capisco perché asserisci che io stia dicendo che Paolo o Giovanni non credessero che Gesù fosse risorto,
Dove avrei scritto una cosa del genere?
Io sono convinto che gli Apostoli e i suoi discepoli lo credessero, non ho dubbi al riguardo, come sono convinto che a Lourdes e Fatima videro il sole muoversi e i vestiti asciugarsi e che qualcuno sia guarito di tumore bagnandosi nelle varie "acque sante".
Onestamente non capisco se sono io a spiegarmi male o tu a mettermi in bocca cose che non ho detto per portare l'acqua al tuo mulino, caso mai sono io che dubito oggi che egli sia risorto, ma non è quello che credo io ora ad essere in questione.
Fermo restando questo fatto, lo ripeto, prendendo i primi documenti del NT non abbiamo traccia che questi discepoli pensassero che questo Gesù risorto fosse "Dio il figlio", in nessuno di questi testi (Marco, Matteo, Luca, Atti, Galati, Romani, 1 e 2 Corinti, 1 e 2 tessalonicesi si accenna ad una cosa del genere, se ho torto mostrami tu il contrario.
Rimane Fippesi dove l'inno può essere interpretato alla luce di quanto fece Adamo senza scomodare preesistenze varie, oppure identificare Gesù con un essere angelico e Valentino ha riportato diversi studiosi che lo asseriscono.
Porfirio e gli altri oppositori sono del III secolo, il suo trattato contro i cristiani è di fine III secolo, questo non lo dici, come mai?
Ora contro quale ideologia combatterono questi?
Quale cristianesimo era "vincente" all'epoca? Ma i proto ortodossi, in maniera particolare Origene il primo a delineare l'eterna generazione del figlio, considerato comunque sempre un dio minore rispetto al padre.
Porfirio criticava in maniera particolare il battesimo perché il fatto che secondo i cristiani questo purificava dai peccati più nefandi, incitava proprio questi a commetterli.
Porfirio era un neoplatonico e ci teneva a difendere le tesi del suo maestro Plotino laddove il pensiero cristiano differiva o metteva in pericolo questa filosofia.
Quindi se scrivi che io stia asserendo che gli scrittori del NT stessero fingendo: "l'argomento "sicuramente Mario finge di amare i pesci per prendere in giro qualcuno" sei in malafede perché lo ripeto non lo credo assolutamente, non posso dubitare che Pietro o Giovanni o Paolo ebbero delle visioni mistiche che credettero reali, come non posso dubitare che le ebbero tanti altri cristiani dell'antichità, quello che credo è che il considerare Gesù come Dio sia stata una consapevolezza tarda e non una visione chiara post resurrezione, altrimenti lo avrebbero scritto subito.
Per quanto riguarda la paternità dell'apostolo Giovanni riguardo al vangelo che porta il suo nome potrei citarti decine di studiosi dissenzienti, anzi dovresti essere tu a citarmi un serio studioso di oggi che lo creda.
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

Mario insisti sempre sulle tue convinzioni che ovviamente rispecchiano sempre il tuo scetticismo e quindi sei coerente con te stesso ma :
.....perché lo ripeto non lo credo assolutamente, non posso dubitare che Pietro o Giovanni o Paolo ebbero delle visioni mistiche che credettero reali, come non posso dubitare che le ebbero tanti altri cristiani dell'antichità, quello che credo è che il considerare Gesù come Dio sia stata una consapevolezza tarda e non una visione chiara post resurrezione, altrimenti lo avrebbero scritto subito.
Se nel Vangelo si parla di Tommaso che toccò le piaghe di Gesù (Giovanni 20,24-31) ed in altra pagina di Luca 24-26;
36 Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37 Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. 38 Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39 Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». 40 Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41 Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42 Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43 egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
In breve, o credi nelle pagine di due vangeli diversi o alla fine dici che sono libri di favole e chiudiamo allora le trasmissioni.

Se quindi come confermato da papa Ratzinger, questa esperienza per gli apostoli, rigidi monoteisti fu estremamente traumatica tanto da dover considerare che Gesù non fosse un semplice messia umano, trasmisero sicuramente tali TESTIMONIANZE DIRETTE direttamente anche a S. Paolo che defini' successivamente le stesse convinzioni scrivendo quei famosi passi.

In breve sono alla fine delle diverse considerazioni dove non esistono certezze assolute sul fatto che esistessero delle "apparizioni mistiche" ma delle reali testimonianze.
In effetti, ripeto nuovamente che rimane particolarmente fantasiosa l'idea che da delle "visioni" degli apostoli descritte nei Vangeli, solo dopo nel secondo secolo, fra tante illazioni, solo i proto ortodossi risultassero vincenti con questa "idea" che Gesù fosse stato VERAMENTE il Figlio di Dio....
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Messaggio da Valentino »

Vieri ha scritto: 12/01/2024, 17:43Ti ringrazio ma le mie opinioni concordano sempre da quanto espresso da papa Ratzinger che mi pare se ne intendesse...e che in una udienza generale non potesse dire cose da potere essere smentito.
Facevi prima a citare il Catechismo che non una "udienza generale"!
Del resto dai per scontato quello che scontato non è.
E' del tutto possibile che Ratzinger abbia potuto fare affermazioni passibili di smentita!
In effetti a smentirlo è la mole di studiosi che si possono citare a riguardo.
Piuttosto invece di dare per scontato che Ratzinger non sia "smentibile" :ironico: :risata: , sei in grado di citare uno studioso che supporti quello che riporti?!?!?!
Anche un solo nome....che non sia il solito Hurtado, perché è possibilissimo che Ratzinger pur parlando al plurale avesse in mente (nel 2008!!!) solo ed esclusivamente Hurtado le cui ipotesi, come ben sappiamo, sono state vagliate criticamente in ambito accademico e rigettate!
Sai farmi il nome di qualche altro studioso?!?!
Se, come affermi, Ratzinger afferma qualcosa di "vero" e di non "smentibile" chi sarebbero questi studiosi che sostengono che in Filippesi 2:6-11 ci sia un'allusione alla presunta deicità di Gesù?
Finora non ne hai citato nessuno, ma hai solo riportato il testo di una catechesi i cui scopi sono costitutivamente ed eminentemente pastorali.
Vieri ha scritto: 12/01/2024, 17:43Matteo 16-13
13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli.
Premesso che stiamo discutendo di Filippesi 2:6-11 e citare improvissamente Matteo 16:13 è un po come saltare di palo in frasca, non mi sembra che in Matteo 16:13 venga affermato che Gesù sia Dio e/o di natura divina.
In Matteo 16:13 Gesù viene identificato come il Messia ma non c'è scritto da nessuna parte che Gesù sia Dio e/o di natura divina.
Il "Pietro matteano" infatti afferma semplicemente che Gesù è il Messia, ma non afferma che sia Dio e/o di natura divina.

Boh?!?! :boh: :conf:
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

Senti Valentino, a questo punto sicuramente Achille mi potrebbe censurare giustamente per quello che vorrei risponderti chiaramente visto che a questo punto, te ed i tuoi famosi professoroni" avresti anche rotto qualche cosa di tondo.

Ti ripeto per l'ennesima volta che Ratzinger non fosse assolutamente uno sprovveduto ed un ignorante in materia e non puoi tutte le volte che cito una persona molto autorevole ed addirittura un papa possa dire che faccia del "catechismo".

Se lui in una udienza pubblica in piazza San Pietro e non in un oratorio aveva affermato quanto riportato NON METTO ASOLUTAMENTE IN DUBBIO le sue affermazioni e le sue fonti anche se non specificate e quindi per favore evita prossimamente questo tuo comportamento decisamente indisponente, ripetendo sempre come al solito le stesse cose.
Papa Ratzinger:
Studi filosofici e teologici; il presbiterato

Il seminario Georgianum di Monaco che frequentarono i fratelli Joseph e Georg Ratzinger
Nel 1946 Joseph si iscrisse all'Istituto superiore di filosofia e teologia di Frisinga, ove studiò filosofia e teologia cattolica, ma, ben presto, nel 1947, si trasferì nel seminario Herzogliches Georgianum di Monaco di Baviera, un seminario interdiocesano dove confluivano tutti i candidati al sacerdozio della Baviera, e continuò gli studi di filosofia e teologia presso l'Università Ludwig Maximilian di Monaco, ivi adiacente, fino al 1950. Egli descrisse gli anni di Frisinga come un periodo culturalmente molto ricco e stimolante. La formazione che ricevette risentì soprattutto del neoplatonismo agostiniano e del pensiero di Pascal, correnti filosofiche molto presenti nell'ambiente culturale tedesco.

La carriera accademica e il Concilio Vaticano II

Nel maggio 1957 ottenne la cattedra di teologia fondamentale presso l'Università di Monaco. Nel dicembre 1957 ottenne la cattedra di teologia dogmatica e fondamentale presso l'Istituto superiore di teologia e filosofia di Frisinga. Divenne professore all'Università di Bonn nel 1959 e la sua lezione inaugurale fu su Il Dio della fede e il Dio della filosofia. Nel 1963 si trasferì all'Università di Münster.

Per il giovane professore fu un'esperienza fondamentale la partecipazione, dal 1962, al Concilio Vaticano II, dove acquisì notorietà internazionale. Inizialmente partecipò come consulente teologico dell'arcivescovo di Colonia cardinale Josef Frings e poi come perito del Concilio, su interessamento dello stesso Frings, fin dalla fine della prima sessione. Risulta interessante sottolineare che Ratzinger, grazie al cardinale Frings che lo teneva aggiornato, poté consultare regolarmente gli schemi preparatori (schemata) che sarebbero stati presentati ai Padri dopo la convocazione dell'assemblea conciliare. Fu un periodo in cui arricchì molto le proprie conoscenze teologiche, avendo infatti avuto modo di incontrare molti teologi come Henri-Marie de Lubac, Jean Daniélou, Yves Congar, Gérard Philips, oltre a cardinali e vescovi di tutto il mondo. Durante il tempo del Concilio, per la collaborazione con teologi come Hans Küng e Edward Schillebeeckx, Ratzinger fu visto come un riformatore.

Nel 1966 fu nominato alla cattedra di teologia dogmatica presso l'Università di Tubinga, dove fu collega di Hans Küng. Nel suo libro del 1968, Introduzione al cristianesimo, scrisse che il papa ha il dovere di sentire differenti voci all'interno della Chiesa prima di prendere una decisione e minimizzò la centralità del papato. Durante questo tempo prese le distanze dall'atmosfera di Tubinga e dalle tendenze marxiste del movimento studentesco degli anni sessanta, che divenne rapidamente radicale negli anni 1967 e 1968, concludendosi in una serie di disturbi e disordini nei mesi di aprile e maggio del 1968. Ratzinger riconobbe sempre più una connessione tra questi sviluppi e quelli associati, come anche il diminuito rispetto tra i suoi studenti per l'autorità, con l'allontanamento dagli insegnamenti cattolici tradizionali.[18] Nonostante la sua inclinazione riformista, le sue idee finirono per contrastare con le idee liberali, ottenendo una diffusione nei circoli teologici.

el 1969 tornò in Baviera, chiamato all'Università di Ratisbona. Nel 1972 fondò la rivista teologica Communio insieme con Hans Urs von Balthasar, Henri de Lubac, Walter Kasper e altri. Communio, ora pubblicata in diciassette lingue, tra cui tedesco, inglese e spagnolo, divenne un giornale di spicco del pensiero teologico cattolico nell'orizzonte contemporaneo. Fino alla sua elezione a papa, rimase uno dei più prolifici collaboratori della rivista. Nel 1976 suggerì che la Confessione augustana potesse essere eventualmente riconosciuta come una dichiarazione di fede cattolica.[21][22][23]

Fu vicepresidente dell'Università di Ratisbona dal 1976 al 1977.[24]

Fu relatore della tesi di dottorato di Barthélemy Adoukonou (futuro vescovo beninese, nominato poi da Ratzinger stesso segretario del Pontificio consiglio della cultura nel 2009) sulla presunta ermeneutica cristiana del vudù.[25] La discussione della tesi venne anticipata al marzo 1977 per via della nomina ad arcivescovo di Monaco e Frisinga.
Sai che la penso diversamente e per favore evita in futuro di insistere ulteriormente dicendo sempre le stesse cose.
Ognuno tenga le proprie idee senza ovviamente IMPORLE.
Grazie.
:addio:
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Valentino »

Vieri ha scritto: 13/01/2024, 14:52Se lui in una udienza pubblica in piazza San Pietro e non in un oratorio aveva affermato quanto riportato NON METTO ASOLUTAMENTE IN DUBBIO le sue affermazioni e le sue fonti
Quali fonti?
Sapresti citarmene una?
Altrimenti parliamo del nulla assoluto!!!
Se poi non metti in dubbio le sue affermazioni per "partito preso" stai facendo esattamente quello che fanno i tdG col corpo direttivo. Non mettono in dubbio ciò che afferma il CD anche se ci sono fonti accademiche che dicono l'esatto contrario!!!
L'affermazione di Ratzinger sarebbe suffragata da quali esegeti?!?!?
Possibile che tu non sia in grado di fornirmi almeno un nome?!?!
E se non sei in grado di menzionarne nemmeno uno come fai a dirti sicuro che Ratzinger non è "smentibile"?!??!
Del resto mi sembra che tu non abbia chiaro in mente la differenza tra una fonte accademica ed un'omelia, perché di questo si tratta.
Ovviamente non sarò io a dissuaderti dal pensare che Ratzinger non sia "smentibile" (i fatti dicono il contrario ma fa niente!) nè dal pensare che sia addirittura "infallibile".
Pensalo pure, anche i tdG pensano più o meno la stessa cosa del CD.
Vieri ha scritto: 13/01/2024, 14:52Ognuno tenga le proprie idee senza ovviamente IMPORLE.
Non mi sembra che citare manuali universitari significa "imporre" qualcosa.
illustri autori quali E.P. Sanders, Geza Vermes, Dale Allison, Paula Fredriksen e tanti altri [...] su un punto concordano tutti:
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da VictorVonDoom »

Vieri ha scritto: 13/01/2024, 14:52addirittura un papa
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

Scusa ma mi ero dimenticato dell'l'ultimo "sassolino" prima di chiudere ...
Hai citato questo "sprovveduto:
Cito dal commentario di Holloway:

«Paolo concepiva quella che viene comunemente definita l'incarnazione di Cristo come una sorta di metamorfosi. Secondo Fil 2:6-11 Cristo era un angelo potente che in origine esisteva “nella forma [μορφῇ] di Dio”. Per amore degli uomini e in obbedienza alla volontà divina ha assunto “la forma [μορφήν] di schiavo”, trasformandosi in “somiglianza” (ὁμοίωμα) e “aspetto” (σχῆμα) umani».

FONTE: Paul A. Holloway, Philippians: A Commentary, Fortress Press, Minneapolis, 2017, pagg. 49-50, tradotto dall'inglese.
In breve daresti allora ragione ai testimoni di Geova che considerano Gesù come l'arcangelo Michele:
https://www.jw.org/it/biblioteca-digita ... a-persona/
Gesù e l’arcangelo Michele sono la stessa persona?
▪ In poche parole, la risposta è sì.
In molte culture non è insolito che una persona abbia più nomi
Poi l'ultima "chicca":
A questo riguardo Holloway scrive:
«Dopo la sua morte in croce, Dio lo ha riportato alla sua forma angelica originaria, ma ora come angelo regnante ancora più glorioso che porta il Nome divino e condivide il trono divino: “Perciò Dio lo esaltò maggiormente [ὑπερύψωσεν] e gli diede il Nome che è al di sopra di ogni altro nome [τὸ ὄνομα τὸ ὑπὲρ πᾶν ὄνομα], affinché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi…alla gloria di Dio Padre”».

FONTE: Paul A. Holloway, Philippians: A Commentary, Fortress Press, Minneapolis, 2017, pagg. 49-50, tradotto dall'inglese.
Vorresti quindi farmi credere che Gesù fosse prima un "angelo" ( contrariamente a quello scritto sul prologo di Giovanni... :ironico: ) poi, trasformato in un "uomo" e poi, dato che si era comportato bene, riconvertito nuovamente in un "angelo" ed a questo "angelo"....... :
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra;
11 e ogni lingua proclami
che (questo angelo) è il Signore, a gloria di Dio Padre
?
:boh: :boh:
Ma a chi la vuoi dare a bere ?
Sfido chiunque a credere a questa panzana se Gesù non fosse stato veramente il figlio GENERATO unigenito di Dio? .....
:addio:
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Valentino »

Vieri ha scritto: 13/01/2024, 13:17 Mario insisti sempre sulle tue convinzioni che ovviamente rispecchiano sempre il tuo scetticismo e quindi sei coerente con te stesso ma [...] questa esperienza per gli apostoli, rigidi monoteisti fu estremamente traumatica tanto da dover considerare che Gesù non fosse un semplice messia umano [...] In breve sono alla fine delle diverse considerazioni dove non esistono certezze assolute sul fatto che esistessero delle "apparizioni mistiche"
Mario non mette in dubbio che gli apostoli fossero convinti che Dio aveva resuscitato Gesù.
Posto che gli apostoli fossero fermamente convinti che Dio aveva resuscitato Gesù, non ne consegue necessariamente che si convinsero "anche" che Gesù fosse Dio o che fosse di natura divina.
Ed infatti sappiamo che non è così!
Gli apostoli e Paolo di Tarso non credevano che Gesù fosse Dio e non credevano che Gesù fosse di natura divina.
Infatti se da una parte: "Gesù non si è proclamato 'Dio'",Immagine
Karl-Josef Kuschel, "Generato prima di tutti i secoli?", Queriniana, pp. 528, 529.
Questo fatto è riconosciuto da tutti gli storici a prescindere se siano studiosi agnostici, protestanti, atei, cattolici o anglicani.
Poi si può pure far finta di niente e disinteressarsi di quello che si evince dalla storia e che spiegano fior di studiosi.
Resta invariato il fatto che non è che se si crede che Dio ha resuscitato Gesù, ne consegue che si debba anche credere alla sua presunta deicità: ed è la stessa storia del cristianesimo che ci testimonia questo fatto. Lungo tutta la storia del cristianesimo infatti sono esistiti ed esistono gruppi di cristiani che credevano/credono nella resurrezione di Gesù ma non credono che Gesù sia Dio e/o di natura divina.
illustri autori quali E.P. Sanders, Geza Vermes, Dale Allison, Paula Fredriksen e tanti altri [...] su un punto concordano tutti:
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

Valentino "errare umanun est perseverare diabolicum"...
Ma non ti accorgi mai di ripetere sempre quello che pensi tu e poi andare a dire che non fai "proselitismo anticattolico" per i tuoi soliti e noti motivi personali?
Ed infatti sappiamo che non è così!
Gli apostoli e Paolo di Tarso non credevano che Gesù fosse Dio e non credevano che Gesù fosse di natura divina.
Infatti se da una parte: "Gesù non si è proclamato 'Dio'",
Ma chi lo sa che non è così ? Sempre i tuoi soliti 4 professoroni in croce ?
Ma non ti accorgi di essere pedante ?
Rispondi piuttosto alle domande scomode che pare abbia glissato per ribadire sempre le tue solite amenità...
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

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Vieri ha scritto: 13/01/2024, 15:49se Gesù non fosse stato veramente il figlio GENERATO unigenito di Dio
Ma questo nelle lettere di Paolo, comprese quelle pseudoepigrafe, ovvero quelle non scritte da lui, non c'è scritto da nessuna parte.
Forse confondi ciò che ha scritto effettivamente Paolo con le formule dogmatiche dei proto-ortodossi.
La cristologia paolina è una cristologia dell'esaltazione o cristologia dei due stadi, una cristologia che lui condivideva con i giudeo-cristiani.
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

Valentino ha scritto: 13/01/2024, 16:13
Vieri ha scritto: 13/01/2024, 15:49se Gesù non fosse stato veramente il figlio GENERATO unigenito di Dio
Ma questo nelle lettere di Paolo, comprese quelle pseudoepigrafe, ovvero quelle non scritte da lui, non c'è scritto da nessuna parte.
Forse confondi ciò che ha scritto effettivamente Paolo con le formule dogmatiche dei proto-ortodossi.
La cristologia paolina è una cristologia dell'esaltazione o cristologia dei due stadi, una cristologia che lui condivideva con i giudeo-cristiani.
Rispondi a tema e non svicolare. Gesù era secondo "questo" un angelo trasformato in uomo e poi riconvertito in angelo ultrapotente e quasi pari a DIo perchè sulla terra era stato bravo ? :boh: :boh:
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Valentino »

Vieri ha scritto: 13/01/2024, 15:49Hai citato questo "sprovveduto:
Holloway è tutt'altro che uno "sprovveduto" ma un accademico di tutto rispetto!
Ma comprendo che tu non abbia molta dimestichezza col mondo accademico.
Vieri ha scritto: 13/01/2024, 15:49Cito dal commentario di Holloway:

«Paolo concepiva quella che viene comunemente definita l'incarnazione di Cristo come una sorta di metamorfosi. Secondo Fil 2:6-11 Cristo era un angelo potente che in origine esisteva “nella forma [μορφῇ] di Dio”. Per amore degli uomini e in obbedienza alla volontà divina ha assunto “la forma [μορφήν] di schiavo”, trasformandosi in “somiglianza” (ὁμοίωμα) e “aspetto” (σχῆμα) umani Dopo la sua morte in croce, Dio lo ha riportato alla sua forma angelica originaria, ma ora come angelo regnante ancora più glorioso che porta il Nome divino e condivide il trono divino: “Perciò Dio lo esaltò maggiormente [ὑπερύψωσεν] e gli diede il Nome che è al di sopra di ogni altro nome [τὸ ὄνομα τὸ ὑπὲρ πᾶν ὄνομα], affinché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi…alla gloria di Dio Padre”».

FONTE: Paul A. Holloway, Philippians: A Commentary, Fortress Press, Minneapolis, 2017, pagg. 49-50, tradotto dall'inglese.
Vieri forse ti sfugge un particolare.
C'è chi ritiene, come Holloway, che in effetti in Filippesi 2:6-11 si parli di una preesistenza di Gesù in forma angelica. La maggioranza degli studiosi in realtà ritiene che non ci sia nessuna allusione ad una preesistenza, nemmeno angelica, ma che si parla di Gesù come di un essere umano, ovvero come dell'ultimo Adamo.
Su un punto però gli studiosi sono d'accordo: in Filippesi non c'è scritto da nessuna parte che Gesù sia Dio e/o di natura divina. Come ti ha spiegato pure Mario, per Paolo di Tarso Gesù non è Dio e non è di natura divina.


Ricordi cosa ha scritto Mario che pure ben conosce certi argomenti e certe questioni nonché quello che rilevano gli studiosi?!??!?
Mario70 ha scritto: 12/01/2024, 16:46No Vieri, in Filippesi non c'è eternità, quindi si parla di un essere creato, in cielo o sulla Terra in base alla traduzione iniziale del passo.
Quindi questa esaltazione o iperesaltazione come rende il testo greco, avviene dopo la resurrezione, non avendo considerato di essere come Dio (padre) come invece fece Adamo, ma anzi rendendo se stesso come uno schiavo e morendo in croce, Dio lo esalta al di sopra di ogni creatura e gli dà il nome più alto di tutti loro e nel suo nome tutti vivi o morti, devono rendere culto (ogni ginocchio si deve piegare), sempre a gloria di Dio Padre, quindi si, parliamo di esaltazione di una creatura.
Non mi sembra qualcosa difficile da capire.
Vieri ha scritto: 13/01/2024, 16:12Rispondi piuttosto alle domande scomode che pare abbia glissato
Non mi sembra che tu abbia fatto delle domande scomode nè mi risulta che io abbia glissato.
Filippesi 2:6-11 è un esempio di cristologia dell'esaltazione.
Questo lo so io, lo sa Mario e lo sa chiunque abbia un po approfondito la questione dell'encomio di Filippesi 2:6-11.
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

Telegrafico:
Risposta vaga ed assolutamente insufficiente.
Quando non sai dare risposte precise divaghi sempre come al solito e poi anche i cervelloni possono prendere delle cantonate.
Ma mi prendi allora in giro quando ora dici il contrario e che prima da "questo"
Paolo concepiva quella che viene comunemente definita l'incarnazione di Cristo come una sorta di metamorfosi. Secondo Fil 2:6-11 Cristo era un angelo potente che in origine esisteva “nella forma [μορφῇ] di Dio”.
e poi.... :boh:
La maggioranza degli studiosi in realtà ritiene che non ci sia nessuna allusione ad una preesistenza, nemmeno angelica, ma che si parla di Gesù come di un essere umano,
Ma "questo non dice che

- Gesù per "questo cervellone " era un angelo ?

- Gesù "angelo" fu trasformato in un uomo ? E come ?

- Gesù dopo la sua morte e resurrezione ( a questo punto presunta, visto che sostieni che fosse apparso come una visione mistica collettiva ) che fine fece ? Ritrasformato in un "angelo" da Dio?

- Possibile allora, come descritto, Dio potesse dare tutto questo potere ad un angelo ?

- Esaltazione di una "creatura" ? E ora dove esce fuori questa "creatura" ? Dal cappello del prestigiatore ?
Non saprò certamente il greco ma nemmeno sono un cretino a non capire che stai "navigando" nel nulla...

Rispondi conciso in base esattamente a quello che aveva detto questo qui....

Valentino ti stai incartando e devi ammettere certe volte che ci sono delle incongruenze....in quello che riporti...
Ultima modifica di Vieri il 13/01/2024, 17:09, modificato 1 volta in totale.
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Valentino »

Vieri ha scritto: 13/01/2024, 16:12Ma non ti accorgi mai di ripetere sempre quello che pensi tu
No Vieri! :ironico: :risata:
Riporto semplicemente delle informazioni reperibili nella letteratura accademica prodotta da chi si occupa di certi argomenti a livello accademico.
Non riporto quello che "penso io", o meglio non riporto opinioni personali.
Vieri ha scritto: 13/01/2024, 16:12poi andare a dire che non fai "proselitismo anticattolico" per i tuoi soliti e noti motivi personali?
Vieri mi duole dirlo, ma stai proprio vaneggiando!
Proselitismo anticattolico?!?! :boh: :conf: :ironico: :risata:
Vieri io cito fonti accademiche e testi universitari.
A meno che tu non voglia sostenere che nelle Università del pianeta i docenti universitari sono impegnati in un'opera di "proselitismo anticattolico" (sic!) :ironico: :risata: non si comprende come tu possa dire certe amenità e sciocchezze rispetto alle informazioni che riporto!!!
Vieri ha scritto: 13/01/2024, 16:12Ma chi lo sa che non è così?
Quelli che studiano certi argomenti.
Vieri ha scritto: 13/01/2024, 16:12Sempre i tuoi soliti 4 professoroni in croce ?
E scusami se è poco!!! :ironico:
Per affrontare certi argomenti e materie di studio chi si dovrebbe consultare?!?!?
Il pizzicagnolo sotto casa?!?!
Vieri ha scritto: 13/01/2024, 16:12Ma non ti accorgi di essere pedante?
Sono preciso e metodologicamente corretto non pedante.
Tra l'altro non credo che tu sia nella posizione di dare "patenti di pedanteria".
Almeno io mi pregio di citare letteratura accademica, non il catechismo o materiale apologetico-confessionale-catechetico-pastorale.
Vieri ha scritto: 13/01/2024, 16:12Rispondi piuttosto alle domande scomode che pare abbia glissato
Piuttosto a me sembra che tu abbia scelto di glissare e di evitare di rispondere a certe domande.
Vieri ha scritto: 13/01/2024, 14:52Se lui in una udienza pubblica in piazza San Pietro e non in un oratorio aveva affermato quanto riportato NON METTO ASOLUTAMENTE IN DUBBIO le sue affermazioni e le sue fonti
Quali fonti?
Sapresti citarmene una?
Altrimenti parliamo del nulla assoluto!!!
Se poi non metti in dubbio le sue affermazioni per "partito preso" stai facendo esattamente quello che fanno i tdG col corpo direttivo. Non mettono in dubbio ciò che afferma il CD anche se ci sono fonti accademiche che dicono l'esatto contrario!!!
L'affermazione di Ratzinger sarebbe suffragata da quali esegeti?!?!?
Possibile che tu non sia in grado di fornirmi almeno un nome?!?!
E se non sei in grado di menzionarne nemmeno uno come fai a dirti sicuro che Ratzinger non è "smentibile"?!??!
Del resto mi sembra che tu non abbia chiaro in mente la differenza tra una fonte accademica ed un'omelia, perché di questo si tratta.
Ovviamente non sarò io a dissuaderti dal pensare che Ratzinger non sia "smentibile" (i fatti dicono il contrario ma fa niente!) nè dal pensare che sia addirittura "infallibile".
Pensalo pure, anche i tdG pensano più o meno la stessa cosa del CD.
illustri autori quali E.P. Sanders, Geza Vermes, Dale Allison, Paula Fredriksen e tanti altri [...] su un punto concordano tutti:
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

:boh: :boh:
Ripeti più o meno esattamente quello già detto....rispondi piuttosto sinteticamente alle mie ultime domande su chi fosse Gesù se un angelo o meno...
da Valentino » oggi, 16:14

Vieri ha scritto: ↑oggi, 15:52
Se lui in una udienza pubblica in piazza San Pietro e non in un oratorio aveva affermato quanto riportato NON METTO ASOLUTAMENTE IN DUBBIO le sue affermazioni e le sue fonti
Quali fonti?
Sapresti citarmene una?
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Vieri ha scritto: 13/01/2024, 16:55Telegrafico:
Risposta vaga ed assolutamente insufficiente.
Non sono stato affatto vago ma ti ho prospettato esattamente cosa sostengono gli studiosi e che pure Mario ti ha spiegato.
Vieri ha scritto: 13/01/2024, 16:55Quando non sai dare risposte precise divaghi sempre come al solito e poi anche i cervelloni possono prendere delle cantonate.
Vieri ma in cosa le mie risposte non sarebbero precise?
Io non divago affatto.
Ti ho spiegato quello che pure Mario ti ha spiegato.
In Filippesi la maggioranza degli studiosi non vi ravvisa alcuna allusione ad una preesistenza di Gesù mentre alcuni, come Holloway ritengono si possa parlare di una preesistenza di tipo angelico.
Ma, per l'appunto non c'è alcuna allusione ad una natura divina di Gesù.
Vieri ha scritto: 13/01/2024, 16:55Ma mi prendi allora in giro quando ora dici il contrario e che prima da "questo"
No Vieri non ti prendo in giro.
Holloway sostiene una preesistenza angelica, mentre la maggioranza degli studiosi ritiene che non ci sia nessuna allusione ad una preesistenza angelica, ma si parla di Gesù come un essere umano esaltato da Dio.
Vieri ha scritto: 13/01/2024, 16:55- Gesù dopo la sua morte e resurrezione ( a questo punto presunta
Chi ha mai scritto presunta?
Io ho semplicemente scritto che la resurrezione di Gesù non può nè essere "dimostrata storicamente" e nemmeno "negata storicamente".
O ci credi o non ci credi.
Vieri ha scritto: 13/01/2024, 16:55visto che sostieni che fosse apparso come una visione mistica collettiva ) che fine fece ? 
Vieri io ho riportato semplicemente l'esperienza che racconta Paolo di Tarso ed ho rilevato che lo stesso Paolo di Tarso mette sullo stesso piano la sua esperienza (che "tecnicamente" si può definire "viaggio celeste") con quella degli apostoli. In sostanza Paolo afferma che quello che è capitato a lui e che lo ha convinto della resurrezione di Gesù è la stessa esperienza che hanno fatto gli apostoli.
Tra l'altro non si capisce come puoi dedurre da quel che ho scritto che io abbia inteso fare delle affermazioni sulla resurrezione. Nel fare i rilievi che ho fatto non ho nè affermato nè negato la resurrezione.
Nell'economia del nostro discorso ciò su cui ci dovremmo soffermare è il fatto che sia Paolo di Tarso che gli apostoli fossero sinceramente convinti del fatto che Dio aveva resuscitato Gesù.
Vieri ha scritto: 13/01/2024, 16:55che fine fece ? Ritrasformato in un "angelo" da Dio?
Questo è ciò che sostiene Holloway e coloro che ritengono che in Filippesi 2:6-11 si alluda ad una preesistenza angelica di Gesù.
La maggioranza degli studiosi ritiene che non ci sia nessuna allusione ad una preesistenza di Gesù nemmeno angelica. Ed io concordo: nessuna allusione ad una preesistenza di Gesù.
Una cosa è certa e condivisa: "forma di Dio" NON significa di natura divina e Paolo in Filippesi 2:6-11 non afferma che Gesù sia Dio nè afferma che sia di natura divina.

Vieri ha scritto: 13/01/2024, 16:55 Possibile allora, come descritto, Dio potesse dare tutto questo potere ad un angelo ?
In realtà considerando che sono d'accordo con la maggioranza degli studiosi non ritengo che in Filippesi ci sia scritto che Dio ha esaltato un angelo ma c'è scritto che Dio ha esaltato un essere umano, ovvero il Messia, ovvero l'ultimo Adamo come dice Paolo, compatibilmente ed in linea con la cristologia dell'esaltazione o cristologia dei due stadi.

Ma questo te lo aveva spiegato pure Mario.
Mario70 ha scritto: 12/01/2024, 16:46No Vieri, in Filippesi non c'è eternità, quindi si parla di un essere creato, in cielo o sulla Terra in base alla traduzione iniziale del passo.
Quindi questa esaltazione o iperesaltazione come rende il testo greco, avviene dopo la resurrezione, non avendo considerato di essere come Dio (padre) come invece fece Adamo, ma anzi rendendo se stesso come uno schiavo e morendo in croce, Dio lo esalta al di sopra di ogni creatura e gli dà il nome più alto di tutti loro e nel suo nome tutti vivi o morti, devono rendere culto (ogni ginocchio si deve piegare), sempre a gloria di Dio Padre, quindi si, parliamo di esaltazione di una creatura.
Vieri ha scritto: 13/01/2024, 16:55Valentino ti stai incartando e devi ammettere certe volte che ci sono delle incongruenze....in quello che riporti
No Vieri non mi sono incartato e non c'è alcuna incongruenza.
Come detto alcuni studiosi, come Holloway, ritiengono che in Filippesi 2:6-11 si parli di una preesistenza di Gesù come essere angelico, mentre la maggioranza ritiene che non ci sia alcuna allusione ad una preesistenza di Gesù, e che si parla di Gesù come di un essere umano esaltato da Dio dopo la resurrezione.
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Messaggio da GioGian »

Mario70 ha scritto: 13/01/2024, 10:20
GioGian ha scritto: 13/01/2024, 2:29
Mario70 ha scritto: 12/01/2024, 16:46
No Vieri, in Filippesi non c'è eternità, quindi si parla di un essere creato, in cielo o sulla Terra in base alla traduzione iniziale del passo.
Quindi questa esaltazione o iperesaltazione come rende il testo greco, avviene dopo la resurrezione, non avendo considerato di essere come Dio (padre) come invece fece Adamo, ma anzi rendendo se stesso come uno schiavo e morendo in croce, Dio lo esalta al di sopra di ogni creatura e gli dà il nome più alto di tutti loro e nel suo nome tutti vivi o morti, devono rendere culto (ogni ginocchio si deve piegare), sempre a gloria di Dio Padre, quindi si, parliamo di esaltazione di una creatura.
In seguito invece con Giovanni le cose cambiano: egli non è più un essere creato esaltato in cielo, ma preesistente alla creazione (nel principio già era), quindi eterno e artefice di essa (tutto viene ad esistere per mezzo di lui, nulla escluso), era Dio come lo è il padre (la parola era Dio) ma distinto dal padre (era Theos e non ho Theos, ed era presso Dio, ho Theos) da lui generato (l'unigenito Dio che è nel seno del padre).
Insomma a fine primo secolo, inizio secondo le cose erano decisamente cambiate.
ma a smentire quanto tu dici sta il fatto pacifico che gli oppositori del Cristianesimo in seno all'antichità (e perciò la filosofia Neoplatonica e Stoica che il greco lo masticava come prima lingua) non contestarono il significato comune di Filippesi 2. Per loro era pacifico cosa intendesse Paolo. Cioè che intendesse ciò che tutti abbiamo inteso: era Dio prima, si spogliò con umiltà, fu esaltato dopo. Nessuno degli oppositori di lingua greca del Cristianesimo ha utilizzato il tuo argomento.
Tutta la polemica in merito è inutile se i parlanti in greco di allora, che avevano motivi e risorse per cercare di evitare che il loro mondo scomparisse, non intesero qualcosa di diverso.
E qui, per te e Victor: il problema non sta nel pesce, perché nessuno dubita che voi non crediate nell'oggettività del pesce, ma nel fatto che volete dimostrare, oggi, ciò che nemmeno gli antichi loro oppositori pretendevano di dimostrare. E cioè che nemmeno quelli del NT, cioè gli scrittori dei testi dei loro avversari, credessero nel pesce. Argomento mai e poi mai da loro usato (e non erano affatto dei fessi). Il motivo è che ciò sarebbe equivalente alla pretesa di dimostrare, in due o tre di noi, che non è vero che Mario ama i pesci.
Perciò: se Mario (quando è Paolo) dice: "A me piacciono i miei pesci", e invece Mario (quando è Giovanni) dice: "Io amo i miei pesci", allora ne nascerebbe un problema relativo all'oggettività dell'esistenza dei pesci di Mario per Mario stesso (e non per noi, Victor, questo non c'entra).
In realtà voi intendete affermare che la critica testuale, non si sa perché, in base alla semplice attenta lettura interna (perché i manoscritti non presentano oscillazioni su nessuno di questi testi fondamentali) avrebbe mai potuto DIMOSTRARE che sia Paolo che Giovanni in realtà credevano che Gesù era morto e sepolto, un non vivente. Solo che Paolo intendeva aggiustare la cosa accontentandosi di prendere in giro i suoi con la semplice esaltazione di lui post mortem. Giovanni, più cattivo, invece voleva ancora meglio prendere in giro i suoi parlando loro di Dio stesso.
Gli antichi non facevano contro i Cristiani questi discorsi perché sarebbe l'equivalente di usare contro il loro precursore Platone l'argomento che egli non credesse al mondo delle idee, perché ad esso non ci crediamo noi, e dire in aggiunta che egli ne parlava e ne scriveva solo per prendere in giro gli accademici suoi alunni.
Nessuna critica testuale ha dimostrato una cosa diversa da ciò che ho ricostruito io più su a proposito del corpus giovanneo. Nessuna critica testuale ha dimostrato perciò che Giovanni non ne abbia la paternità. Parimenti nessuna critica testuale ha dimostrato che non fu Giovanni il responsabile di quanto scritto a proposito del suo "vide e credette". Nessuna critica testuale ha dimostrato perciò che stesse mentendo. Nessuna critica testuale ha dimostrato perciò che lui e Pietro non ne abbiano parlato subito già quella domenica mattina, perché non pare faccenda secondaria. Infine, nessuna critica testuale ha dimostrato e potrà mai dimostare che Giovanni, Pietro, Paolo credessero che Gesù fosse un non vivente, ma invece fingessero di credere altro.
Dai suoi post, io non posso dimostrare che Mario finge di amare i pesci. Figuriamoci se potrò fra millenni. Posso contestare l'amore per i pesci come una sciocchezza affinché non sia imitato da altri, come facevano gli antichi filosofi, ma non usare l'argomento "sicuramente Mario finge di amare i pesci per prendere in giro qualcuno".
Caro Gian non capisco perché asserisci che io stia dicendo che Paolo o Giovanni non credessero che Gesù fosse risorto,
Dove avrei scritto una cosa del genere?
Io sono convinto che gli Apostoli e i suoi discepoli lo credessero, non ho dubbi al riguardo, come sono convinto che a Lourdes e Fatima videro il sole muoversi e i vestiti asciugarsi e che qualcuno sia guarito di tumore bagnandosi nelle varie "acque sante".
Onestamente non capisco se sono io a spiegarmi male o tu a mettermi in bocca cose che non ho detto per portare l'acqua al tuo mulino, caso mai sono io che dubito oggi che egli sia risorto, ma non è quello che credo io ora ad essere in questione.
Fermo restando questo fatto, lo ripeto, prendendo i primi documenti del NT non abbiamo traccia che questi discepoli pensassero che questo Gesù risorto fosse "Dio il figlio", in nessuno di questi testi (Marco, Matteo, Luca, Atti, Galati, Romani, 1 e 2 Corinti, 1 e 2 tessalonicesi si accenna ad una cosa del genere, se ho torto mostrami tu il contrario.
Rimane Fippesi dove l'inno può essere interpretato alla luce di quanto fece Adamo senza scomodare preesistenze varie, oppure identificare Gesù con un essere angelico e Valentino ha riportato diversi studiosi che lo asseriscono.
Porfirio e gli altri oppositori sono del III secolo, il suo trattato contro i cristiani è di fine III secolo, questo non lo dici, come mai?
Ora contro quale ideologia combatterono questi?
Quale cristianesimo era "vincente" all'epoca? Ma i proto ortodossi, in maniera particolare Origene il primo a delineare l'eterna generazione del figlio, considerato comunque sempre un dio minore rispetto al padre.
Porfirio criticava in maniera particolare il battesimo perché il fatto che secondo i cristiani questo purificava dai peccati più nefandi, incitava proprio questi a commetterli.
Porfirio era un neoplatonico e ci teneva a difendere le tesi del suo maestro Plotino laddove il pensiero cristiano differiva o metteva in pericolo questa filosofia.
Quindi se scrivi che io stia asserendo che gli scrittori del NT stessero fingendo: "l'argomento "sicuramente Mario finge di amare i pesci per prendere in giro qualcuno" sei in malafede perché lo ripeto non lo credo assolutamente, non posso dubitare che Pietro o Giovanni o Paolo ebbero delle visioni mistiche che credettero reali, come non posso dubitare che le ebbero tanti altri cristiani dell'antichità, quello che credo è che il considerare Gesù come Dio sia stata una consapevolezza tarda e non una visione chiara post resurrezione, altrimenti lo avrebbero scritto subito.
Per quanto riguarda la paternità dell'apostolo Giovanni riguardo al vangelo che porta il suo nome potrei citarti decine di studiosi dissenzienti, anzi dovresti essere tu a citarmi un serio studioso di oggi che lo creda.
non sono in malafede, non avevo mai letto te dire di essere convinto che loro fossero convinti, non conosco tutto il tuo pregresso. Quanto a Porfirio, cosa se ne importava degli ortodossi? Sapeva leggere il greco da solo, il suo greco di fine III sec. era simile a quello di Paolo, ed evidentemente intendeva ciò che intesero tutti. Altimenti avrebbe usato l'argomento nel modo in cui fai tu. Che è anche un modo più consono a lui che a noi, se ci pensi.
Fin dalle più antiche testimonianze sappiamo che Giovanni è morto all'inizio dell'impero di Traiano, più esattamente intorno al 100. Come potrebbe uno studioso dirsi certo che il Vangelo non sia del 98 ed invece è del 102? Non ho mai letto simili cose. Ho letto lungamente della difficoltà a conciliare il linguaggio di Ap con quello del Vangelo, e ho già dato la mia ipotesi. Ma potrebbe mai trovarsi la soluzione nel testo stesso? Non credo esista qualcuno, che sia considerato davvero uno studioso, che dal testo stesso possa escludere la paternità di Giovanni. Se usasse l'argomento dottrinale, cioè la deità di Gesù, non farebbe che utilizzare una conclusione come una premessa. Il che non è logico, perché pretenderebbe di dimostare proprio attraverso ciò che pretende di dimostrare. Come fai tu con le parole di Gesù circa il battesimo, in Mt. Che sarebbero un'aggiunta del 100, cioè posteriore di una 40ina d'anni al vangelo stesso. Ma non è stato mai trovato un manoscritto di Mt senza quelle parole, e non puoi dedurlo come conclusione di una premessa che contiene la conclusione stessa. Ti ho già detto in merito; e non puoi trovare, perché non c'è, un luogo in cui Gesù parli del modo del battesmo e dica un'altra cosa. Negli altri luoghi cui ovvicomprensivamente tu alludi si racconta e si riporta, non si danno istruzioni.
Paolo fece scrivere la lettera ai Filippesi da Timoteo. Vuoi che a Timoteo non sia venuto di dirgli: "ma non è che, se scriviamo così, a qualcuno dei fratelli di Filippi possa venire in mente che stai dicendo che Gesù era Dio?" Non tutti i fratelli di Filippi potevano essere ferrati come lui e Paolo. "Se vuoi scrivere di un angelo, scriviamo di un angelo. Se di un altro Adamo, di un altro Adamo. Non possiamo lasciare aperto il dubbio, cioè far sbagliare qualcuno e fargli pensare che noi stiamo dicendo che Gesù preesisteva come Dio".
O no?
I testi del NT non sono testi dottrinali, non sono stati scritti per noi ma per loro, sono vivi e perciò sanno parlare anche per allusioni, quando è il caso di parlare per allusioni. Abbiamo già visto lungamente il perché in precedenza, non mi dilungo. Di "una visione chiara" non avrebbero affatto "scritto subito", perché non davano conto a noi che siamo convinti che loro parlassero di dottrine invece che di evidenza, e perché per molto tempo, esattamente 40 anni, come in una perigliosa riedizione della traversata nel deserto, doveva essere una "visione chiara" del battezzato, di chi era nella Via, non del semplice lettore, e non questione di dibattito pubblico e da esporre alla bestemmia dei figli di Giacobbe, da chiamare invece prima degli altri alla salvezza. Proprio perché Gesù è Dio, non si espone alla bestemmia il suo Nome, cosa che quelli avrebbero per certo fatto (a proprio danno, mentre invece li si voleva salvare) [e a differenza dei Gentili, che al massimo potevano essere indifferenti e/o ignoranti, ma mai propriamente dei bestemmiatori, perché non sapevano di che parlavano]. Ogni piccola allusione alla deità, tipo Filippesi, prima del 70, dipendeva dal luogo e dal pubblico, poiché dappertutto essi erano avversati dai Giudei e perciò i testi scritti potevano essere persi di mano e usati contro la Via in Palestina e contro singoli fratelli nelle comunità.
Se pensiamo che Gesù apparve a loro per 40 giorni, dopo la risurrezione, quante cose dette non ci hanno rendicontato? E non lo hanno fatto perché scrivevano per loro, non per noi. Se provi ad immedesimarti, potrebbe essere la cosa più buffa del mondo che ancora ragioniamo del senso di Filippesi 2. Ubi maior, infatti.. O ubi evidentia.
[A proposito, se Giovanni aveva 14 anni ai tempi del suo "vide e credette", visto che prima soleva stare appoggiato sul petto di Gesù e tanto più grande non penso potesse essere, ne aveva 84 quando morì, nel 100. Lo dico perché non capisco perché usi questo 100 come se significasse prova di qualcosa].
[Fuori ambito e per puro piacere, e siccome accennavi qualche post fa, correttamente, al prologo di Gv. La traduzione "l'unigenito Dio" della Nuova Riveduta si rifà al testo della Nestle-Aland in base al Papiro 75, "o monoghenes theos". Le ultime due edizioni della Nestle-Aland si rifanno, accettandone la lezione in quanto più risalente, all'ancora più antico Papiro 66, che non ha l'articolo: "monoghenes theos". Stante che Giovanni, non essendoci le virgole in greco antico, non poteva costruire l'apposizione nel modo più consueto ("o monoghenes o theos") perché dopo c'è la frase relativa ("che è nel seno del Padre") e il lettore l'avrebbe intesa come riferita a theos (l'Unigenito, il Dio che è nel seno del Padre) l'unica traduzione possibile è "l'Unigenito, Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere". (Nello stesso senso in cui egli è la Parola, Dio, non il Dio parlante). L'alternativa sarebbe "Dio unigenito, che è nel seno del Padre, è quello ecc." che pare da scartare. Mentre l'unica traduzione per certo grammaticalmente erronea diventa proprio la precedente "l'unigenito Dio, che è ecc.". Ho scritto a laparola.net e dopo un cinque sei mail, non so a che livello sia arrivata la cosa, ma mi hanno dato ragione].
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Vieri
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

Valentino delle belle.... :risata: .
Andiamo per gradi e per argomenti, il primo dei quali è riprendere la tua citazione iniziale di Paul A. Holloway che scrive:
Paolo concepiva quella che viene comunemente definita l'incarnazione di Cristo come una sorta di metamorfosi. Secondo Fil 2:6-11 Cristo era un angelo potente che in origine esisteva “nella forma [μορφῇ] di Dio”.
Primo: Ti contesto il fatto che questa storia dell'"angelo" fosse identica al pensiero dei testimoni di Geova e dato che questo era americano mi viene anche il dubbio che fosse stato anche influenzato dalle loro dottrine.

Secondo: Mi meraviglio della tua citazione e quando poi gli contesto il fatto che pareva difficile che un "angelo" potesse avere avuto alla fine da Dio tali prerogative..........

Terzo: a questo punto trovando insostenibile questa interpretazione ( ma non lo dici.....) esce dal cappello di Valentino questa nuova "storia"
La maggioranza degli studiosi in realtà ritiene che non ci sia nessuna allusione ad una preesistenza, nemmeno angelica, ma che si parla di Gesù come di un essere umano,
Dicendo poi "tranquillamente che condividi questa idea scrivendo:
No Vieri non ti prendo in giro..... :boh:
Ma scusa Valentino o ci sei o ci fai...ma con chi credi di parlare ? Con un imbecille ? ma tu non prenderesti allora in giro le persone affermando pensieri in antitesi tra di loro :boh:
Prima citi il pensiero di questo Paul A. Holloway con l'idea di concordare con lui se no non lo avresti ovviamente citato, poi dopo la mia contestazione cambi opinione e dici invece citando ;
La maggioranza degli studiosi in realtà ritiene che non ci sia nessuna allusione ad una preesistenza, nemmeno angelica, Ed io concordo:
E poi mi vieni a dire che non mi prendi in giro ? :boh:
Per favore Valentino "c'a nisciuno è fesso....." :balla:
:mirror: :mirror:
Andiamo vanti:
Vieri ha scritto: ↑ieri, 17:12Ma non ti accorgi di essere pedante?
Rispondendo sempre "innocentemente....
Sono preciso e metodologicamente corretto non pedante. :ironico:
Tra l'altro non credo che tu sia nella posizione di dare "patenti di pedanteria".
Almeno io mi pregio di citare letteratura accademica, non il catechismo o materiale apologetico-confessionale-catechetico-pastorale.

Se poi non metti in dubbio le sue affermazioni per "partito preso" stai facendo esattamente quello che fanno i tdG col corpo direttivo. Non mettono in dubbio ciò che afferma il CD anche se ci sono fonti accademiche che dicono l'esatto contrario!!!
Ma scusa caro "illuminato dalla fede nella scienza umana", puoi pensare anche in una parte del tuo cervello che possano esistere a questo mondo anche delle persone e che ritengo non siano nemmeno poche, che dissentono dal tuo pensiero dalle tue cosiddette "fonti" e che il tuo comportamento nei confronti di chi non concorda con te possa ritenersi decisamente denigratorio e offensivo anche nei confronti di un papa, definendo sempre tutto come catechismo o materiale apologetico-confessionale-catechetico-pastorale. ?
Ripeto,.... e sono educato ma il tuo comportamento così altezzoso e settario è assolutamente INDISPONENTE.

Andiamo avanti con le tue "chicche di saggezza"...
Mario70 ha scritto: ↑12/01/2024, 17:46No Vieri, in Filippesi non c'è eternità, quindi si parla di un essere creato, in cielo o sulla Terra in base alla traduzione iniziale del passo.
Quindi questa esaltazione o iperesaltazione come rende il testo greco, avviene dopo la resurrezione, non avendo considerato di essere come Dio (padre) come invece fece Adamo, ma anzi rendendo se stesso come uno schiavo e morendo in croce, Dio lo esalta al di sopra di ogni creatura e gli dà il nome più alto di tutti loro e nel suo nome tutti vivi o morti, devono rendere culto (ogni ginocchio si deve piegare), sempre a gloria di Dio Padre, quindi si, parliamo di esaltazione di una creatura.
Rispetto ovviamente il pensiero di Mario ma ritengo che siano sempre sue opinioni personali di un agnostico lasciandomi poi molto perplesso su questa idea di ESALTAZUINE DI UNA CREATURA

Cosa vorreste dire allora con il termine generico di CREATURA? un umano, un angelo o del Figlio di Dio ? :boh:

Risposta direi inconcludente...e della quale sarebbe anche utile chiarire

In finale dal solito "innocente":
Vieri io ho riportato semplicemente l'esperienza che racconta Paolo di Tarso ed ho rilevato che lo stesso Paolo di Tarso mette sullo stesso piano la sua esperienza (che "tecnicamente" si può definire "viaggio celeste") con quella degli apostoli. In sostanza Paolo afferma che quello che è capitato a lui e che lo ha convinto della resurrezione di Gesù è la stessa esperienza che hanno fatto gli apostoli.
Tra l'altro non si capisce come puoi dedurre da quel che ho scritto che io abbia inteso fare delle affermazioni sulla resurrezione. Nel fare i rilievi che ho fatto non ho nè affermato nè negato la resurrezione.
Nell'economia del nostro discorso ciò su cui ci dovremmo soffermare è il fatto che sia Paolo di Tarso che gli apostoli fossero sinceramente convinti del fatto che Dio aveva resuscitato Gesù.
Caro figliolo, non hai riportato" semplicemente" l'esperienza che racconta paolo ma la tua personale interpretazione dell'apparizione di Gesù agli apostoli quando sai benissimo che sui vangeli c'è scritto ben altro e che Gesù non "apparve" come una visione mistica ma mangiando addirittura del pesce con loro...

PS. Cerchiamo pe favore di essere meno inconcludenti e portare più rispetto per le opinioni altrui. grazie
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Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
Bertolt Brecht
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Mario70 »

GioGian ha scritto: 13/01/2024, 2:29

non sono in malafede, non avevo mai letto te dire di essere convinto che loro fossero convinti, non conosco tutto il tuo pregresso. Quanto a Porfirio, cosa se ne importava degli ortodossi? Sapeva leggere il greco da solo, il suo greco di fine III sec. era simile a quello di Paolo, ed evidentemente intendeva ciò che intesero tutti. Altimenti avrebbe usato l'argomento nel modo in cui fai tu. Che è anche un modo più consono a lui che a noi, se ci pensi.
Non so onestamente cosa lesse esattamente Porfirio, se Filippesi o Giovanni o Origene, sta a te l'onere della prova e se hai tempo di mostrarmela ne sarei felice.
Io e il buon Valentino abbiamo esposto semplicemente il pensiero della critica contemporanea riguardo l'inno in questione e come avrai notato è tutt'altro che pacifica, perché ci sono dei termini non proprio semplici da tradurre, come sai i lemmi cambiano significato in pochi decenni, cambiano in base alla teologia propria di chi legge ecc... in base a come si traduce morphe (forma o natura o immagine [di Dio] ), arpagmos (rubare o tenere stretta [l'uguaglianza di Dio] ), omoiomati (somiglianza o simile o d'aspetto [d'uomo]) skemati (apparenza o condizione esteriore o somiglianza [umana]).
Per farti capire la difficoltà traduttiva ti faccio il solo esempio di arpagmos:

1) Senso attivo, «non reputò un furto, una usurpazione, una rapina» il suo essere come Dio,
appunto perché ne era in legittimo possesso; così i padri latini;

2) Senso passivo in diverse sfumature:

a) cosa rubata – quindi da custodire gelosamente, da non cedere;

b) cosa da rubarsi – con idea di violenza e di usurpazione, come avvenne da parte di Adamo;

c) cosa da conservarsi (senza nessuna idea di ingiusto possesso), nel senso lato di “prendere per se, usufruire, usare a proprio vantaggio”.

io sono meno "fiscale" di Valentino, e posso accettare diverse ipotesi riguardo il senso di queste parole, ma se mi soffermo a studiare tutte le lettere autentiche di Paolo come ho fatto per decenni, sono costretto a scegliere una traduzione che non sconvolga la sua teologia espressa nelle altre sei lettere ed ecco che la similitudine con Adamo espressa in corinti o in Romani risulta vincente: Adamo figlio di Dio secondo Genesi colse il consiglio di Satana di voler essere "come Dio" disubbidendo a Dio, ricevendo la morte per sé e i suoi figli; Gesù, figlio di Dio come lo era Adamo, rifiutò di rubare l'uguaglianza di Dio, rifiuta quindi di farsi come Dio come fece Adamo, umilia se stesso, viene conosciuto come un uomo, muore in croce e viene iperesaltato da Dio che gli dà il nome ecc... Consentendo ai suoi seguaci di ricevere la vita eterna, di essere anche loro figli di Dio.
Fin dalle più antiche testimonianze sappiamo che Giovanni è morto all'inizio dell'impero di Traiano, più esattamente intorno al 100. Come potrebbe uno studioso dirsi certo che il Vangelo non sia del 98 ed invece è del 102? Non ho mai letto simili cose. Ho letto lungamente della difficoltà a conciliare il linguaggio di Ap con quello del Vangelo, e ho già dato la mia ipotesi. Ma potrebbe mai trovarsi la soluzione nel testo stesso? Non credo esista qualcuno, che sia considerato davvero uno studioso, che dal testo stesso possa escludere la paternità di Giovanni. Se usasse l'argomento dottrinale, cioè la deità di Gesù, non farebbe che utilizzare una conclusione come una premessa. Il che non è logico, perché pretenderebbe di dimostare proprio attraverso ciò che pretende di dimostrare. Come fai tu con le parole di Gesù circa il battesimo, in Mt. Che sarebbero un'aggiunta del 100, cioè posteriore di una 40ina d'anni al vangelo stesso. Ma non è stato mai trovato un manoscritto di Mt senza quelle parole, e non puoi dedurlo come conclusione di una premessa che contiene la conclusione stessa. Ti ho già detto in merito; e non puoi trovare, perché non c'è, un luogo in cui Gesù parli del modo del battesmo e dica un'altra cosa. Negli altri luoghi cui ovvicomprensivamente tu alludi si racconta e si riporta, non si danno istruzioni.
Paolo fece scrivere la lettera ai Filippesi da Timoteo. Vuoi che a Timoteo non sia venuto di dirgli: "ma non è che, se scriviamo così, a qualcuno dei fratelli di Filippi possa venire in mente che stai dicendo che Gesù era Dio?" Non tutti i fratelli di Filippi potevano essere ferrati come lui e Paolo. "Se vuoi scrivere di un angelo, scriviamo di un angelo. Se di un altro Adamo, di un altro Adamo. Non possiamo lasciare aperto il dubbio, cioè far sbagliare qualcuno e fargli pensare che noi stiamo dicendo che Gesù preesisteva come Dio".
O no?
Ecco perché l'ipotesi dei due Adamo (primo e ultimo come in corinzi e in Romani) risponde alle domande che hai posto a Timoteo, rasoio di Occam docet.
I testi del NT non sono testi dottrinali, non sono stati scritti per noi ma per loro, sono vivi e perciò sanno parlare anche per allusioni, quando è il caso di parlare per allusioni. Abbiamo già visto lungamente il perché in precedenza, non mi dilungo. Di "una visione chiara" non avrebbero affatto "scritto subito", perché
non davano conto a noi che siamo convinti che loro parlassero di dottrine invece che di evidenza, e perché per molto tempo, esattamente 40 anni, come in una perigliosa riedizione della traversata nel deserto, doveva essere una "visione chiara" del battezzato, di chi era nella Via, non del semplice lettore, e non questione di dibattito pubblico e da esporre alla bestemmia dei figli di Giacobbe, da chiamare invece prima degli altri alla salvezza. Proprio perché Gesù è Dio, non si espone alla bestemmia il suo Nome, cosa che quelli avrebbero per certo fatto (a proprio danno, mentre invece li si voleva salvare) [e a differenza dei Gentili, che al massimo potevano essere indifferenti e/o ignoranti, ma mai propriamente dei bestemmiatori, perché non sapevano di che parlavano]. Ogni piccola allusione alla deità, tipo Filippesi, prima del 70, dipendeva dal luogo e dal pubblico, poiché dappertutto essi erano avversati dai Giudei e perciò i testi scritti potevano essere persi di mano e usati contro la Via in Palestina e contro singoli fratelli nelle comunità.
Ho capito la tua ipotesi ma non mi convince, tanto più che propendo per l'ipotesi dell'inno pre paolino come da maggioranza degli studiosi, troppo diverso dal resto delle sue lettere autentiche, ma se Paolo lo incluse in Filippesi, come sembra evidente, dobbiamo pensare a come lui lo interpretasse in base alla sua teologia esposta nelle altre sue lettere autentiche.
Se pensiamo che Gesù apparve a loro per 40 giorni, dopo la risurrezione, quante cose dette non ci hanno rendicontato? E non lo hanno fatto perché scrivevano per loro, non per noi. Se provi ad immedesimarti, potrebbe essere la cosa più buffa del mondo che ancora ragioniamo del senso di Filippesi 2. Ubi maior, infatti.. O ubi evidentia.
Che Gesù apparve loro per 40 giorni ecc... Contraddice quello che dicono o non dicono gli altri testi, ad esempio:

Vangelo di Luca: Gesù resuscitato appare ai pellegrini di Emmaus ed agli undici apostoli una sola volta e quello stesso giorno ascende in cielo:

Luca 24:1 Il primo giorno della settimana, la mattina molto presto, esse si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparato. 2 E trovarono la pietra rotolata dal sepolcro. 3 Ma, essendo entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù... 8 Esse si ricordarono delle sue parole 9 e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutte queste cose agli undici e a tutti gli altri. 10 Quelle che dissero queste cose agli apostoli erano: Maria Maddalena, Giovanna, Maria madre di Giacomo e le altre donne che erano con loro. 11 Quelle parole parvero loro un vaneggiare e non credettero alle donne.
12 Ma Pietro, alzatosi, corse al sepolcro; essendosi chinato a guardare, vide soltanto le fasce e se ne andò meravigliandosi fra sé stesso di quello che era avvenuto.
13 Due di loro se ne andavano in quello stesso giorno a un villaggio di nome Emmaus, distante da Gerusalemme sessanta stadi, 14 e parlavano tra loro di tutte le cose che erano accadute. 15 Mentre parlavano e discutevano insieme, Gesù stesso si accostò e cominciò a camminare con loro. 16 Ma i loro occhi erano impediti così da non riconoscerlo.... . 21 Noi speravamo che fosse lui che avrebbe riscattato Israele, invece, con tutto ciò, ecco il terzo giorno da quando sono avvenute queste cose. 22 È vero che certe donne tra di noi ci hanno fatto stupire; essendo andate la mattina di buon'ora al sepolcro 23 e non avendo trovato il suo corpo, sono venute dicendo di aver avuto anche una visione di angeli, i quali dicono che egli vive.... 29 Essi gli fecero forza, dicendo: “Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno è già declinato”. Ed egli entrò per rimanere con loro.... 33 E, alzatisi in quella stessa ora, tornarono a Gerusalemme e trovarono riuniti gli undici e quelli che erano con loro, 34 i quali dicevano: “Il Signore è veramente risuscitato ed è apparso a Simone”....
36 Ora, mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. 37 Ma essi, smarriti e impauriti, pensavano di vedere uno spirito...
44 Poi disse loro: “Queste sono le cose che io vi dicevo quando ero ancora con voi: che era necessario che tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi fossero adempiute”. 45 Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture, e disse loro...
50 Poi li condusse fuori fin presso Betania e, alzate in alto le mani, li benedisse. 51 Mentre li benediceva, si separò da loro e fu portato su nel cielo. 52 Essi, adoratolo, tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53 ed erano continuamente nel tempio, benedicendo Dio.

Vangelo di Marco autentico, Gesù risorge, uno dice alle donne che Gesù era risorto e che lo avrebbero rivisto in Galilea, nessuna Ascensione:

Marco 14:1 Passato il sabato, Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo, e Salome comprarono degli aromi per andare a ungere Gesù. 2 La mattina del primo giorno della settimana, molto presto, vennero al sepolcro al levar del sole. 3 E dicevano tra di loro: «Chi ci rotolerà la pietra dall'apertura del sepolcro?» 4 Ma, alzati gli occhi, videro che la pietra era stata rotolata; ed era pure molto grande. 5 Entrate nel sepolcro, videro un giovane seduto a destra, vestito di una veste bianca, e furono spaventate. 6 Ma egli disse loro: «Non vi spaventate! Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; egli è risuscitato; non è qui; ecco il luogo dove l'avevano messo. 7 Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea; là lo vedrete, come vi ha detto». 8 Esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro, perché erano prese da tremito e da stupore; e non dissero nulla a nessuno, perché avevano paura."

Aggiunta posticipata inserita in Marco chissà da chi e quando:

9 [Or Gesù, essendo risuscitato la mattina del primo giorno della settimana, apparve prima a Maria Maddalena, dalla quale aveva scacciato sette demòni. 10 Questa andò ad annunciarlo a coloro che erano stati con lui, i quali facevano cordoglio e piangevano. 11 Essi, udito che egli viveva ed era stato visto da lei, non lo credettero.
12 Dopo questo, apparve in modo diverso a due di loro che erano in cammino verso i campi; 13 e questi andarono ad annunciarlo agli altri; ma neppure a quelli credettero.
14 Poi apparve agli undici mentre erano a tavola e li rimproverò della loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che l'avevano visto risuscitato.
15 E disse loro: «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. 16 Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato. 17 Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio scacceranno i demòni; parleranno in lingue nuove; 18 prenderanno in mano dei serpenti; anche se berranno qualche veleno, non ne avranno alcun male; imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno».
19 Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. 20 E quelli se ne andarono a predicare dappertutto e il Signore operava con loro confermando la Parola con i segni che l'accompagnavano.]

Vangelo di Giovanni: Gesù resuscitato appare agli apostoli in tre occasioni diverse, nessuna ascensione.

Vangelo di Matteo le donne al sepolcro vedono un Angelo, poi vedono Gesù, poi si fa vedere ai suoi discepoli e alcuni dubitarono, nessuna ascensione.

Secondo Atti invece dopo quaranta giorni:

Atti 1:3 “Ai quali anche, dopo che ebbe sofferto, si presentò vivente con molte prove, facendosi vedere da loro per quaranta giorni, parlando delle cose relative al regno di Dio”.

Arriviamo a Paolo dove le persone che videro Gesù cambiano ordine, le donne scompaiono (per un misogino come lui era normale) e chi lo vide risorto si moltiplicano come i funghi:

I corinti 15:
3 Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l'ho ricevuto anch'io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; 4 che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture; 5 che apparve a Cefa, poi ai dodici. 6 Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti. 7 Poi apparve a Giacomo, poi a tutti gli apostoli; 8 e, ultimo di tutti, apparve anche a me"

Se permetti è tutto molto umano, contraddittorio, nel tempo le cose si amplificano, le presunte prove si moltiplicano a dismisura.
[A proposito, se Giovanni aveva 14 anni ai tempi del suo "vide e credette", visto che prima soleva stare appoggiato sul petto di Gesù e tanto più grande non penso potesse essere, ne aveva 84 quando morì, nel 100. Lo dico perché non capisco perché usi questo 100 come se significasse prova di qualcosa].
Mah! Diciamo che sei costretto a scegliere questa ipotesi per mantenere in piedi la paternità giovannea, c'è chi addirittura sposta l'età oltre i 90!
Le ultime ipotesi riguardo la sua stesura sono queste:

"Gli studiosi dell'interconfessionale Bibbia TOB sottolineano, invece, in merito a una redazione di tale vangelo fatta dallo stesso apostolo Giovanni, come "la maggior parte dei critici esclude questa eventualità". Gli esegeti della École biblique et archéologique française (i curatori della Bibbia di Gerusalemme) osservano, inoltre, che "simile identificazione, per quanto venerabile, non resta esente da difficoltà. Alcuni grandi esegeti, dopo averla ammessa, l'hanno abbandonata. Certamente sono stati indotti da seri motivi. Ci si può domandare perché l'apostolo Giovanni abbia omesso di raccontare alcuni episodi ai quali aveva assistito, episodi importanti come la risurrezione della figlia di Giàiro (Mc5,37), la trasfigurazione (Mc9,2), l'istituzione dell'eucaristia (Mc14,17s), l'agonia di Gesù al Getsèmani (Mc14,33)".
Inoltre, in merito alle indicazioni contenute nello stesso vangelo di Giovanni, gli studiosi del "Nuovo Grande Commentario Biblico" rilevano che "l'autore di Gv21 chiaramente non identifica il discepolo prediletto, che sta all'origine della tradizione giovannea, con Giovanni figlio di Zebedeo. Gv21,2 parla de «i (figli) di Zebedeo», mentre 21,7.20 parla del discepolo prediletto" e "un'altra difficoltà per l'affermazione che Giovanni, il figlio di Zebedeo, sia l'autore del quarto vangelo, viene da quanto presuppone Mc10,39: tutti e due i fratelli avrebbero sofferto il martirio. Gv21,20-23 asserisce abbastanza chiaramente che il discepolo prediletto non morì martire come Pietro".
Anche Raymond Brown - concordemente a molti altri studiosi, come l'esegeta John Dominic Crossan, tra i cofondatori del Jesus Seminar, e lo storico e biblista Bart Ehrman - ritiene che il vangelo secondo Giovanni e i sinottici siano di autori ignoti e sottolinea altresì che tali autori non furono neppure testimoni oculari."
[Fuori ambito e per puro piacere, e siccome accennavi qualche post fa, correttamente, al prologo di Gv. La traduzione "l'unigenito Dio" della Nuova Riveduta si rifà al testo della Nestle-Aland in base al Papiro 75, "o monoghenes theos". Le ultime due edizioni della Nestle-Aland si rifanno, accettandone la lezione in quanto più risalente, all'ancora più antico Papiro 66, che non ha l'articolo: "monoghenes theos". Stante che Giovanni, non essendoci le virgole in greco antico, non poteva costruire l'apposizione nel modo più consueto ("o monoghenes o theos") perché dopo c'è la frase relativa ("che è nel seno del Padre") e il lettore l'avrebbe intesa come riferita a theos (l'Unigenito, il Dio che è nel seno del Padre) l'unica traduzione possibile è "l'Unigenito, Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere". (Nello stesso senso in cui egli è la Parola, Dio, non il Dio parlante). L'alternativa sarebbe "Dio unigenito, che è nel seno del Padre, è quello ecc." che pare da scartare. Mentre l'unica traduzione per certo grammaticalmente erronea diventa proprio la precedente "l'unigenito Dio, che è ecc.". Ho scritto a laparola.net e dopo un cinque sei mail, non so a che livello sia arrivata la cosa, ma mi hanno dato ragione].
Interessante anche come rende la bibbia cei 2008 che include entrambe le tradizioni:

18Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato."

Feci anche io una ricerca se la trovo te la posto.
Ultima modifica di Mario70 il 14/01/2024, 15:15, modificato 1 volta in totale.
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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GioGian ha scritto: 14/01/2024, 2:58Non credo esista qualcuno, che sia considerato davvero uno studioso (sic!), che dal testo stesso possa escludere la paternità di Giovanni.
"Nel quadro della scuola giovannea, chi è allora l'autore del quarto vangelo? Se il discepolo prediletto è il fondatore della scuola giovannea, d'altra parte è poco probabile che sia l'autore del vangelo. Bisogna pensare a un redattore diverso da lui, di una generazione più giovane che viene chiamato di solito l'evangelista. Il contributo determinante dell'evangelista è di aver messo in racconti le tradizioni giovannee, e in particolare di aver concepito una storia di Gesù orientata verso la croce. I motivi redazionali dell'«ora», dell'«elevazione» e della «glorificazione» che mettono tutto il racconto in rapporto con la croce sostengono questo giudizio; i discorsi d'addio che si interrogano sul significato della partenza di Gesù vanno nella direzione stessa. Tuttavia, conviene prendere atto del fatto che il vangelo canonico non è opera dell'evangelista, bensì del redattore finale (bisogna pensare a un singolo o a un gruppo di persone?); questi ha dato l'ultimo tocco al vangelo, aggiungendogli in particolare il capitolo 21 e inserendo diverse glosse nel testo(cfr. 20.2.2). Le ragioni che hanno motivato quest'ultima rilettura devono essere cercate nel mutamento della situazione delle chiese giovannee dopo il loro probabile spostamento dalla Siria verso l'Asia Minore, e nella loro ricerca di un'integrazione nella grande chiesa".
FONTE: AA.VV., Introduzione al Nuovo Testamento, a cura di Daniel Marguerat, Claudiana, pag.383.

"Come Marco, Matteo, Luca e gli Atti, il Vangelo di Giovanni è anonimo. Dal II secolo in poi, però, la tradizione lo ha attribuito a Giovanni, il figlio di Zebedeo, in cui si identificava il misterioso «discepolo che Gesù amava».
L'idea che uno dei seguaci di Gesù fosse l'autore del libro si basava su un paio di commenti presenti nel testo stesso: a) il riferimento a un testimone che vide l'acqua e il sangue uscire dal fianco di Gesù sulla croce (19,35); b) l'allusione all'amato discepolo che sarebbe stato testimone e avrebbe scritto di questi avvenimenti (21,24). [...] il quarto Vangelo non fu il prodotto letterario di un unico autore. Senza dubbio, una sola persona fu responsabile del risultato finale, ma quella persona, chiunque sia stata, ha costruito il Vangelo utilizzando svariate fonti preesistenti in circolazione nella comunità già da diversi anni. Con ogni probabilità, l'autore era di madrelingua greca e viveva fuori dalla Palestina. Stante l'origine palestinese di alcune delle tradizioni (le parole aramaiche, per esempio), è possibile che la comunità si fosse trasferita in una regione di lingua greca e che, a un certo punto della sua storia, avesse annoverato un gran numero di convertiti. Probabilmente non sapremo mai se l'autore abbia fatto parte della comunità sin dall' inizio o se si sia aggiunto in seguito".

FONTE: B. D. Ehrman, Il Nuovo Testamento – Un'introduzione, edizione italiana a cura di Matteo Grosso, Carocci editore S.p.a, Roma, I ristampa, maggio 2018.
illustri autori quali E.P. Sanders, Geza Vermes, Dale Allison, Paula Fredriksen e tanti altri [...] su un punto concordano tutti:
Gesù non trascorse il suo ministero a proclamarsi divino.
B. Ehrman

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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

Per Mario e Valentino :
il quarto Vangelo non fu il prodotto letterario di un unico autore. Senza dubbio, una sola persona fu responsabile del risultato finale, ma quella persona, chiunque sia stata, ha costruito il Vangelo utilizzando svariate fonti preesistenti in circolazione nella comunità già da diversi anni. Con ogni probabilità, l'autore era di madrelingua greca e viveva fuori dalla Palestina.
A parte il fatto che aspetto ancora una risposta alle mie precedenti osservazioni desidero ribadire che i 4 vangeli rappresentano il frutto delle diverse esperienze vissute dagli apostoli e trasmesse direttamente ai loro diretti collaboratori e ritengo pertanto abbastanza plausibile il fatto che in alcuni passi certi avvenimenti come la resurrezione di Gesù fossero stati visti e vissuti in maniera diversa.

Del resto dopo la morte di Gesù gli apostoli si divisero andando in varie località e persero pertanto i contatti diretti tra di loro per una possibile condivisione di tali esperienze.

Tra l'altro ricordo sempre il fatto che i parametri di partenza tra le diverse visioni sono decisamente diversi e se mentre da un lato si accettano esclusivamente come veritieri solo gli scritti ritenuti originali dei diretti autori, per la Chiesa Cattolica è importante anche la "traditio" come specificato su Wikipedia:
Il termine Tradizione o Sacra Tradizione, nell'ambito della Chiesa cattolica, indica la trasmissione di notizie e fatti riguardanti la fede, avvenuta dapprima solo oralmente e poi conservata anche in forma scritta. Fa parte delle modalità di trasmissione della Rivelazione o del Depositum fidei della Chiesa cattolica, unitamente con le Sacre Scritture e il Magistero della Chiesa.

La parola "tradizione" è tratta dal latino trado, che significa "consegnare" o "lasciare in eredità". Gli insegnamenti di Dio sono scritti nella Bibbia e sono tramandati non solo nella Scrittura, ma anche nella vita di chi vive secondo i suoi insegnamenti. Gli insegnamenti della Tradizione non sono necessariamente messi per iscritto, ma sono vissuti e tramandati oralmente da coloro che hanno vissuto secondo i suoi insegnamenti, seguendo l'esempio della vita di Cristo, degli apostoli e di Paolo di Tarso così come riportati nel Nuovo Testamento.
Certamente se analizziamo ogni parola di ogni singolo Vangelo potremmo trovare anche delle differenti esperienze e sindacare su di queste per affermare, da agnostici, la loro inattendibilità ma, a parer mio, occorre esaminarli nella loro completezza e dare un giudizio complessivo.

Alla fine ritorno sempre allo stesso discorso di prima:
si vuole sempre da studioso andare a cercare in tutto il pelo nell'uovo" quando si perde di vista il fatto di non sapere e non accorgersi se quest'uovo sia di gallina o di struzzo.

Partendo pertanto dalla considerazione del fatto che la resurrezione di Gesù non fosse stata una visione mistica collettiva ma un avvenimento storico realmente esistito e documentato e che la "traditio" e quindi tutto quando tramandato anche da fonti diverse legate sempre agli apostoli sono considerate veritiere, rimane alla fine IMPOSSIBILE UN DIALOGO con chi invece si basa e si OSTINA SEMPRE ad affermare una "storia" di un semplice messia umano "guaritore" ucciso dai romani come sobillatore del popolo.

Rispetto pertanto per le convinzioni di tutti dove NESSUNO è illuminato né da Dio né tantomeno da dei professori universitari...
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Valentino »

Vieri ha scritto: 14/01/2024, 13:36Valentino delle belle
Belle in che senso?!?!?
Ti ho riportato semplicemente uno studio esegetico recente sull'argomento pubblicato da una prestigiosa casa editrice accademica.
Il fatto che tu non abbia confidenza con la letteratura accademica non è colpa mia!!!
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 13:36Andiamo per gradi e per argomenti, il primo dei quali è riprendere la tua citazione iniziale di Paul A. Holloway che scrive:
Paolo concepiva quella che viene comunemente definita l'incarnazione di Cristo come una sorta di metamorfosi. Secondo Fil 2:6-11 Cristo era un angelo potente che in origine esisteva “nella forma [μορφῇ] di Dio”.
Primo: Ti contesto il fatto che questa storia dell'"angelo" fosse identica al pensiero dei testimoni di Geova e dato che questo era americano mi viene anche il dubbio che fosse stato anche influenzato dalle loro dottrine.
Vieri c'è poco da contestare!
Tu non hai la più pallida idea di chi sia Holloway e posso assicurarti che non è un tdG.
Infatti:
Paul Holloway is University professor of classics and ancient Christianity. He teaches courses in both the School of Theology and the College of Arts and Sciences. Prior to coming to Sewanee, he was senior lecturer in New Testament and Christian origins in the Department of Theology and Religious Studies in the University of Glasgow, Scotland. A member of the Society of Biblical Literature and the prestigious Studiorum Novi Testamenti Societas.
https://theology.sewanee.edu/faculty-st ... -holloway/
Holloway è un docente universitario molto competente nel suo ramo di studi!
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 13:36Secondo: Mi meraviglio della tua citazione e quando poi gli contesto il fatto che pareva difficile che un "angelo" potesse avere avuto alla fine da Dio tali prerogative..........
Non comprendo di cosa ti meravigli?!?!?
Come tu ha spiegato Mario se teniamo presente il parere di Holloway che postula una preesistenza angelica oppure quella quello prevalente che esclude del tutto una esistenza pre-umana di Gesù, cambia poco: si tratta sempre, come ti ha spiegato pure Mario, dell'esaltazione da parte di Dio di una creatura.

Vieri ha scritto: 14/01/2024, 13:36Terzo: a questo punto trovando insostenibile questa interpretazione ( ma non lo dici.....) esce dal cappello di Valentino questa nuova "storia"
La maggioranza degli studiosi in realtà ritiene che non ci sia nessuna allusione ad una preesistenza, nemmeno angelica, ma che si parla di Gesù come di un essere umano,
Dicendo poi "tranquillamente che condividi questa idea scrivendo:
No Vieri non ti prendo in giro..... :boh:
Ma scusa Valentino o ci sei o ci fai...ma con chi credi di parlare ? Con un imbecille ? ma tu non prenderesti allora in giro le persone affermando pensieri in antitesi tra di loro :boh:
Prima citi il pensiero di questo Paul A. Holloway con l'idea di concordare con lui se no non lo avresti ovviamente citato, poi dopo la mia contestazione cambi opinione e dici invece citando;
La maggioranza degli studiosi in realtà ritiene che non ci sia nessuna allusione ad una preesistenza, nemmeno angelica, Ed io concordo:
E poi mi vieni a dire che non mi prendi in giro ? :boh:
Per favore Valentino "c'a nisciuno è fesso....."
Vieri io non ho mai scritto che di "concordare" con Holloway. Io non sostengo nemmeno che l'interpretazione di Holloway sia "inostenibile" in senso assoluto: dico solo che ritengo più corretta quella sostenuta dalla maggioranza degli studiosi che escludono del tutto che in Filippesi 2:6-11 ci sia qualche riferimento ad una esistenza pre-umana di Gesù in forma angelica.
Il problema che sembra sfuggirti è che, agli effetti pratici, se non te ne fossi accorto, cambia ben poco, e te lo ha spiegato pure Mario!
Se è possibile sostenere una esistenza pre-umana di Gesù in forma angelica, l'encomio di Filippesi parlerebbe di una creatura angelica che, dopo una parentesi umana, è stata esaltata da Dio.
Se invece, come ritengo più corretto e meglio argomentato da moltissimi studiosi, manca del tutto in Filippesi la nozione di una esistenza pre-umana di Gesù, in Filippesi 2:6-11 si parla di Gesù solo ed esclusivamente come di un essere umano, ovvero come dice Paolo di Tarso dell' "ultimo Adamo" che è stato esaltato da Dio dopo la resurrezione.

Entrambe le posizioni, ovvero quella che presume una pre-esistenza angelica (Holloway) e quella che invece la esclude (a questo proposito ho fatto riferimento ad una qualche decina di autori), contemplano il fatto che per Paolo di Tarso Gesù non è Dio e non è di natura divina. Questo è il punto su cui dovresti soffermarti!
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 13:36Andiamo vanti: [...] Ma scusa caro "illuminato dalla fede nella scienza umana", puoi pensare anche in una parte del tuo cervello che possano esistere a questo mondo anche delle persone e che ritengo non siano nemmeno poche, che dissentono dal tuo pensiero dalle tue cosiddette "fonti"
Vieri, ripeto che io mi pregio di citare "fonti accademiche" citando i lavori di docenti universitari che si occupano di un certo campo di studi.
Tu invece, a parte il catechismo, chi citi?!?!?!
Ti ho sempre chiesto di citare qualche studioso, ma chissà perché :ironico: :risata: , non lo hai mai fatto!!!

Vieri ha scritto: 14/01/2024, 13:36e che il tuo comportamento nei confronti di chi non concorda con te possa ritenersi decisamente denigratorio e offensivo anche nei confronti di un papa definendo sempre tutto come catechismo o materiale apologetico-confessionale-catechetico-pastorale. ?
Ripeto,.... e sono educato ma il tuo comportamento così altezzoso e settario è assolutamente INDISPONENTE.
Non c'è nulla di denigratorio né di offensivo nel chiederti i nomi di quegli studiosi che sostengono quello che afferma Ratzinger!
Chi sono?!?!?
Come si chiamano?
Dove insegnano?!?!
Altrimenti devo dedurre che tu "dai ragione al papa" semplicemente per "partito preso" come fanno i tdG che, messi di fronte a studi accademici che contraddicono le loro credenze religiose "fanno finta di niente".
Aspetto ancora che tu mi citi qualche nome!
Campa cavallo!!!
:ironico: :risata: :risata:
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 13:36Cosa vorreste dire allora con il termine generico di CREATURA? un umano?
Si. In effetti come afferma Paolo di Tarso, dell'ultimo Adamo!
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 13:36un angelo?
No.
Anche se ci sono fior di studiosi, come Holloway, che lo sostiene.
Come ti ho spiegato e ti ha spiegato anche Mario, agli effetti pratici cambia poco, perché sia che si postula una pre-esistenza angelica o la si esclude, parliamo di Gesù come di una creatura.
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 13:36del Figlio di Dio?
A Gesù può anche essere applicato il titolo messianico di "figlio di Dio", ma questa espressione non contempla che chi la usasse intendesse dire che Gesù fosse Dio oppure che fosse di natura divina.
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 13:36Caro figliolo, non hai riportato" semplicemente" l'esperienza che racconta paolo ma la tua personale interpretazione dell'apparizione di Gesù agli apostoli
Questo è assolutamente falso caro Vieri!
Non si tratta di una mia "personale interpretazione", ma di quello che lo stesso Paolo di Tarso racconta ed anche di quello che racconta il libro degli Atti riguardo a certe esperienze di Paolo!!!


È proprio Paolo di Tarso che ci parla delle sue visioni con queste parole: "Bisogna vantarsi? Ma ciò non conviene! Pur tuttavia verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore. Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa - se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo" (2 Corinti 12:1, 2).
Anche il libro degli Atti, tanto per dire, ci parla delle visioni di Paolo: "E durante la notte apparve a Paolo una visione" (Atti 16:9).
Atti 22:17-18: "Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui rapito in estasi, e vidi Gesù..."
Ed è sempre lo stesso Paolo, che mette sullo stesso piano, le sue esperienze con quelle degli apostoli, perché afferma che Gesù è "apparso" a lui come è "apparso" agli apostoli.

Vieri ha scritto: 14/01/2024, 13:36quando sai benissimo che sui vangeli c'è scritto ben altro e che Gesù non "apparve" come una visione mistica ma mangiando addirittura del pesce con loro
Prima dovresti leggerti l'intera sezione "problemi" di Wikipedia nell'articolo relativo alle "apparizioni" di Gesù (vedi link sottostante), per farti un'infarinatura approssimativa sull'argomento (posto che Wikipedia va sempre preso col le pinze perché può scriverci chiunque!)
Immagine
FONTE: https://it.wikipedia.org/wiki/Apparizio ... 9#Problemi
Secondo: poi a me sembra che ti sfugge che anche l' "alimentarsi" può avvenire in un contesto visionario, per esempio sempre nel libro degli Atti viene intimato a Pietro di "uccidere e mangiare" degli animali, ma ciò avviene appunto in un contesto visionario.
Francamente non so perché vai ad impelagarti in questo tipo di discussioni che, tra l'altro, non c'entrano nulla rispetto a quanto stiamo discutendo, perché qui entrambi partiamo dal presupposto che Paolo di Tarso fosse davvero convinto che Dio aveva resuscitato Gesù.
Non so cosa vorresti "dimostrare" esattamente, sempre ammesso che tu voglia dimostrare qualcosa?!?!
Vorresti dimostrare che è possibile "dimostrare storicamente" la resurrezione di Gesù?!?!
Come ti ho spiegato non è possibile "negare storicamente" la resurrezione di Gesù allo stesso modo di come non è possibile "dimostare storicamente" la resurrezione di Gesù.
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 13:36PS. Cerchiamo pe favore di essere meno inconcludenti
Non mi sembra di essere inconcludente, ma abbastanza preciso e circonstanziato nei miei post, al punto che mi accusi di essere pedante, confondendo l'accuratezza delle mie risposte con la pedanteria.
Piuttosto trovo inconcludente il fatto che fai delle affermazioni senza circostanziarle!
Sostieni che Ratzinger non è "smentibile" :ironico: (e magari è pure infallibile!), ma quando ti si chiede quali siano gli esegeti a cui si riferisce Ratzinger, non rispondi e fai finta di niente!
Questo è essere "inconcludenti", secondo me!!!
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 13:36e portare più rispetto per le opinioni altrui. grazie
Vieri ma io ho il massimo rispetto per te e le tue credenze religiose.
Il punto è che qui non stiamo discutendo le tue credenze religiose!
Stiamo discutendo cosa ha scritto Paolo di Tarso nelle sue lettere autentiche e cosa credeva Paolo di Tarso riguardo a Gesù, non quello che tu credi riguardo a Gesù che, come detto e ripetuto, non è in discussione e non mi interessa discutere!
illustri autori quali E.P. Sanders, Geza Vermes, Dale Allison, Paula Fredriksen e tanti altri [...] su un punto concordano tutti:
Gesù non trascorse il suo ministero a proclamarsi divino.
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Gesù non fu cristiano fu ebreo. J. Wellhausen

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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

Valentino in chiusura con te anche questa volta visto che non riusciamo mai a capirci:

Dici:
Non comprendo di cosa ti meravigli?!?!?
Come tu ha spiegato Mario se teniamo presente il parere di Holloway che postula una preesistenza angelica oppure quella quello prevalente che esclude del tutto una esistenza pre-umana di Gesù, cambia poco: si tratta sempre, come ti ha spiegato pure Mario, dell'esaltazione da parte di Dio di una creatura
No caro mio, non cambia assolutamente poco, .....cosa vorrebbe dire allora esattamente per te "esaltazione di una "creatura" se non specifichi chi potrebbe essere quello che definisci "creatura" ?
Un "uomo" ed un "angelo" sono "creature" cioè create da Dio:
Ogni realizzazione della potenza creatrice di Dio; essere, individuo: le c. animate e inanimate; ; c. angeliche, gli angeli; part., l'uomo considerato come prodotto della creazione divina.
Ma allora se questa benedetta " creatura" quindi creata da Dio, poteva allora essere a sua volta elevata al massimo livello ?
dove:
9 Per questo Dio l'ha esaltato
e gli ha dato il nome
che è al di sopra di ogni altro nome;
10 perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra;
11 e ogni lingua proclami
che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre
.
Non è una osservazione secondaria di chi fosse poichè come ripetuto più volte, un angelo o un umano non avrebbero potuto avere simili considerazioni.
Ma ragioni per favore ?
E ancora:
Vieri io non ho mai scritto che di "concordare" con Holloway. Io non sostengo nemmeno che l'interpretazione di Holloway sia "inostenibile" in senso assoluto: dico solo che ritengo più corretta quella sostenuta dalla maggioranza degli studiosi che escludono del tutto che in Filippesi 2:6-11 ci sia qualche riferimento ad una esistenza pre-umana di Gesù in forma angelica.
Il problema che sembra sfuggirti è che, agli effetti pratici, se non te ne fossi accorto, cambia ben poco, e te lo ha spiegato pure Mario!
Se è possibile sostenere una esistenza pre-umana di Gesù in forma angelica, l'encomio di Filippesi parlerebbe di una creatura angelica che, dopo una parentesi umana, è stata esaltata da Dio.

Entrambe le posizioni, ovvero quella che presume una pre-esistenza angelica (Holloway) e quella che invece la esclude (a questo proposito ho fatto riferimento ad una qualche decina di autori), contemplano il fatto che per Paolo di Tarso Gesù non è Dio e non è di natura divina. Questo è il punto su cui dovresti soffermarti!
Il punto invece sul quale dovesti tu soffermarti poichè per prima cosa rimane decisamente ovvio che non si cita a caso "uno" se non si concorda con le sue idee ma almeno dire subito ch questa è una sua interpretazione. Scusami ma un po' di logica.!!
Poi dovresti ripensare tu e soffermarti sull'idea che ad un essere "creato" da Dio e quindi una "creatura" come la definisci, come un uomo o un angelo non poteva da Dio ricevere tali onori...
Lo capisci questo o te lo devo ripetere che definire questa "creatura" cambia moltissimo ed è fondamentale ?
Ancora nelle polemiche da bar sport:
Altrimenti devo dedurre che tu "dai ragione al papa" semplicemente per "partito preso" come fanno i tdG che, messi di fronte a studi accademici che contraddicono le loro credenze religiose "fanno finta di niente".
Aspetto ancora che tu mi citi qualche nome!
Campa cavallo!!!  
 
Ma cosa c'entrano i tdG e questo abbinamento e dove sminuisci come "credenze religiose" la storia della Chiesa Cattolica presente nel mondo da 2000 anni e pari a 1.375.852.000 persone, con un aumento complessivo di 16.240.000 cattolici rispetto all'anno precedente....
Andiamo ancora avanti
Vorresti dimostrare che è possibile "dimostrare storicamente" la resurrezione di Gesù?!?!
Come ti ho spiegato non è possibile "negare storicamente" la resurrezione di Gesù allo stesso modo di come non è possibile "dimostrare storicamente" la resurrezione di Gesù.
Quindi, se anche tu non puoi negare storicamente la resurrezione di Gesù, cosa vai allora a "inciuciarmi" con le tue solite "verità inconfutabili"? Tu ti tieni le tue idee, i tuoi pareri accademici ed io quello che non puoi definire come credenze religiose mancandomi di rispetto come se fossi alla fine uno "intortato" dal papa di turno.....
In conclusione
Vieri ma io ho il massimo rispetto per te e le tue credenze religiose.
Il punto è che qui non stiamo discutendo le tue credenze religiose!
Stiamo discutendo cosa ha scritto Paolo di Tarso nelle sue lettere autentiche e cosa credeva Paolo di Tarso riguardo a Gesù, non quello che tu credi riguardo a Gesù che, come detto e ripetuto, non è in discussione e non mi interessa discutere!

Ma quale massimo rispetto :risata: quando non tanto velatamente dici di essere nella verità quando scrivi queste cose dove tu hai capito bene la verità e non quello che "credo" ?

Ma non ti accorgi della tua esaltazione e superbia di considerarti sempre nella verità solo per aver letto dei libri ?
Direi che dal punto di vista dei rapporti umani sei un po' "scarsino" se non ti circondi da "adulatori" che pendono dalle tue perle di saggezza.
Ti saluto
:addio:
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

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Vieri ha scritto: 14/01/2024, 18:42Valentino in chiusura con te anche questa volta visto che non riusciamo mai a capirci:
Ritengo di essermi espresso in maniera piuttosto chiara!
Cos'è che non ti è chiaro in quello che ho cercato di spiegarti?
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 18:42No caro mio, non cambia assolutamente poco, .....cosa vorrebbe dire allora esattamente per te "esaltazione di una "creatura" se non specifichi chi potrebbe essere quello che definisci "creatura" ?
Mi sembra di averlo specificato invece!
Proprio nel penultimo post.
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 18:42Un "uomo" ed un "angelo" sono "creature" cioè create da Dio:
Appunto!
Se avesse ragione Holloway, che postula un'esistenza pre-umana di Gesù in forma angelica, si tratterebbe comunque di una creatura.
Se invece, come ben argomentano altri studiosi, in Filippesi 2:6-11, non c'è alcuna allusione ad una esistenza pre-umana di Gesù, ma si parla di Gesù solo ed esclusivamente come di un essere umano, ovvero come afferma Paolo si parla di Gesù come dell'ultimo Adamo, parliamo comunque di una creatura.
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 18:42Ma allora se questa benedetta " creatura" quindi creata da Dio, poteva allora essere a sua volta elevata al massimo livello?
Si.
Anche perché l'esaltazione di cui ci parla Paolo contempla un'autorità attribuita a Gesù che è comunque subordinata all'autorità di Dio.
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 18:42Non è una osservazione secondaria di chi fosse poichè come ripetuto più volte, un angelo o un umano non avrebbero potuto avere simili considerazioni.
E chi l'ha detto che non "avrebbe potuto"?!?!?
Paolo di Tarso afferma proprio questo: ovvero afferma che all'uomo Gesù, morto e resuscitato da Dio, Dio gli concede un'autorità regale sulla creazione che risulta comunque a "gloria di Dio Padre".
Questa esaltazione celeste, o intronizzazione da parte di Dio non contempla che Gesù sia stato messo sullo "stesso piano" di Dio!
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 18:42Ma ragioni per favore ?
Ovviamente si!
E ragiono ponendomi nella prospettiva di Paolo, ovvero di un ebreo del primo secolo, che aveva familiarità con figure umane assunte in cielo: in sostanza Paolo ritiene che Gesù sia stato esaltato da Dio nei cieli come gli ebrei enochici pensavano riguardo ad Enoch. Paolo, ovviamente si pone in polemica con l'enochismo, ritenendo che il "figlio dell'uomo" è Gesù e non Enoch, ma l'orizzonte concettuale in cui si muove è analogo.
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 18:42Il punto invece sul quale dovesti tu soffermarti poichè per prima cosa rimane decisamente ovvio che non si cita a caso "uno" se non si concorda con le sue idee ma almeno dire subito ch questa è una sua interpretazione. Scusami ma un po' di logica.!!
Vieri io ho citato Holloway perché anche Mario ha fatto riferimento a coloro che ritengono che in Filippesi 2:6-11 ci sia un'allusione ad una esistenza pre-umana di Gesù in forma angelica e non soltanto umana. Come ti abbiamo spiegato sia io che Mario, cambia poco, perché comunque sia, sia che si parli di essere angelico o di essere umano, sempre di essere creato parliamo.
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 18:42Poi dovresti ripensare tu e soffermarti sull'idea che ad un essere "creato" da Dio e quindi una "creatura" come la definisci, come un uomo o un angelo non poteva da Dio ricevere tali onori
Secondo Paolo di Tarso, si!
Tieni comunque presente che Paolo di Tarso nel parlare dell'esaltazione del Messia celeste, non mette Gesù sullo stesso piano di Dio.
Il fatto stesso che sia Dio a concedere a Gesù una certa autorità significa che precedentemente Gesù quella autorità non l'aveva: che senso avrebbe "conferire" una autorità a qualcuno che dovrebbe già possederla "per natura"?!?!
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 18:42Lo capisci questo o te lo devo ripetere che definire questa "creatura" cambia moltissimo ed è fondamentale ?
Cosa significa "cambia moltissimo"?!?!?
In Filippesi 2:6-11 Paolo afferma che Gesù è stato esaltato da Dio ricevendo un'autorità che non aveva in precedenza.
Quindi?
Se Gesù fosse stato Dio o fosse stato di natura divina non avrebbe avuto bisogno di "ricevere" qualcosa, ovvero un'autorità sul resto della creazione, che sarebbe dovuta già essere "sua" per natura!
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 18:42Ma cosa c'entrano i tdG e questo abbinamento e dove sminuisci come "credenze religiose" la storia della Chiesa Cattolica presente nel mondo da 2000 anni e pari a 1.375.852.000 persone, con un aumento complessivo di 16.240.000 cattolici rispetto all'anno precedente
Vieri ma cosa diamine dici?!?!
Io non sminuisco proprio niente!
Io parlavo del tuo atteggiamento che è analogo a quello dei tdG.
Infatti continui a non rispondere alle mie domande!
Chissà perché! :ironico: :risata:
Parlare poi genericamente di "credenze religiose" non è "sminuente": esistono le credenze religiose dei cattolici, come esistono le credenze religiose dei musulmani, le credenze religiose dei valdesi, le credenze religiose dei bahai, le credenze religiose dei mormoni, le credenze religiose dei battisti, etc. etc.
Ognuno ha le sue.
Quindi?
Cosa ci sarebbe di sminuente nel parlare delle diverse credenze religiose esistenti?!?!?!
Ad ogni modo stai svicolando!
Ripeto: io parlavo del tuo atteggiamento che è analogo a quello dei tdG.
Avevo scritto:
Non c'è nulla di denigratorio né di offensivo nel chiederti i nomi di quegli studiosi che sostengono quello che afferma Ratzinger!
Chi sono?!?!?
Come si chiamano?
Dove insegnano?!?!
Altrimenti devo dedurre che tu "dai ragione al papa" semplicemente per "partito preso" come fanno i tdG che, messi di fronte a studi accademici che contraddicono le loro credenze religiose "fanno finta di niente".
Aspetto ancora che tu mi citi qualche nome!
Campa cavallo!!!
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 18:42Quindi, se anche tu non puoi negare storicamente la resurrezione di Gesù, cosa vai allora a "inciuciarmi" con le tue solite "verità inconfutabili"?
Vieri ma di cosa parli?!?!
Sei tu che vuoi parlare della resurrezione di Gesù in un contesto in cui non ha alcun senso parlarne.
Non si capisce bene perché metti l'argomento in mezzo se, tra le altre cose, entrambi diamo per scontato che Paolo fosse convinto che Dio aveva resuscitato Gesù.
Ma qui non si parlava del fatto se Paolo fosse o non fosse convinto della resurrezione di Gesù!
Lo sappiamo benissimo e lo abbiamo detto un mucchio di volte che Paolo fosse convinto che Dio aveva resuscitato Gesù.
Ma in questa discussione si parlava d'altro, ovvero di quello che Paolo afferma riguardo a Gesù nel famoso encomio di Filippesi 2:6-11!!!
Come ben sappiamo, e come sa pure Mario, Paolo di Tarso non credeva che Gesù fosse Dio e non credeva che Gesù fosse di natura divina.
Abbiamo parlato di questo aspetto non del fatto che Paolo fosse convinto che Dio aveva resuscitato Gesù.
Sono due questioni distinte, ecco tutto!
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 18:42Tu ti tieni le tue idee, i tuoi pareri accademici
Vieri io non ti parlo delle "mie idee" ma semplicemente di fatti storici che chiunque può studiare in un qualsiasi manuale universitario.
In realtà in questo contesto non abbiamo parlato solo di storia del cristianesimo e del Gesù storico, ma di questioni più squisitamente esegetiche e filologiche.
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 18:42ed io quello che non puoi definire come credenze religiose mancandomi di rispetto
A parte il fatto che sei tu che vuoi venirci a parlare delle tue credenze religiose: io non ho mai inteso occuparmi delle tue credenze religiose, semmai parlare di ciò che affermava Paolo nelle sue lettere autentiche.
Poi ti ripeto: non capisco perché affermi che sia una mancanza di rispetto parlare delle "credenze religiose" tue o, più in generale, delle credenze religiose dei cattolici.
In effetti, volendo, possiamo parlare delle credenze religiose di chiunque: cosa c'è di strano?!?!
Come si dovrebbe definire quello che tu credi per fede, o quello che altri credono per fede se non credenze religiose?!?!?
Mah?!?!?
:boh: :conf:
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 18:42come se fossi alla fine uno "intortato" dal papa di turno.....
Vieri questo è un film che ti sei fatto tu nella tua testa!
Ma chi ha mai detto che sei un "intortato dal papa di turno"?!?!?!
Io ti ho chiesto semplicemente il nome di qualche esegeta e tu sei partito per la tangente!
Mah?!?!? :boh: :conf:
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 18:42Ma quale massimo rispetto :risata: quando non tanto velatamente dici di essere nella verità
Io ho detto di "essere nella verità"?
E dove?
Io parlo semplicemente di questioni che si discutono a livello accademico: parlo di specifiche discipline di studio quali la storia del cristianesimo, la questione del Gesù storico, la critica testuale, la filologia, l'esegesi, etc. etc.
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 18:42quando scrivi queste cose dove tu hai capito bene la verità
Più che altro ho capito quello che chiunque può studiare su normalissimi manuali universitari!
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 18:42e non quello che "credo" ?
Vieri se ti parlo di storia e di fatti storici ovviamente non ti sto parlando di quello che credo!
Tra l'altro io non vorrei parlare nemmeno di quello che tu credi: sei tu che ogni volta vuoi parlarci delle tue credenze religiose.
Uno parla di storia, di esegesi, di filologia e tu te ne esci con quello che credi e col catechismo!
Che senso ha?!?!?
Mah?!!?!!? :boh: :conf:
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 18:42Ma non ti accorgi della tua esaltazione e superbia di considerarti sempre nella verità solo per aver letto dei libri ?
:risata: :risata: :risata:
Vieri ma quale esaltazione e quale superbia?!?!?
Io ho l'umiltà di pormi in ascolto e di apprendere da chi è nella posizione di insegnarmi qualcosa, ovvero di pormi in ascolto e di apprendere da docenti universitari!
Da quando studiare letteratura accademica sarebbe segno di "esaltazione e superbia"?!?!?
Quindi stai dicendo che quelli che frequentano le Università e studiano sono tutti degli "esaltati e dei superbi"?!?!!?!? :ironico: :risata:
Ma ti rendi conto di cosa dici?!?!
Poi ti offendi se si notano nel tuo atteggiamento (e specifico nel tuo, non nell'atteggiamento dei cattolici in generale!) dei tratti che si riscontrano anche nei tdG...che, guarda un po, scoraggiano gli studi universitari!
Vieri ha scritto: 14/01/2024, 18:42Direi che dal punto di vista dei rapporti umani sei un po' "scarsino" se non ti circondi da "adulatori" che pendono dalle tue perle di saggezza.
Nei rapporti umani sono molto caloroso.
Poiché credo che certi argomenti non meritano di essere banalizzati e credo che vanno affrontati seriamente, adotto uno stile piuttosto asciutto e diretto!
Ma ti assicuro che non c'è nulla di personale!
PS: io mi circonderei di adulatori?!?! E dove??! E quando?!?! Quali adulatori?!?!?
illustri autori quali E.P. Sanders, Geza Vermes, Dale Allison, Paula Fredriksen e tanti altri [...] su un punto concordano tutti:
Gesù non trascorse il suo ministero a proclamarsi divino.
B. Ehrman

Gesù non fu cristiano fu ebreo. J. Wellhausen

I soli uomini a vivere, lungo tutto il medioevo, a imitazione di Gesù furono gli ebrei. K. Jaspers

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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da GioGian »

Mario70 ha scritto: 14/01/2024, 14:51
GioGian ha scritto: 13/01/2024, 2:29

non sono in malafede, non avevo mai letto te dire di essere convinto che loro fossero convinti, non conosco tutto il tuo pregresso. Quanto a Porfirio, cosa se ne importava degli ortodossi? Sapeva leggere il greco da solo, il suo greco di fine III sec. era simile a quello di Paolo, ed evidentemente intendeva ciò che intesero tutti. Altimenti avrebbe usato l'argomento nel modo in cui fai tu. Che è anche un modo più consono a lui che a noi, se ci pensi.
Non so onestamente cosa lesse esattamente Porfirio, se Filippesi o Giovanni o Origene, sta a te l'onere della prova e se hai tempo di mostrarmela ne sarei felice.
Io e il buon Valentino abbiamo esposto semplicemente il pensiero della critica contemporanea riguardo l'inno in questione e come avrai notato è tutt'altro che pacifica, perché ci sono dei termini non proprio semplici da tradurre, come sai i lemmi cambiano significato in pochi decenni, cambiano in base alla teologia propria di chi legge ecc... in base a come si traduce morphe (forma o natura o immagine [di Dio] ), arpagmos (rubare o tenere stretta [l'uguaglianza di Dio] ), omoiomati (somiglianza o simile o d'aspetto [d'uomo]) skemati (apparenza o condizione esteriore o somiglianza [umana]).
Per farti capire la difficoltà traduttiva ti faccio il solo esempio di arpagmos:

1) Senso attivo, «non reputò un furto, una usurpazione, una rapina» il suo essere come Dio,
appunto perché ne era in legittimo possesso; così i padri latini;

2) Senso passivo in diverse sfumature:

a) cosa rubata – quindi da custodire gelosamente, da non cedere;

b) cosa da rubarsi – con idea di violenza e di usurpazione, come avvenne da parte di Adamo;

c) cosa da conservarsi (senza nessuna idea di ingiusto possesso), nel senso lato di “prendere per se, usufruire, usare a proprio vantaggio”.

io sono meno "fiscale" di Valentino, e posso accettare diverse ipotesi riguardo il senso di queste parole, ma se mi soffermo a studiare tutte le lettere autentiche di Paolo come ho fatto per decenni, sono costretto a scegliere una traduzione che non sconvolga la sua teologia espressa nelle altre sei lettere ed ecco che la similitudine con Adamo espressa in corinti o in Romani risulta vincente: Adamo figlio di Dio secondo Genesi colse il consiglio di Satana di voler essere "come Dio" disubbidendo a Dio, ricevendo la morte per sé e i suoi figli; Gesù, figlio di Dio come lo era Adamo, rifiutò di rubare l'uguaglianza di Dio, rifiuta quindi di farsi come Dio come fece Adamo, umilia se stesso, viene conosciuto come un uomo, muore in croce e viene iperesaltato da Dio che gli dà il nome ecc... Consentendo ai suoi seguaci di ricevere la vita eterna, di essere anche loro figli di Dio.
Fin dalle più antiche testimonianze sappiamo che Giovanni è morto all'inizio dell'impero di Traiano, più esattamente intorno al 100. Come potrebbe uno studioso dirsi certo che il Vangelo non sia del 98 ed invece è del 102? Non ho mai letto simili cose. Ho letto lungamente della difficoltà a conciliare il linguaggio di Ap con quello del Vangelo, e ho già dato la mia ipotesi. Ma potrebbe mai trovarsi la soluzione nel testo stesso? Non credo esista qualcuno, che sia considerato davvero uno studioso, che dal testo stesso possa escludere la paternità di Giovanni. Se usasse l'argomento dottrinale, cioè la deità di Gesù, non farebbe che utilizzare una conclusione come una premessa. Il che non è logico, perché pretenderebbe di dimostare proprio attraverso ciò che pretende di dimostrare. Come fai tu con le parole di Gesù circa il battesimo, in Mt. Che sarebbero un'aggiunta del 100, cioè posteriore di una 40ina d'anni al vangelo stesso. Ma non è stato mai trovato un manoscritto di Mt senza quelle parole, e non puoi dedurlo come conclusione di una premessa che contiene la conclusione stessa. Ti ho già detto in merito; e non puoi trovare, perché non c'è, un luogo in cui Gesù parli del modo del battesmo e dica un'altra cosa. Negli altri luoghi cui ovvicomprensivamente tu alludi si racconta e si riporta, non si danno istruzioni.
Paolo fece scrivere la lettera ai Filippesi da Timoteo. Vuoi che a Timoteo non sia venuto di dirgli: "ma non è che, se scriviamo così, a qualcuno dei fratelli di Filippi possa venire in mente che stai dicendo che Gesù era Dio?" Non tutti i fratelli di Filippi potevano essere ferrati come lui e Paolo. "Se vuoi scrivere di un angelo, scriviamo di un angelo. Se di un altro Adamo, di un altro Adamo. Non possiamo lasciare aperto il dubbio, cioè far sbagliare qualcuno e fargli pensare che noi stiamo dicendo che Gesù preesisteva come Dio".
O no?
Ecco perché l'ipotesi dei due Adamo (primo e ultimo come in corinzi e in Romani) risponde alle domande che hai posto a Timoteo, rasoio di Occam docet.
I testi del NT non sono testi dottrinali, non sono stati scritti per noi ma per loro, sono vivi e perciò sanno parlare anche per allusioni, quando è il caso di parlare per allusioni. Abbiamo già visto lungamente il perché in precedenza, non mi dilungo. Di "una visione chiara" non avrebbero affatto "scritto subito", perché
non davano conto a noi che siamo convinti che loro parlassero di dottrine invece che di evidenza, e perché per molto tempo, esattamente 40 anni, come in una perigliosa riedizione della traversata nel deserto, doveva essere una "visione chiara" del battezzato, di chi era nella Via, non del semplice lettore, e non questione di dibattito pubblico e da esporre alla bestemmia dei figli di Giacobbe, da chiamare invece prima degli altri alla salvezza. Proprio perché Gesù è Dio, non si espone alla bestemmia il suo Nome, cosa che quelli avrebbero per certo fatto (a proprio danno, mentre invece li si voleva salvare) [e a differenza dei Gentili, che al massimo potevano essere indifferenti e/o ignoranti, ma mai propriamente dei bestemmiatori, perché non sapevano di che parlavano]. Ogni piccola allusione alla deità, tipo Filippesi, prima del 70, dipendeva dal luogo e dal pubblico, poiché dappertutto essi erano avversati dai Giudei e perciò i testi scritti potevano essere persi di mano e usati contro la Via in Palestina e contro singoli fratelli nelle comunità.
Ho capito la tua ipotesi ma non mi convince, tanto più che propendo per l'ipotesi dell'inno pre paolino come da maggioranza degli studiosi, troppo diverso dal resto delle sue lettere autentiche, ma se Paolo lo incluse in Filippesi, come sembra evidente, dobbiamo pensare a come lui lo interpretasse in base alla sua teologia esposta nelle altre sue lettere autentiche.
Se pensiamo che Gesù apparve a loro per 40 giorni, dopo la risurrezione, quante cose dette non ci hanno rendicontato? E non lo hanno fatto perché scrivevano per loro, non per noi. Se provi ad immedesimarti, potrebbe essere la cosa più buffa del mondo che ancora ragioniamo del senso di Filippesi 2. Ubi maior, infatti.. O ubi evidentia.
Che Gesù apparve loro per 40 giorni ecc... Contraddice quello che dicono o non dicono gli altri testi, ad esempio:

Vangelo di Luca: Gesù resuscitato appare ai pellegrini di Emmaus ed agli undici apostoli una sola volta e quello stesso giorno ascende in cielo:

Luca 24:1 Il primo giorno della settimana, la mattina molto presto, esse si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparato. 2 E trovarono la pietra rotolata dal sepolcro. 3 Ma, essendo entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù... 8 Esse si ricordarono delle sue parole 9 e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutte queste cose agli undici e a tutti gli altri. 10 Quelle che dissero queste cose agli apostoli erano: Maria Maddalena, Giovanna, Maria madre di Giacomo e le altre donne che erano con loro. 11 Quelle parole parvero loro un vaneggiare e non credettero alle donne.
12 Ma Pietro, alzatosi, corse al sepolcro; essendosi chinato a guardare, vide soltanto le fasce e se ne andò meravigliandosi fra sé stesso di quello che era avvenuto.
13 Due di loro se ne andavano in quello stesso giorno a un villaggio di nome Emmaus, distante da Gerusalemme sessanta stadi, 14 e parlavano tra loro di tutte le cose che erano accadute. 15 Mentre parlavano e discutevano insieme, Gesù stesso si accostò e cominciò a camminare con loro. 16 Ma i loro occhi erano impediti così da non riconoscerlo.... . 21 Noi speravamo che fosse lui che avrebbe riscattato Israele, invece, con tutto ciò, ecco il terzo giorno da quando sono avvenute queste cose. 22 È vero che certe donne tra di noi ci hanno fatto stupire; essendo andate la mattina di buon'ora al sepolcro 23 e non avendo trovato il suo corpo, sono venute dicendo di aver avuto anche una visione di angeli, i quali dicono che egli vive.... 29 Essi gli fecero forza, dicendo: “Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno è già declinato”. Ed egli entrò per rimanere con loro.... 33 E, alzatisi in quella stessa ora, tornarono a Gerusalemme e trovarono riuniti gli undici e quelli che erano con loro, 34 i quali dicevano: “Il Signore è veramente risuscitato ed è apparso a Simone”....
36 Ora, mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. 37 Ma essi, smarriti e impauriti, pensavano di vedere uno spirito...
44 Poi disse loro: “Queste sono le cose che io vi dicevo quando ero ancora con voi: che era necessario che tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi fossero adempiute”. 45 Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture, e disse loro...
50 Poi li condusse fuori fin presso Betania e, alzate in alto le mani, li benedisse. 51 Mentre li benediceva, si separò da loro e fu portato su nel cielo. 52 Essi, adoratolo, tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53 ed erano continuamente nel tempio, benedicendo Dio.

Vangelo di Marco autentico, Gesù risorge, uno dice alle donne che Gesù era risorto e che lo avrebbero rivisto in Galilea, nessuna Ascensione:

Marco 14:1 Passato il sabato, Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo, e Salome comprarono degli aromi per andare a ungere Gesù. 2 La mattina del primo giorno della settimana, molto presto, vennero al sepolcro al levar del sole. 3 E dicevano tra di loro: «Chi ci rotolerà la pietra dall'apertura del sepolcro?» 4 Ma, alzati gli occhi, videro che la pietra era stata rotolata; ed era pure molto grande. 5 Entrate nel sepolcro, videro un giovane seduto a destra, vestito di una veste bianca, e furono spaventate. 6 Ma egli disse loro: «Non vi spaventate! Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; egli è risuscitato; non è qui; ecco il luogo dove l'avevano messo. 7 Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea; là lo vedrete, come vi ha detto». 8 Esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro, perché erano prese da tremito e da stupore; e non dissero nulla a nessuno, perché avevano paura."

Aggiunta posticipata inserita in Marco chissà da chi e quando:

9 [Or Gesù, essendo risuscitato la mattina del primo giorno della settimana, apparve prima a Maria Maddalena, dalla quale aveva scacciato sette demòni. 10 Questa andò ad annunciarlo a coloro che erano stati con lui, i quali facevano cordoglio e piangevano. 11 Essi, udito che egli viveva ed era stato visto da lei, non lo credettero.
12 Dopo questo, apparve in modo diverso a due di loro che erano in cammino verso i campi; 13 e questi andarono ad annunciarlo agli altri; ma neppure a quelli credettero.
14 Poi apparve agli undici mentre erano a tavola e li rimproverò della loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che l'avevano visto risuscitato.
15 E disse loro: «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. 16 Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato. 17 Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio scacceranno i demòni; parleranno in lingue nuove; 18 prenderanno in mano dei serpenti; anche se berranno qualche veleno, non ne avranno alcun male; imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno».
19 Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. 20 E quelli se ne andarono a predicare dappertutto e il Signore operava con loro confermando la Parola con i segni che l'accompagnavano.]

Vangelo di Giovanni: Gesù resuscitato appare agli apostoli in tre occasioni diverse, nessuna ascensione.

Vangelo di Matteo le donne al sepolcro vedono un Angelo, poi vedono Gesù, poi si fa vedere ai suoi discepoli e alcuni dubitarono, nessuna ascensione.

Secondo Atti invece dopo quaranta giorni:

Atti 1:3 “Ai quali anche, dopo che ebbe sofferto, si presentò vivente con molte prove, facendosi vedere da loro per quaranta giorni, parlando delle cose relative al regno di Dio”.

Arriviamo a Paolo dove le persone che videro Gesù cambiano ordine, le donne scompaiono (per un misogino come lui era normale) e chi lo vide risorto si moltiplicano come i funghi:

I corinti 15:
3 Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l'ho ricevuto anch'io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; 4 che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture; 5 che apparve a Cefa, poi ai dodici. 6 Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti. 7 Poi apparve a Giacomo, poi a tutti gli apostoli; 8 e, ultimo di tutti, apparve anche a me"

Se permetti è tutto molto umano, contraddittorio, nel tempo le cose si amplificano, le presunte prove si moltiplicano a dismisura.
[A proposito, se Giovanni aveva 14 anni ai tempi del suo "vide e credette", visto che prima soleva stare appoggiato sul petto di Gesù e tanto più grande non penso potesse essere, ne aveva 84 quando morì, nel 100. Lo dico perché non capisco perché usi questo 100 come se significasse prova di qualcosa].
Mah! Diciamo che sei costretto a scegliere questa ipotesi per mantenere in piedi la paternità giovannea, c'è chi addirittura sposta l'età oltre i 90!
Le ultime ipotesi riguardo la sua stesura sono queste:

"Gli studiosi dell'interconfessionale Bibbia TOB sottolineano, invece, in merito a una redazione di tale vangelo fatta dallo stesso apostolo Giovanni, come "la maggior parte dei critici esclude questa eventualità". Gli esegeti della École biblique et archéologique française (i curatori della Bibbia di Gerusalemme) osservano, inoltre, che "simile identificazione, per quanto venerabile, non resta esente da difficoltà. Alcuni grandi esegeti, dopo averla ammessa, l'hanno abbandonata. Certamente sono stati indotti da seri motivi. Ci si può domandare perché l'apostolo Giovanni abbia omesso di raccontare alcuni episodi ai quali aveva assistito, episodi importanti come la risurrezione della figlia di Giàiro (Mc5,37), la trasfigurazione (Mc9,2), l'istituzione dell'eucaristia (Mc14,17s), l'agonia di Gesù al Getsèmani (Mc14,33)".
Inoltre, in merito alle indicazioni contenute nello stesso vangelo di Giovanni, gli studiosi del "Nuovo Grande Commentario Biblico" rilevano che "l'autore di Gv21 chiaramente non identifica il discepolo prediletto, che sta all'origine della tradizione giovannea, con Giovanni figlio di Zebedeo. Gv21,2 parla de «i (figli) di Zebedeo», mentre 21,7.20 parla del discepolo prediletto" e "un'altra difficoltà per l'affermazione che Giovanni, il figlio di Zebedeo, sia l'autore del quarto vangelo, viene da quanto presuppone Mc10,39: tutti e due i fratelli avrebbero sofferto il martirio. Gv21,20-23 asserisce abbastanza chiaramente che il discepolo prediletto non morì martire come Pietro".
Anche Raymond Brown - concordemente a molti altri studiosi, come l'esegeta John Dominic Crossan, tra i cofondatori del Jesus Seminar, e lo storico e biblista Bart Ehrman - ritiene che il vangelo secondo Giovanni e i sinottici siano di autori ignoti e sottolinea altresì che tali autori non furono neppure testimoni oculari."
[Fuori ambito e per puro piacere, e siccome accennavi qualche post fa, correttamente, al prologo di Gv. La traduzione "l'unigenito Dio" della Nuova Riveduta si rifà al testo della Nestle-Aland in base al Papiro 75, "o monoghenes theos". Le ultime due edizioni della Nestle-Aland si rifanno, accettandone la lezione in quanto più risalente, all'ancora più antico Papiro 66, che non ha l'articolo: "monoghenes theos". Stante che Giovanni, non essendoci le virgole in greco antico, non poteva costruire l'apposizione nel modo più consueto ("o monoghenes o theos") perché dopo c'è la frase relativa ("che è nel seno del Padre") e il lettore l'avrebbe intesa come riferita a theos (l'Unigenito, il Dio che è nel seno del Padre) l'unica traduzione possibile è "l'Unigenito, Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere". (Nello stesso senso in cui egli è la Parola, Dio, non il Dio parlante). L'alternativa sarebbe "Dio unigenito, che è nel seno del Padre, è quello ecc." che pare da scartare. Mentre l'unica traduzione per certo grammaticalmente erronea diventa proprio la precedente "l'unigenito Dio, che è ecc.". Ho scritto a laparola.net e dopo un cinque sei mail, non so a che livello sia arrivata la cosa, ma mi hanno dato ragione].
Interessante anche come rende la bibbia cei 2008 che include entrambe le tradizioni:

18Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato."

Feci anche io una ricerca se la trovo te la posto.
io ti espongo quello che espongo per farti semplicemente balenare come possibilità concreta il fatto che la critica testuale dimostra semplicemente i suoi presupposti, cioè la convinzione che la deità di Gesù sia un prodotto della fede. Come tale impostasi per progressione. Se per caso ammetti che la deità di Gesù non era per questi uomini un prodotto della loro fede, e perciò ti mettessi al mio posto, per puro esercizio di uno come te che sa sostenere le cose che dice, sapresti benissimo cosa obiettare e perciò cosa obiettarti. Ma non in un post, ma parlando per una settimana, stile Paolo, che portava la gente a stare sveglia fina all'alba. Sono certo che sapresti farlo benissimo.
Cosa vuoi dire altrimenti, che tu o Vieri o Victor o Valentino o Peter (e non so chi dimentico), al posto di Timoteo, non avrebbero detto a Paolo che scrivendo così come scrivevano (o come riportavano), poteva succedere che un Gio o un Vieri o un pincopallino qualsiasi fra i Filippesi avrebbe, sbagliando, potuto intendere che si stesse parlando di deità preesistente?
Erano persone vere costoro.
Però sono contento che valuti - nel senso che "hai inteso" - la mia ipotesi circa il ruolo pubblico, di allora, della scrittura in relazione al proprio tempo. Perciò, finalmente, considerare che questi testi non furono scritti per noi, ma per loro. Non ti convince, ma valuti, il che sottintende che hai capito cosa dico.
Con la distruzione del tempio, la estinzione del Sinedrio, la fine del ruolo del sacerdozio, nel 70, cioè in 40 anni esatti in cui il padrone aveva pazientato, dal punto di vista di costoro, si era realizzato quanto profetizzato dal loro Maestro, cioè il padrone della vigna li aveva rimossi, dopo che i discepoli del Maestro avevano fatto di tutto per tirarne con loro il maggior numero possibile, ponderando, secondo la prudenza raccomandata dal Maestro, la loro comunicazione pubblica (cioè, riguardo ciò di cui parliamo, scritta). Prudenza soprattutto per salvarli, non per salvarsi (come lascia intendere Stefano proprio con le ultime parole prima di morire). Nell'arco di 20 anni il Giudaismo si riorganizzò in "rabbinato" e nel concilio di Iamnia, nel 90, comparvero come elemento di fede le maledizioni contro i "Nazareni". Il tono generale di Gv sarebbe incomprensibile se non fosse perciò "nei fatti" che il popolo dei figli di Giacobbe, in quanto collettivo e sempre fatti salvi i singoli, ovviamente, non fosse più destinatario principale della Via e dell'annuncio in essa contenuto. Poichè costoro, maledicendo i Nazareni, maledicono il Nazareno, ovvero il Nome.
La prudenza nella comunicazione pubblica (cioè, riguardo ciò di cui parliamo, scritta) cessa di avere uno scopo, poiché quelli che non vengono dalla circoncisione, diventati destinatari in senso pieno e non più "de facto" per proselitismo, non bestemmiano propriamente il Nome, perché non può essere loro imputata la loro pura ignoranza o sciatteria o inettitudine circa tali cose.
Fossero anche tutti, quando dici che i critici dicono qualcosa di Gv, dovresti e dovrebbero premettere: "dato che la deità di Gesù è una fede, ne consegue ciò che diciamo di Gv", cioè non si accorgono che dimostrano soltanto la loro premessa. Papia cita fra "quelli che dissero" elementi dei dodici, fra cui Giovanni, fra "quelli che dicono" Aristione e l'anziano Giovanni, distinguendo fra quelli citati "per autorità" e quelli citati perché vivi tra tutti coloro che avevano visto il Maestro. Cioè anche Aristione doveva essere anziano, ma lo si dice solo di Giovanni perché è lo stesso di prima, citato adesso ad altro titolo, cioè perché vivo, e ancora "dicente" cose.
D'altronde, se non si partisse dalla premessa che la deità di Gesù è una fede, a nessuno verrebbe in mente di dire che la formula battesimale è un'aggiunta del 100, poiché non ci sono altre istruzioni in merito nel NT.
Come, se non si parte dal fatto che i Riformati (e tutti prima di loro) intesero "Anziano" come titolo, perché così lo nomina il redattore nelle due lettere minori, non si sbaglierebbe circa cosa intende Papia. Il redattore lo chiamava "il vecchio" per antonomasia, perché era vecchio davvero, non perché a Giovanni facesse tutto questo piacere esserlo. Ad un certo punto rimase l'unico vivo, "il vecchio", il patrimonio vivente di tutti.
Sempre Papia ci testimonia che Giovanni avesse perfetta contezza dell'esistenza degli altri vangeli. Se invece di dire che "omette" dicessimo che "non ripete" il problema non si pone.
Sulle altre osservazioni vale quanto più su propongo di ricostruire circa la nascita del corpus giovanneo.
**
L'argomento della preesistenza dell'inno lo usi come se fosse pacifico che nelle sue lettere Paolo esponga una teologia, mentre la teologia stessa è una cosa che è venuta molto dopo Paolo. Ancora una volta si usa come una premessa la propria conclusione, quella che presuppone che costoro stiano parlando di una fede. Avrei altro da dire ma ci torneremo.
**
Intanto pare pacifico che nessuno potesse imporre a Gesù di "ascendere", o invece sottrarsi alla vista, come meglio credesse, o di farlo addirittura una volta sola.
Dove finisce Marco lo sappiamo davvero dalla comparazione dei manoscritti, non è come il caso della formula battesimale in Mt. E abbiamo già detto del finale di Marco, cioè che finisce esattamente (e improvvisamente) quando dovrebbe tirare in ballo Pietro e la sua corsa. Abbiamo detto e ripetuto il perché, cioè perché Pietro era ancora vivo. Perciò è ovvio il perché, come è ovvio che scrivessero per loro, non per noi. Pure di Mt e "di che cosa" potesse dubitare gente che lo vede vivo abbiamo detto; pure dell'accenno di Luca che dice senza dire abbiamo detto.
Non ho mai colto contraddizioni nei racconti delle apparizioni del Risorto. Essi non solo non sono contraddittori, e potrei scrivere per pagine e pagine, però essi sono perfino secondari rispetto a ciò che Giovanni e Pietro videro nel sepolcro.
**
Io non mi sento costretto a pensare che Giovanni morì a 84 o 90 anni. Semplicemente io non ti ci vedo, a 20 anni, poggiare il capo sul petto del tuo cugino maggiore. E nemmeno i Romani farti passare assieme alle donne, quel venerdì. Ne avrà avuti massimo 14, suppongo, e quindi 84 nel 100.
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Sì, la Cei 2008 intende nel senso che dicevo, ma la traduzione proposta perde un pochino il pregio dell'interlinearità. Purtroppo, a mio grande malincuore, lo dico davvero con tristezza, non riesco ad amare una versione che rende "ventilabro" con "pala", o dice "Maria madre di Cleofa" fra le donne davanti alla croce (come se il "di" indicasse sempre una madre e mai una moglie). Dovresti vedere certe parti del Siracide, con la parola anima ripetuta 16 volte in un inno senza distinguere le sfumature di senso, il "sangue" "uva", altrove uomini "valenti" invece che "volontari", cioè che si offrono volontari. Ci soffro enormemente, perché la Scrittura è bellezza.
Molto volentieri leggerò i risultati della tua ricerche sul prologo di Gv.
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Mario70
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Mario70 »

GioGian ha scritto: 13/01/2024, 2:29
io ti espongo quello che espongo per farti semplicemente balenare come possibilità concreta il fatto che la critica testuale dimostra semplicemente i suoi presupposti, cioè la convinzione che la deità di Gesù sia un prodotto della fede. Come tale impostasi per progressione. Se per caso ammetti che la deità di Gesù non era per questi uomini un prodotto della loro fede, e perciò ti mettessi al mio posto, per puro esercizio di uno come te che sa sostenere le cose che dice, sapresti benissimo cosa obiettare e perciò cosa obiettarti. Ma non in un post, ma parlando per una settimana, stile Paolo, che portava la gente a stare sveglia fina all'alba. Sono certo che sapresti farlo benissimo.
Ci sto provando ma mi viene veramente difficile farlo, e tu riesci così facilmente a scartare l'ipotesi della fede progressiva (fatta in buona fede dai discepoli di Cristo) così come esposta quasi unanimamente dalla critica?
Con te starei volentieri ore a parlare di queste tematiche, la tua preparazione, a istinto, nasconde qualcosa che mi piacerebbe conoscere, perché hai un punto di vista peculiare che sorprendentemente non è connfluito nell'alveo del cattolicesimo e questo mi affascina non poco.
Cosa vuoi dire altrimenti, che tu o Vieri o Victor o Valentino o Peter (e non so chi dimentico), al posto di Timoteo, non avrebbero detto a Paolo che scrivendo così come scrivevano (o come riportavano), poteva succedere che un Gio o un Vieri o un pincopallino qualsiasi fra i Filippesi avrebbe, sbagliando, potuto intendere che si stesse parlando di deità preesistente?
Erano persone vere costoro.
Se il Timoteo di turno interpretava l'inno come tipo e antitipo adamico, non ci vedo niente di trascendentale, è proprio il contrario invece che avrebbe fatto rizzare le antenne a Timoteo chiedendo spiegazioni e forse Paolo avrebbe articolato in maniera meno confusionaria e interpretabile l'inno, il fatto che siano versetti messi lì quasi a caso, distaccati dal contesto, non ripetuti altrove, usando termini non di Paolo e assenti nelle altre lettere, e soprattutto senza alcuna delucidazione necessaria, mi fa propendere per l'ipotesi dell'esaltazione di una creatura.
Però sono contento che valuti - nel senso che "hai inteso" - la mia ipotesi circa il ruolo pubblico, di allora, della scrittura in relazione al proprio tempo. Perciò, finalmente, considerare che questi testi non furono scritti per noi, ma per loro. Non ti convince, ma valuti, il che sottintende che hai capito cosa dico.
L'ho capito perfettamente, ma ricordiamoci che queste lettere erano ad uso interno, molto probabilmente erano tenute segrete e lette solo nelle riunioni (come da disposizione dell'apostolo d'altronde) e che bastava molto meno per essere accusati di bestemmia, già il riconoscere a Gesù il titolo di figlio dell'uomo e figlio di Dio, riconoscerlo quindi come il messia promesso, morto e risorto e asceso alla destra di Dio, bastava eccome per essere messi a morte (vedi Stefano), a questo punto non vedo perché non dovessero aggiungere che avesse natura divina e che fosse creatore come avvenne con Giovanni, sei così sicuro che già all'epoca i cristiani fossero veramente coscienti e convinti di questo? Mi sembra inverosimile, difficile da accettare.
Con la distruzione del tempio, la estinzione del Sinedrio, la fine del ruolo del sacerdozio, nel 70, cioè in 40 anni esatti in cui il padrone aveva pazientato, dal punto di vista di costoro, si era realizzato quanto profetizzato dal loro Maestro, cioè il padrone della vigna li aveva rimossi, dopo che i discepoli del Maestro avevano fatto di tutto per tirarne con loro il maggior numero possibile, ponderando, secondo la prudenza raccomandata dal Maestro, la loro comunicazione pubblica (cioè, riguardo ciò di cui parliamo, scritta). Prudenza soprattutto per salvarli, non per salvarsi (come lascia intendere Stefano proprio con le ultime parole prima di morire). Nell'arco di 20 anni il Giudaismo si riorganizzò in "rabbinato" e nel concilio di Iamnia, nel 90, comparvero come elemento di fede le maledizioni contro i "Nazareni". Il tono generale di Gv sarebbe incomprensibile se non fosse perciò "nei fatti" che il popolo dei figli di Giacobbe, in quanto collettivo e sempre fatti salvi i singoli, ovviamente, non fosse più destinatario principale della Via e dell'annuncio in essa contenuto. Poichè costoro, maledicendo i Nazareni, maledicono il Nazareno, ovvero il Nome.
Da quanto si legge in Atti e nelle lettere di Paolo, la predicazione agli ebrei durò relativamente poco, il passaggio dall'Israele letterale a quello spirituale avvenne in pochi anni, e come giustamente hai scritto anche tu, ai gentili non è che importasse molto se questo Gesù era uomo o Dio, se ebbe una preesistenza o meno, perché quindi aspettare Giovanni?
La prudenza nella comunicazione pubblica (cioè, riguardo ciò di cui parliamo, scritta) cessa di avere uno scopo, poiché quelli che non vengono dalla circoncisione, diventati destinatari in senso pieno e non più "de facto" per proselitismo, non bestemmiano propriamente il Nome, perché non può essere loro imputata la loro pura ignoranza o sciatteria o inettitudine circa tali cose.
Non capisco questo tuo ripetere riguardo il bestemmiare il nome, cosa c'entra con la predicazione riguardo a Gesù? quale nome poi avrebbero bestemmiato? quello del padre YHWH o quello di Gesù? O pensi che già all'epoca pensassero che bestemmiare il nome di Gesù fosse come bestemmiare YHWH? O mi stai dicendo che credessero che Gesù era YHWH? Avranno ragione quindi i futuri modalisti?
Fossero anche tutti, quando dici che i critici dicono qualcosa di Gv, dovresti e dovrebbero premettere: "dato che la deità di Gesù è una fede, ne consegue ciò che diciamo di Gv", cioè non si accorgono che dimostrano soltanto la loro premessa. Papia cita fra "quelli che dissero" elementi dei dodici, fra cui Giovanni, fra "quelli che dicono" Aristione e l'anziano Giovanni, distinguendo fra quelli citati "per autorità" e quelli citati perché vivi tra tutti coloro che avevano visto il Maestro. Cioè anche Aristione doveva essere anziano, ma lo si dice solo di Giovanni perché è lo stesso di prima, citato adesso ad altro titolo, cioè perché vivo, e ancora "dicente" cose.
D'altronde, se non si partisse dalla premessa che la deità di Gesù è una fede, a nessuno verrebbe in mente di dire che la formula battesimale è un'aggiunta del 100, poiché non ci sono altre istruzioni in merito nel NT.
Per ritrovare la formula battesimale come in Matteo dobbiamo aspettare la didaché scritta nello stesso periodo di Giovanni, ecco perché tutto torna.
Come, se non si parte dal fatto che i Riformati (e tutti prima di loro) intesero "Anziano" come titolo, perché così lo nomina il redattore nelle due lettere minori, non si sbaglierebbe circa cosa intende Papia. Il redattore lo chiamava "il vecchio" per antonomasia, perché era vecchio davvero, non perché a Giovanni facesse tutto questo piacere esserlo. Ad un certo punto rimase l'unico vivo, "il vecchio", il patrimonio vivente di tutti.
Sempre Papia ci testimonia che Giovanni avesse perfetta contezza dell'esistenza degli altri vangeli. Se invece di dire che "omette" dicessimo che "non ripete" il problema non si pone.
Sulle altre osservazioni vale quanto più su propongo di ricostruire circa la nascita del corpus giovanneo.
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L'argomento della preesistenza dell'inno lo usi come se fosse pacifico che nelle sue lettere Paolo esponga una teologia, mentre la teologia stessa è una cosa che è venuta molto dopo Paolo. Ancora una volta si usa come una premessa la propria conclusione, quella che presuppone che costoro stiano parlando di una fede. Avrei altro da dire ma ci torneremo.
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La "teologia" in questione infatti non era la sua ma di qualcun altro, non ti nego che mi farebbe piacere scoprire qualcosa di più riguardo cosa credessero questi anonimi scrittori, lui si limita ad inserirla in una sua lettera proprio per confermare (dal mio punto di vista ovviamente) la sua teoria dei due Adamo come è scritta nelle altre sue lettere, o forse questo ci vide erroneamente, ora non la vogliamo chiamare teologia ma in qualche altro modo? Ci sono delle questioni chiare in Paolo che conosciamo bene, volenti o nolenti Paolo costruì un suo pensiero ben preciso e articolato tanto da spingere molti a dichiararlo il vero inventore del cristianesimo.
Intanto pare pacifico che nessuno potesse imporre a Gesù di "ascendere", o invece sottrarsi alla vista, come meglio credesse, o di farlo addirittura una volta sola.
Converrai con me che le diverse narrazioni si contraddicono eccome l'una con l'altra, cercare di armonizzare il tutto lo trovo veramente ridicolo perché se esiste una verità, come ti piace tanto ripeterla, o Gesù è asceso al cielo o no, o è asceso subito o dopo 40 giorni, o a vederlo risorto per prime sono le donne o Pietro, o si fa vedere solo dai suoi o da 500 persone.
Dove finisce Marco lo sappiamo davvero dalla comparazione dei manoscritti, non è come il caso della formula battesimale in Mt. E abbiamo già detto del finale di Marco, cioè che finisce esattamente (e improvvisamente) quando dovrebbe tirare in ballo Pietro e la sua corsa. Abbiamo detto e ripetuto il perché, cioè perché Pietro era ancora vivo. Perciò è ovvio il perché, come è ovvio che scrivessero per loro, non per noi.
Ma proprio perché Pietro era ancora vivo tanto più avrebbe rivelato a Marco la questione cardine del Cristianesimo, o pensi che fosse più importante sottolineare il resto?
O pensi che non fece in tempo perché morì prima? Se veramente fu Pietro a vedere il Signore risorto per primo come scrive Paolo, credi che non lo avrebbe detto a Marco?
E se Paolo andò da Cefa come scrisse lui stesso perché questi gli disse di aver visto lui per primo il Signore risorto e invece a Marco disse che furono le donne? Non ci siamo.
Pure di Mt e "di che cosa" potesse dubitare gente che lo vede vivo abbiamo detto; pure dell'accenno di Luca che dice senza dire abbiamo detto.
Non ho mai colto contraddizioni nei racconti delle apparizioni del Risorto. Essi non solo non sono contraddittori, e potrei scrivere per pagine e pagine, però essi sono perfino secondari rispetto a ciò che Giovanni e Pietro videro nel sepolcro.
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Io non mi sento costretto a pensare che Giovanni morì a 84 o 90 anni. Semplicemente io non ti ci vedo, a 20 anni, poggiare il capo sul petto del tuo cugino maggiore. E nemmeno i Romani farti passare assieme alle donne, quel venerdì. Ne avrà avuti massimo 14, suppongo, e quindi 84 nel 100.
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Sì, la Cei 2008 intende nel senso che dicevo, ma la traduzione proposta perde un pochino il pregio dell'interlinearità. Purtroppo, a mio grande malincuore, lo dico davvero con tristezza, non riesco ad amare una versione che rende "ventilabro" con "pala", o dice "Maria madre di Cleofa" fra le donne davanti alla croce (come se il "di" indicasse sempre una madre e mai una moglie). Dovresti vedere certe parti del Siracide, con la parola anima ripetuta 16 volte in un inno senza distinguere le sfumature di senso, il "sangue" "uva", altrove uomini "valenti" invece che "volontari", cioè che si offrono volontari. Ci soffro enormemente, perché la Scrittura è bellezza.
Molto volentieri leggerò i risultati della tua ricerche sul prologo di Gv.
C'è chi legge unigenito come unico (come sembra che accada altrove) e traduce "l'unico Dio che è nel seno del padre" creando molte perplessità e c'è chi osservando la mancanza dell'articolo davanti a unigenito lo rende "un unigenito dio [o un dio unigenito] che è nel seno del padre" creando altri problemi, c'è poi chi rende "colui che è" con l'essente, in memoria del nome di Dio (io sono l'essente) "l'ho on" dell'ego eimi ho on (io sono colui che è o io sono l'essente), "l'unigenito Dio l'essente nel seno del padre", insomma come in tutto il resto della lettera di Giovanni non è facile arrivare ad una conclusione univoca.
Attenzione comunque a non giungere alla frettolosa conclusione che il manoscritto più recente sia sempre il più attendibile, come insegna il grande Metzger i fattori da valutare sono diversi, quindi se fossi in te non giungerei mai alla conclusione che una traduzione sia sicuramente erronea specie se avallata da manoscritti importanti, a meno che un giorno non si trovi l'originale.
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

Valentino:
Vieri ha scritto: ↑ieri, 19:42Non è una osservazione secondaria di chi fosse poichè come ripetuto più volte, un angelo o un umano non avrebbero potuto avere simili considerazioni.
Risposta:
E chi l'ha detto che non "avrebbe potuto"?!?!?
Paolo di Tarso afferma proprio questo: ovvero afferma che all'uomo Gesù, morto e resuscitato da Dio, Dio gli concede un'autorità regale sulla creazione che risulta comunque a "gloria di Dio Padre".
Questa esaltazione celeste, o intronizzazione da parte di Dio non contempla che Gesù sia stato messo sullo "stesso piano" di Dio!
Paolo di Tarso afferma proprio questo ? :boh: Ma questa è una interpretazione di alcuni poichè la lettera ai filippesi dice diversamente:
6 il quale, pur essendo di natura divina, ( o in forma di Dio )
non considerò un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio;
Ripeto infatti, come citato a sua volta, che le parole "in forma di Dio" possono essere interpretate anche in altro modo e che quindi non c'è scritto nella lettera "l'uomo Gesù" ma "natura divina" o " in forma di DIo" dove:
https://digilander.libero.it/domingo7/F ... %202,6.htm
Il fatto che μορφή non indichi solo la forma esteriore ma anche lo stato, la condizione e la sostanza sembra a molti chiaramente confermato da Colossesi 2,9, dove l'apostolo Paolo ribadì che in Gesù Cristo " abita corporalmente tutta la pienezza della divinità "
Tra l'altro non si dice "formato da Dio" e quindi un uomo ma "in forma di Dio" e quindi per me è "formato come Dio" cioè "FATTO COME DIO"....
Rispondi poi.....:
Ovviamente si!
....ragiono ponendomi nella prospettiva di Paolo, ovvero di un ebreo del primo secolo, che aveva familiarità con figure umane assunte in cielo: in sostanza Paolo ritiene che Gesù sia stato esaltato da Dio nei cieli come gli ebrei enochici pensavano riguardo ad Enoch. Paolo, ovviamente si pone in polemica con l'enochismo, ritenendo che il "figlio dell'uomo" è Gesù e non Enoch, ma l'orizzonte concettuale in cui si muove è analogo
Ovviamente si? :boh: Ma secondo te Enoch che sali' al cielo ebbe simili onori e considerazioni da DIo ? :boh:
Ma dai Valentino per me stai barando di brutto attaccandoti ancora :mirror:
Quindi confermi che questa "creatura" fosse un uomo in carne ed ossa al quale Dio:
9 Per questo Dio l'ha esaltato
e gli ha dato il nome
che è al di sopra di ogni altro nome;
10 perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra;

11 e ogni lingua proclami
che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.
Dando ad un "uomo" da Lui creato, simili poteri? Ma per favore.... :test:

Non puoi sostenere l'assurdità che ad un uomo creato da Dio, Dio stesso possa dare questi onori:
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra
Per il resto delle solite polemicucce da bar con i soliti odiosi paragoni con i tdG e le "credenze religiose" ripeto che avresti anche stancato ulteriormente ed ancora non la vuoi capire che anche tu allora hai delle "credenze" su alcuni professori che certamente come umani non possono rappresentare pertanto la verità assoluta. Lo vuoi capire o no ? :spieg:

Tu credi su alcune interpretazioni ed io in altre ma non puoi come al solito da "verginella" per ogni diversa interpretazione venirmi a dire che sono omelie e catechismo. Ripeto cambia atteggiamento ....
Anche questa rappresenta una inconcludente discussione dove non accetti opinioni contrastanti e dando risposte sempre generiche.
Ti saluto, pregandoti gentilmente di non insistere ancora su questo tema.

:non posto:
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da VictorVonDoom »

Vieri ha scritto: 15/01/2024, 11:18 Dando ad un "uomo" da Lui creato, simili poteri? Ma per favore.... :test:
Perchè no?
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"Nessuno dovrebbe sentirsi obbligato a seguire una forma di adorazione che considera inaccettabile o a scegliere fra le proprie credenze e la propria famiglia." (g 07/09 p.29)
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