..sulla confessione..

In questo spazio si discute di argomenti di vario genere relativi ai Testimoni di Geova e che non sono inclusi nelle altre sezioni

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Una Simpatizzante
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..sulla confessione..

Messaggio da Una Simpatizzante »

In tutte le confessioni religiose ( credo!!)esiste la Confessione dei peccati: i cattolici si rivolgono ad un sacerdote, i tdg agli anziani altri non so.
Non posso certo dire di non averlo mai fatto, ma ho quasi sempre visto la Confessione come un'azione rivolta allo scopo di voler tenere tutto il gruppo, sotto il controllo dei vertici. Amici cattolici e amici tdg, con i quali mi sono espressa a riguardo ovviamente non la pensano come me.
Io, nel complesso mi ritengo Cattolica, seguo e cerco di rispettare tutti i comandamenti ma, la Confessione dei peccati fatta ad un sacerdote non riesco proprio ad accettarla;
In questo forum ci sono Cattolici preparati e anche tdg che conoscono bene la direttiva del gruppo sul tema,

Mi piacerebbe avere una risposta BIBBIA ALLA MANO, che mi dimostri che il Nostro Amatissimo Padre Celeste, non accetti anche molto più semplicemente una confessione, fatta a LUI direttamente, con il cuore in mano e un vero e sincero pentimente del peccato commesso. :grazie:
Un uccellino sogna di volare. Sbatte le ali, ma ha paura di sollevarsi in aria. Un giorno, un uccello gli chiede: "perché non provi? Hai le ali per farlo!" Questi risponde: "ho le ali, è vero, ma ho anche molta paura." "Avere gli strumenti giusti per realizzare un sogno alla nostra portata non basta se non si ha anche il coraggio di realizzarlo."
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Gabriella Prosperi
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Messaggio da Gabriella Prosperi »

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Gv 20,19-23: “La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato… venne Gesù e disse:
Pace a voi!.. Gesù disse di nuovo Pace a voi! Come il padre ha mandato me, anch’io mando voi. Dopo… alitò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi”.

Gabriella
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Bicchiere mezzo pieno
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Messaggio da Bicchiere mezzo pieno »

Cominciamo con lo specificare che la confessione dei peccati nella chiesa Cattolica ha un significato diverso rispetto alla confessione dei peccati all'interno dei Testimoni di Geova. I Testimoni di Geova prevedono la confessione dei peccati solo per quelle violazioni che riguardano i peccati gravi (sebbene non è che un anziano caccerebbe via a pedate se qualche fratello o sorella dovesse andare volontariamente a confessare delle sue mancanze non gravi): adulterio, fornicazione, furto, omicidio, ecc. Tale confessione dei peccati conduce all'istituzione di un comitato giudiziario locale atto a valutare lo stato di pentimento del peccatore e quindi decidere se la persona debba essere disassociata o meno.

La confessione davanti a un prete invece non riguarda solo i peccati gravi (dalla Chiesa definiti 'veniali') ma tutti i peccati gravi e non gravi che il fedele sa di aver commesso. E' un po' come voler purificare se stessi mettendo a nudo la propria anima di fronte a un 'servo del Signore'. La confessione non viene fatta per istituire un tribunale ecclesiastico locale ma solo ed esclusivamente per pulirsi davanti a Dio.
Dopo la confessione il fedele può avvicinarsi alla comunione (l'ostia) ma se non si è riconciliato con Dio attraverso appunto il sacramento della confessione, detto anche 'sacramento della riconciliazione, allora non essendosi ripurificata è come se mettesse Gesù Cristo sulla Croce una seconda volta.
Perchè la confessione va fatta davanti a un prete?
Perchè loro, come gli apostoli, hanno il potere di rimettere i peccati.
a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi». (Giovanni 20:23)
Questo è un potere che gli apostoli possedevano. Dunque anche oggi i moderni 'rappresentanti apostolici' (e per il cattolico tali rappresentanti ovviamente sono i sacerdoti cattolici) hanno la stessa capacità!
Questo non vuol dire che non ci si possa riconciliare con Dio anche senza il provvedimento della confessione dei peccati ai 'pastori', giacchè ciò che a Dio conta è il pentimento vero e sincero del cuore del fedele, ma, se si vuol essere certi che Dio ci ha perdonati, giacchè i Suoi rappresentanti hanno il potere di rimettere i peccati, una volta che da loro si è stati assolti, allora si ha la certezza, cattolicamente parlando, di essere stati assolti da Dio!! Mentre con la preghiera personale rimane sempre un punto interrogativo.

Giacchè la Chiesa non prevede lo 'spionaggio' ai peccatori, è chiaro che tutto sta alla coscienza del singolo fedele se confessarsi o no prima di prendere la comunione. Non c'è un controllo prestabilito, prima della comunione, che obblighi a confessarsi davanti a un prete altrimenti niente ostia! Quindi se uno non vuole confessarsi nessuno certamente lo può obbligare. Diverso invece il caso dei Tdg, dove se un fratello non confessa un peccato grave agli anziani, qualora un altro fratello dovesse venirlo a sapere, quest'ultimo sarebbe costretto a riferire la cosa agli anziani. Lì un po' di controllo mi pare che c'è, ma nella Chiesa tale controllo non è affatto previsto.

A meno che ovviamente non ci siano peccati pubblici, straconosciuti, con sobillazione del peccatore di tutta la comunità cristiana per portarla a peccare. Allora in quel caso viene emanata una scomunica pubblica con l'incoraggiamento ai fedeli di stare lontani da tale persone. Però è una questione davvero critica ed eccezionale (e comunque il peccato del peccatore non è pubblico certo per una sorta di 'spionaggio' interno). Per il resto controllo sulla persone non ce n'è, tranne la sua personale coscienza individuale.
Bicchiere mezzo pieno
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Messaggio da Bicchiere mezzo pieno »

la Confessione come un'azione rivolta allo scopo di voler tenere tutto il gruppo, sotto il controllo dei vertici.
Non è la confessione a determinare di tenere sotto il gruppo ai vertici, ma l'obbligo della medesima unito allo 'spionaggio' fra i vari fratelli qualora uno venisse a consocenza dei peccati di un altro. La confessione ha lo scopo di purificare la persona nel suo anico e farla riconciliare con Dio, tant'è che è uno dei 7 sacramenti basilari previsti dalle chiese storiche: Chiesa Cattolica e Chiesa Ortodossa. Se uno invece non vuole andare a confessarsi dal pastore, non è certo obbligato nel farlo, tranne il fatto che però non ha la certezza di essere stato assolto da Dio.
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Una Simpatizzante
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Messaggio da Una Simpatizzante »

Una Simpatizzante ha scritto:In tutte le confessioni religiose ( credo!!)esiste la Confessione dei peccati: i cattolici si rivolgono ad un sacerdote, i tdg agli anziani altri non so.
Non posso certo dire di non averlo mai fatto, ma ho quasi sempre visto la Confessione come un'azione rivolta allo scopo di voler tenere tutto il gruppo, sotto il controllo dei vertici. Amici cattolici e amici tdg, con i quali mi sono espressa a riguardo ovviamente non la pensano come me.
Io, nel complesso mi ritengo Cattolica, seguo e cerco di rispettare tutti i comandamenti ma, la Confessione dei peccati fatta ad un sacerdote non riesco proprio ad accettarla;
In questo forum ci sono Cattolici preparati e anche tdg che conoscono bene la direttiva del gruppo sul tema,

Mi piacerebbe avere una risposta BIBBIA ALLA MANO, che mi dimostri che il Nostro Amatissimo Padre Celeste, non accetti anche molto più semplicemente una confessione, fatta a LUI direttamente, con il cuore in mano e un vero e sincero pentimento del peccato commesso. :grazie:
VOLEVO FARE UNA CORREZIONE E HO RIPROPOSTO IL MESS, :scuse:
Un uccellino sogna di volare. Sbatte le ali, ma ha paura di sollevarsi in aria. Un giorno, un uccello gli chiede: "perché non provi? Hai le ali per farlo!" Questi risponde: "ho le ali, è vero, ma ho anche molta paura." "Avere gli strumenti giusti per realizzare un sogno alla nostra portata non basta se non si ha anche il coraggio di realizzarlo."
Bicchiere mezzo pieno
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Messaggio da Bicchiere mezzo pieno »

Mi piacerebbe avere una risposta BIBBIA ALLA MANO, che mi dimostri che il Nostro Amatissimo Padre Celeste, non accetti anche molto più semplicemente una confessione, fatta a LUI direttamente, con il cuore in mano e un vero e sincero pentimento del peccato commesso.
Non esiste una scrittura che possa dire una cosa del genere, perchè quando sei sinceramente pentito dei tuoi peccati Dio non può non perdonarti. Diciamo solo che una volta che ci si è purificati di fronte a un ministro di Dio, ci si sente più sollevati e psicologicamente a posto, in quanto l'assoluzione di tale ministro equivale all'assoluzione stessa di Dio, come se appunto ti avesse assolto lo stesso Dio.
Quindi ci si sente meglio e più in pace con se stessi.
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Dnick
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Messaggio da Dnick »

Bicchiere mezzo pieno ha scritto:sei sinceramente pentito dei tuoi peccati Dio non può non perdonarti
E' questa la cosa più importante

poi in

Giacomo - Capitolo 5
[16]Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza.

E molto importante confessare i nostri peccati e non per forza
ai menistri ma gli uni agli altri, così come diceva bicchiere mezzo pieno
per il nostro sollievo morale ma per la cura e la remissione del peccato
ci vuole sempre la supplica
in preghiera al nostro Signore il quale sa se siamo veramente pentiti
ed è il solo che scruta il nostro cuore.
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Gabriella Prosperi
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Messaggio da Gabriella Prosperi »

13 Chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia salmeggi. 14 Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. 15 E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati. 16 Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza.
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Gianni27
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Messaggio da Gianni27 »

Bicchiere mezzo pieno ha scritto:
Mi piacerebbe avere una risposta BIBBIA ALLA MANO, che mi dimostri che il Nostro Amatissimo Padre Celeste, non accetti anche molto più semplicemente una confessione, fatta a LUI direttamente, con il cuore in mano e un vero e sincero pentimento del peccato commesso.
Non esiste una scrittura che possa dire una cosa del genere, perchè quando sei sinceramente pentito dei tuoi peccati Dio non può non perdonarti. Diciamo solo che una volta che ci si è purificati di fronte a un ministro di Dio, ci si sente più sollevati e psicologicamente a posto, in quanto l'assoluzione di tale ministro equivale all'assoluzione stessa di Dio, come se appunto ti avesse assolto lo stesso Dio.
Quindi ci si sente meglio e più in pace con se stessi.
Queste sfumature a sfondo cattolico non mi persuadono, in quando potrei trovarmi a confessarmi dinanzi alle vesti d’un pedofilo che Dio non ascolterà….
Credo che il metodo evangelico (secondo il Vangelo) è molto più efficace e di sicuro è accettato da Dio mediante Cristo, qualora il peccatore si penta con tutto il cuore.
Le preghiere a Dio si fanno attraverso Gesù Cristo al quale Dio gli ha dato interamente tutta l’autorità in cielo ed in terra. (Matt.28:18) Perciò tutto è nelle mani di Cristo, finanche il giudizio finale (Atti 17:31)
Gli ha dato anche (a Gesù) la Vita eterna ond’Egli la dia ad ognuno che mette viva fede in Lui. (Gv.17:2).
Dio ha posto ogni cosa sotto i piedi di Cristo, compreso i suoi nemici e bestemmiatori. ( 1Cor.15:27; Ef.1:22)
Cristo ha già perdonato interamente tutti i peccati d’ogni credente (Col.2:13) ed ha tolto via dal credente la legge mosaica che ci condannava (Ef.2:14-15) talché il credente è passato dalla morte alla vita. (Gv.5:24; Rom.8:1).
La confessione menzionata nel N.T. sta a dire di non nascondere il nostro fallo o peccato, ma palesarlo in segno di pentimento; infatti confessate i vostri falli gli uni gli altri. Tu li puoi confessare a me come io a te, ma il perdonatore è Cristo Gesù. Io a mia volta perdono colui che col suo fallo ha offeso me, come io devo confessare il mio fallo a colui che ho offeso che sarebbe Dio per prima e nello stesso tempo il mio prossimo.
Una volta avvenuto l’offesa, è cosa buona rivolgersi agli anziani per una preghiera efficace affinché il peccatore non si diparte dalla Chiesa sentendosi in se stesso un buon a nulla, ma che sia ristorato.
A chi avrete rimesso i peccati saranno rimessi… Io posso perdonare tutti coloro che mi avranno offeso, e facendo questo posso dire al Signore: “Perdona i miei debito (a te) come io perdono il mio debitore. (Matt.9:12).
Il Signor Gesù disse a Saulo di Tarso: “Ti mando ai Gentili per aprire loro gli occhi, onde si convertano dalle tenebre alla Luce e dalla potestà di satana a Dio, e ricevano per la fede in Me, la remissione dei peccato e la loro sorte d’eredità fra i santificati. (Atti 26:18)
Biancamosca
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Gabriella Prosperi
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Messaggio da Gabriella Prosperi »

Biancamosca ha scritto:Queste sfumature a sfondo cattolico non mi persuadono, in quando potrei trovarmi a confessarmi dinanzi alle vesti d’un pedofilo che Dio non ascolterà….
Nel rispetto della tua fede però, non credo proprio che Dio non assolva il peccatore pentito se a raccogliere tale confessione è un ministro indegno.
La questione dell'indegnità resta tra Dio e il prete che sbaglia, non tra Dio e il peccatore pentito.
Gabriella
La cosa più difficile a questo mondo? Vivere! Molta gente esiste, ecco tutto.Oscar Wilde
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cavdna

Messaggio da cavdna »

vi saluto in CRISTO SIGNORE

mia cara sorella:
Una Simpatizzante ha scritto:Mi piacerebbe avere una risposta BIBBIA ALLA MANO, che mi dimostri che il Nostro Amatissimo Padre Celeste, non accetti anche molto più semplicemente una confessione, fatta a LUI direttamente, con il cuore in mano e un vero e sincero pentimente del peccato commesso. :grazie:

R S P O S T A

mia cara sorella


ci sono ancora pretese di esclusività Scritturali :boh: come si può pretendere di trovare tutto per Iscritto :boh:
come se DIO abbia parlato sino all'anno 0 (ZERO), e dalla morte/RESURREZIONE del CRISTO sino ai giorni nostri non ha più parlato :saggio:

la Sacra Scrittura nasce innanzitutto da una TRADIZIONE = vita della CHIESA = dei PAadri della CHIESA

pertatno quello che tu cerchi lo devi pretendere innanzitutto a partire dalla TRADIZIONE

solo così leggerai con una certa facilità qualsiasi rigo dei Sacri Testi CANONICI

grazie :fiori e bacio: :strettamano: :fiori e bacio:

vi saluto in CRISTO RIORTO
cavdna

Messaggio da cavdna »

vi saluto in CRISTO SIGNORE

mio caro fratello
Biancamosca ha scritto:Queste sfumature a sfondo cattolico non mi persuadono, in quando potrei trovarmi a confessarmi dinanzi alle vesti d’un pedofilo che Dio non ascolterà….
Credo che il metodo evangelico (secondo il Vangelo) è molto più efficace e di sicuro ....................
R I S P O S T A

mio caro fratello


vorrei essermi sbaglio io a intendere il tuo scritto :piange:

si potrebbe affermare che l'insegnamento del pubblicano e del fariseo non ti ha insegnato nulla :boh:
"10 "Due uomini salirono al tempio per pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.

11 Il fariseo se ne stava in piedi e pregava così tra sé: "O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, rapaci, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano.

12 Io digiuno due volte alla settimana e offro la decima parte di quello che possiedo".

13 Il pubblicano invece si fermò a distanza e non osava neppure alzare lo sguardo al cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio, sii benigno con me, peccatore".

14a Vi dico che questi tornò a casa giustificato, l'altro invece no,

14b perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato"

ognuno di noi E' PECCATORE - ognuno con i propri peccati ( evidenti/manifesti - occulti/nascosti)

hai mai pensato chi di noi può definirsi degno della MISERICORDIA di DIO???

il mio parere :boh:
ognuno di noi non si salva per i propri meriti (tutti peccatori), ma solo per la MISERICORDIA INFINITA di DIO

inoltre chi ci riabilita non è l'Uomo (Sacerdote) ma è CRISTO in PERSONA/RISORTA che ci riabilita

tutti i Sacramenti amministrati dai Ministri di CULTO (Cattolici) sono abilitati non per i meriti personali, ma perché OPERA CRISTO in PERSONA
(sono disponibile per un eventuale approfondimento)

grazie :strettamano:

vi saluto in CRISTO RISORTO
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Messaggio da Bicchiere mezzo pieno »

Queste sfumature a sfondo cattolico non mi persuadono, in quando potrei trovarmi a confessarmi dinanzi alle vesti d’un pedofilo che Dio non ascolterà…
Niente da ridire sul metodo che tu chiami “evangelico” ma il "problema" che incontreresti nel confessarti di fronte a un prete pedofilo è lo stesso identico "problema" di ritrovarsi a confessarsi di fronte a un proprio fratello cristiano nascostamente pedofilo anch'esso, quindi il “problema” sarebbe esattamente identico.

A Dio interessa il cuore del peccatore penitente e non il comportamento di chi lo assolve dai peccati. Coloro che sono stati chiamati da Dio al servizio sacerdotale sono chiaramente strumenti nella mani del Signore che Dio usa per adempiere ai propri scopi.
Cattolicamente parlando non ha alcuna rilevanza il comportamento del confessore: l’assoluzione che deriva dalla confessione è data da Dio perché è il perdono alla pecora smarrita il nocciolo della questione e non il perdono all'evantuale pedofilo confessore.
A sua volta poi i ministri di Dio si devono anche confessare come tutti; non è che essendo dedicati a uno scopo siano superiori o migliori di altri. Se poi non si confessano e non si pentono, peggio per loro: se la vedranno con Dio nel giorno del Giudizio Finale, ma la pecora sincera che ricerca il perdono di Dio con tutto questo non ha nulla a che vedere.
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Messaggio da Bicchiere mezzo pieno »

Testimonianze storiche sul sacramento della confessione

tratto da:
http://apologetica.altervista.org/confe ... eccati.htm

"E' noto che la penitenza era determinata dal sacerdote, il quale, prima di imporla, doveva tener conto della natura e della gravità della colpa, delle condizioni personali del reo, delle circostanze in cui era stato commesso il peccato. Viene attestata tale prassi, tra gli altri, da Agostino (Serm., 351,9), da Innocenzo 1 (Ep. ad Decentium, 7), da Gregorio Magno (In Evang. hom., 26). Ma evidentemente ciò supponeva l'uso della confessione da parte del penitente. Difatti, tale previa confessione è ricordata da papa Cornelio (251-253) scrivendo della riconciliazione da lui fatta di alcuni novazionisti (Ep. Cornelii ad Cyprianum: PL 3,718-22). E' ricordata dalla Didascalia degli Apostoli in occasione del diverso modo in cui venivano riconciliate alcune determinate specie di peccatori (2,16-18; 38-41; 42-43).
Cipriano, poi, ci fa sapere che alcuni fedeli, pur avendo solo pensato di sacrificare agli idoli, tuttavia "confessando ciò con dolore e semplicità ai sacerdoti di Dio, fanno l'esame della coscienza, manifestano il peso dell'anima loro, cercano un rimedio salutare alle ferite" (De Lapsis, 28). Il che dimostra come anche dei peccati commessi solo internamente ora in uso fare la confessione.
Da parte sua, Tertulliano, già montanista, ci attesta la consuetudine dei fedeli di ottenere dal vescovo il perdono dei peccati meno gravi e più facile a commettersi (De Pud., 18,17; 19,23-24): evidentemente dopo che il vescovo ne ha avuto notizie mediante la confessione.
Né sono infrequenti le recriminazioni dei Padri contro quei fedeli, i quali, mentre confessano al sacerdote i propri peccati, tuttavia si astengono poi dal fare la penitenza che viene loro imposta. Così, per es., Ambrogio (De paenit., 2,9.86 e 10,91), Paciano (Paraenesis ad paenit., 8), Asterio di Amasea (Hom.: PG 40,368).

b) Alla prassi dei fedeli di confessare i propri peccati dà saldo fondamento dottrinale l'insegnamento dei Padri e degli scrittori ecclesiastici sulla necessità della confessione. Esplicita, infatti è la loro affermazione che, per la remissione dei peccati è dei tutto richiesta la confessione al sacerdote: cf Cipriano: “Confessi ciascuno il proprio delitto, mentre chi peccò è ancora nel mondo, mentre può ammettersi la sua confessione, mentre la soddisfazione e la remissione per opera dei sacerdoti è grata presso il Signore" (D e Lapsis, 29); Origene (11n Levit. homil., 3,4); Ambrogio di cui è detto: “Il peccato è veleno, il rimedio è l'accusa dei proprio crimine; veleno è l'iniquità, la confessione è il rimedio della caduta" (In ps., 27,11); Girolamo, il quale afferma che è ufficio dei sacerdoti della Nuova Legge legare e sciogliere, non già ad arbitrio, ma solo “dopo udite la varie specie dei peccati” (In Matth., 3,16,19); Agostino (Serm., 351,10); Leone Magno, il quale scrive che la norma della Chiesa è di concedere la penitenza solo a quanti confessano le proprie colpe (Epist., 108,2).

c) Ma in altro modo ancora insegnano i Padri la necessità della Confessione; e cioè, con il descrivere il processo penitenziale in analogia o alla risurrezione di Lazzaro o alla guarigione delle malattie corporali.
Come a Lazzaro fu detto “Vieni fuori" (Gv 11,43) e quindi fu sciolto dalle fasce che lo tenevano legato, così è necessario che il peccatore metta fuori, cioè, manifesti le sue iniquità mediante la confessione, perché possa essere quindi sciolto dai ministri della Chiesa: cf Ambrogio (Depaenit., 2,7,57-58); Agostino (Enarr. in ps, 10 1, 2, 3; Serm., 67, 1,2; In Joan. tract., 22,7).
Inoltre, come per ottenere la guarigione dal medico bisogna innanzitutto fargli conoscere la malattia, così per essere guarito dal peccato bisogna manifestarlo al sacerdote con la confessione: cf Origene (In Ps., 37, hom., 2,6), Afraate (Demonstr., 7: De paenitentibus, 2-3).

d) E' da rilevare che nella Chiesa antica la cosa più grave ed impressionante che costituiva la maggiore difficoltà per il peccatore, non era l'accusa dinanzi al sacerdote, ma la penitenza. Tanto è vero che parecchi si confessavano, chiedevano ed ottenevano la penitenza, ma poi non avevano il coraggio e la forza di compierla.
Si comprende allora che i pastori di anime insistano tanto sulla penitenza e poco sulla confessione: contrariamente a quanto avviene oggi, quando, costituendo la manifestazione dei peccati, per molti cristiani, l'ostacolo principale, è su di essa che insiste la predicazione, senza peraltro pensare che la Chiesa non richieda più la penitenza o la contrizione del cuore.
Che poi i Padri intendevano per confessione la manifestazione dei peccati al sacerdote, si deduce dall'insistenza cori la quale essi inculcano che la confessione deve essere fatta in Chiesa, deve essere orale, deve riguardare i singoli peccati, né deve lasciarsi il peccatore vincere dal timore di arrossire nello svelare le proprie iniquità (cf Ambrogio, De paenit., 2,7,57; In ps., 37,57; Crisostomo, Hom. 2 de paenit., 1; De Lazaro, hom., 4, 4; Hom. non esse ad gratiam contionandum, 3): ammonizioni queste che non si comprenderebbero qualora si trattasse di confessione fatta solo a Dio, come ho già detto precedentemente (cf Enc. Cattolica) ."

"Parlando della storia e della tradizione, già ho segnalato il pensiero dei SS. Padri. Da tener presente che S. Cipriano e il papa Cornelio sono della metà dei "duecento". La Didaché, invece, è dei primo secolo (circa il 90): essa invita i fedeli a celebrare, di domenica, il sacrificio eucaristico “dopo di avere confessati i vostri peccati". S. Ignazio martire (circa il 107) ai fedeli di Filadelfia scrive che "il Signore perdona a coloro che si ravvedono, purché il loro pentimento li riconduca all'unità di Dio e alla comunione con il vescovo". Nel secolo II ci sono testimonianze più esplicite, come quella di Dionigi di Corinto che raccomanda - in una lettera circolare ad alcune chiese e alcuni vescovi del Ponto - di “accogliere coloro che si convertono da qualsiasi peccato o delitto o anche da uno sviamento eretico". Queste parole ci fanno entrare nel vivo delle controversie che dovevano, nei secoli II-IV, travagliare la Chiesa a proposito del sacramento della penitenza.
A metà del II secolo si abbozzò una tendenza rigorista che per distogliere dal peccato il battezzato, gli minacciava preclusa ogni via al perdono: già sei stato perdonato nel battesimo, come puoi pretendere di essere perdonato ancora un'altra volta? Non é ben chiaro se costoro intendessero contestare alla Chiesa l'uso della confessione o anche il potere di confessare, il potere cioè di rimettere i peccati.
Contro questa corrente ci rimangono due documenti insigni: un lungo scritto intitolato Il Pastore, scritto da Erma, fratello del papa S. Pio I. Siamo verso il 150. Gran parte dello scritto è inteso proprio a rivendicare la liceità della confessione, ossia di un mezzo sacramentale di remissione dei peccati dopo il battesimo. L'annuncio è proposto con circospezione e cautela, forse per non urtare troppo rudemente la coscienza dei rigoristi bene intenzionati: si afferma cioè l'unicità della confessione: dopo il battesimo si dà la confessione, ma per una sola volta.
La stessa rivendicazione, con lo stesso limite, fa Tertulliano nella sua opera intitolata appunto "De paenitentia"."

La remissione dei peccati è una cosa altrettanto evangelica, come testimoniano le seguenti scritture:
19 La sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, Gesù venne e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» 20 E, detto questo, mostrò loro le mani e il costato. I discepoli dunque, veduto il Signore, si rallegrarono. 21 Allora Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch'io mando voi». 22 Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. 23 A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti». (Giovanni 20:19-23)

Questo ovviamente non significa che gli uomini usati da Cristo per la remissione dei peccati si mettano al posto di Gesù visto che è Gesù stesso che ha donato questo 'potere' a degli uomini. Significa che la remissione è come se Cristo fosse là presente, tant'è che la preghiera fatta dopo la confessione è rivolta allo stesso Cristo Gesù e il Suo rappresentante altro non fa che rimettere il peccato come Gesù vuole che sia. Si può non credere, se si è di altra confessione religiosa, che siano i membri del clero cattolico ad avere il 'potere' della remissione dei peccati, ma tale 'potere' nelle Scritture risulta attestato. Ed è chiaro che quegli uomini preposti a tale compito se devono rimettere i peccati devono sentirseli confessare, altrimenti non possono rimettere nulla. Quindi anche la confessione dei peccati ai 'pastori' della Chiesa (di qualunque denominazione parliamo) è una cosa evangelica voluta da Cristo.
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Fortuna che io di peccati non ne compio, quindi non ho bisogno di confessarmi. :lingua: :lingua: :lingua: :lingua: :lingua: :lingua: :lingua: :lingua: :lingua: :lingua: :lingua: :felice: :felice: :felice: :felice: :felice: :felice: :felice: :felice:
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Gabriella Prosperi ha scritto:Una indicazione:
Gv 20,19-23: “La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato… venne Gesù e disse:
Pace a voi!.. Gesù disse di nuovo Pace a voi! Come il padre ha mandato me, anch’io mando voi. Dopo… alitò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi”.

Gabriella
Avete mai letto la "spiegazione" che la WTS da di questo passo?
Dicono che la Bibbia si interpreta da sola, ma anche in questo caso, se non ci fossero le "spiegazioni" del CD non si capirebbe proprio quello che la WTS vuole che si capisca...
"Tantum religio potuit suadere malorum".
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cavdna

Messaggio da cavdna »

vi saluto in CRISTO SIGNORE

mio caro fratello Amministratore/Moderatore etc. etc....
Achille Lorenzi ha scritto:
Gabriella Prosperi ha scritto:Una indicazione:
Gv 20,19-23: “La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato… venne Gesù e disse:
Pace a voi!.. Gesù disse di nuovo Pace a voi! Come il padre ha mandato me, anch’io mando voi. Dopo… alitò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi”.

Gabriella
Avete mai letto la "spiegazione" che la WTS da di questo passo?
Dicono che la Bibbia si interpreta da sola, ma anche in questo caso, se non ci fossero le "spiegazioni" del CD non si capirebbe proprio quello che la WTS vuole che si capisca...
R I S P O S T A

mio caro fratello


io personalmente non ho mai avuto questa opportunità

gradirei un riporto o quanto meno una qualche coordinata per poter attingere simili spiegazioni, te ne sarei GRATO

attendo

grazie :strettamano:

vi saluto in CRISTO RISORTO
Gianni27
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Messaggio da Gianni27 »

Gabriella Prosperi ha scritto:
Biancamosca ha scritto:Queste sfumature a sfondo cattolico non mi persuadono, in quando potrei trovarmi a confessarmi dinanzi alle vesti d’un pedofilo che Dio non ascolterà….
Nel rispetto della tua fede però, non credo proprio che Dio non assolva il peccatore pentito se a raccogliere tale confessione è un ministro indegno.
La questione dell'indegnità resta tra Dio e il prete che sbaglia, non tra Dio e il peccatore pentito.
Gabriella

Per Gabriella
Ho sempre apprezzato I tuoi messaggi e quello che tu dici in questo thread fa senso…. E son d’accordo che Dio per certo accoglie ogni peccatore pentito e lo ristora; lo vediamo sul Calvario quando Gesù promette il Paradiso al gran ladrone sulla croce, a differenza di Giuda Iscariota che mediante i sacerdoti se ne andò alla dirupa. Stiamo dunque dicendo che è sempre per mezzo di Gesù Cristo che si ha grazia e Vita.
Per Cavdna
Le mie risposte sono sempre Bibbia alla mano e non la tradizione che varia di giorno in giorno.
Così ti dico che Dio accolse con amore le preghiere di Cornelio, il centurione romano, cui mediante i Giudei mise fede nell’Iddio vivente e vero e Lo pregava senza andare attraverso Gesù perché non conosceva Gesù. Ma il pietoso e misericordioso nostro Dio, benché Cornelio non era uno del popolo di Dio, poiché era un Gentile, (romano) pure Dio lo accolse con tutto il cuore, ma poi mandò Pietro a casa di Cornelio affinché Cornelio si rivolgesse poi a Dio attraverso Gesù Cristo suo maestoso Figlio.
Circa il racconto del fariseo e del pubblicano lo conosco molto bene da molti anni, e qui in poche parole ti dico che Dio fece grazia al peccatore che pur senza il sacerdote ammetteva il suo peccato ed era pentito, mentre il fariseo ritornò a casa pieno di peccati e non perdonato, in quanto si vantava che era di buona condotta e non era un peccatore come gli altri. Questo avvenne prima della venuta di Cristo al mondo ; quando erano i sacerdoti ad avere potere… per fino il potere di condannare Gesù a morte.
Credo che lo sai che i sacerdoti del vecchio Patto, dovevano tutti essere figli di sacerdoti discendenti da Aronne che Dio stabilì per l’antico suo popolo, come offritori di sacrificio a Dio
In Cristo invece, I fedeli sono tutti sacerdoti da offrire sacrifici di lodi a Dio che procedono dalle loro labbra. A differenza però, che nessuno potrà mai indossare i panni sacerdotali di Aronne se non è figlio discendente d’Aronne perché pena la condanna di morte (Num.3:10; 18:7). Io mi diletto nell’offrire sacrifici di lodi a Dio, poiché Dio avendo accettato appieno il sacrificio del suo Figlio Gesù, non vuole più altro. Andando poi un passo indietro ti dico quello che forse già sai che Gesù non offrì mai un sacrificio sull’altare perché gli era proibito, non essendo Egli un discendente d’Aronne. Fu però ordinato sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedec, per avere un sacerdozio che rimane a Lui in eterno, ed il suo sacrificio non si ripete. Infatti se Cristo fosse sulla terra non sarebbe un sacerdote levitico. (Ebr.8:4)
Per Bicchiere dico:
La confessione dinanzi ad un sacerdote o uomo che sia, per essere raccomandato a Dio, non esiste nel Nuovo Testamento. Tutti in Cristo abbiamo accesso libero a Dio, come figli adottivi, ma sempre attraverso Cristo. E i sacerdoti che tu menzioni come chiamati da Dio, non è scritturale in quanto in Cristo non è richiesto alcun altro sacerdote che possa indossare i panni d’Aronne, in quanto non vi è alcun altro sacrificio da offrire a Dio, secondo che è scritto che il sacrificio di Cristo è eterno ed il suo sacerdozio non passa ad un altro. (lettera agli Ebrei)
Se io indossassi i panni d’Aronne (come molti oggi)ed offrissi sacrifici a Dio sull’altare, lo farei abusivamente contro il voler di Dio.
Gesù disse: Padre perdona coloro che non sanno quello che…. Dicono…
Biancamosca
cavdna

Messaggio da cavdna »

vi saluto in CRISTO SIGNORE

mio caro fratello
Biancamosca ha scritto:Per Cavdna
Le mie risposte sono sempre Bibbia alla mano e non la tradizione che varia di giorno in giorno.
R I S P O S T A

mio caro fratello


ricorda che senza la Tradizione (T maiuscola) non ci sarebbe neanche la Sacra Scrittura Canonica

quindi di cosa stai parlando :boh:
Biancamosca ha scritto: Così ti dico che Dio accolse con amore le preghiere di Cornelio, il centurione romano, cui mediante i Giudei mise fede nell’Iddio vivente e vero e Lo pregava senza andare attraverso Gesù perché non conosceva Gesù. Ma il pietoso e misericordioso nostro Dio, benché Cornelio non era uno del popolo di Dio, poiché era un Gentile, (romano) pure Dio lo accolse con tutto il cuore, ma poi mandò Pietro a casa di Cornelio affinché Cornelio si rivolgesse poi a Dio attraverso Gesù Cristo suo maestoso Figlio.
R I S P O S T A

e a cosa credi che sia servito l'incontro con Pietro??

la sua Salvezza non gli è stata data perché si rivpolgeva a DIO

ha ricevuto la Salvezza perché ha accolto il Vangelo e la Tradizione Apostolica (attraverso l'Uomo Pietro)

tutto quello che CHIESA ha da sempre "mantenuto saldo"
Biancamosca ha scritto: Circa il racconto del fariseo e del pubblicano lo conosco molto bene da molti anni, e qui in poche parole ti dico che Dio fece grazia al peccatore che pur senza il sacerdote ammetteva il suo peccato ed era pentito, mentre il fariseo ritornò a casa pieno di peccati e non perdonato, in quanto si vantava che era di buona condotta e non era un peccatore come gli altri. Questo avvenne prima della venuta di Cristo al mondo ; quando erano i sacerdoti ad avere potere… per fino il potere di condannare Gesù a morte.
R I S P O S T A

guarda che è proprio CRISTO a narrare l'episodio, come può dire che era prima della venuta di CRISTO :boh:
Biancamosca ha scritto:
Credo che lo sai che i sacerdoti del vecchio Patto, dovevano tutti essere figli di sacerdoti discendenti da Aronne che Dio stabilì per l’antico suo popolo, come offritori di sacrificio a Dio
R I S P O S T A

motivo per cui l'Antico Testamento a mio modesto parere E' solo preparatorio al Nuovo Testamento
il popolo eletto (Israle) di cui parla l'Antico Testamento sarà con il Nuovo Testamento Tutte le Nazioni (non più un solo popolo, ma tutti i popoli in un solo CREDO)
Biancamosca ha scritto: In Cristo invece, I fedeli sono tutti sacerdoti da offrire sacrifici di lodi a Dio che procedono dalle loro labbra. A differenza però, che nessuno potrà mai indossare i panni sacerdotali di Aronne se non è figlio discendente d’Aronne perché pena la condanna di morte (Num.3:10; 18:7). Io mi diletto nell’offrire sacrifici di lodi a Dio, poiché Dio avendo accettato appieno il sacrificio del suo Figlio Gesù, non vuole più altro. Andando poi un passo indietro ti dico quello che forse già sai che Gesù non offrì mai un sacrificio sull’altare perché gli era proibito, non essendo Egli un discendente d’Aronne. Fu però ordinato sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedec, per avere un sacerdozio che rimane a Lui in eterno, ed il suo sacrificio non si ripete. Infatti se Cristo fosse sulla terra non sarebbe un sacerdote levitico. (Ebr.8:4)
R I S P O S T A

tratto dal Catechismo della Chiesa Cattolica:

L'unico sacerdozio di Cristo
1544 Tutte le prefigurazioni del sacerdozio dell'Antica Alleanza trovano il loro compimento in Cristo Gesù, unico “mediatore tra Dio e gli uomini”. Melchisedek, “sacerdote del Dio altissimo”, è considerato dalla Tradizione cristiana come una prefigurazione del sacerdozio di Cristo, unico “sommo sacerdote alla maniera di Melchisedek”, “santo, innocente, senza macchia”, il quale “con un'unica oblazione. . . ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati”, cioè con l'unico sacrificio della sua croce.
1545 Il sacrificio redentore di Cristo è unico, compiuto una volta per tutte. Tuttavia è reso presente nel sacrificio eucaristico della Chiesa. Lo stesso vale per l'unico sacerdozio di Cristo: esso è reso presente dal sacerdozio ministeriale senza che venga diminuita l'unicità del sacerdozio di Cristo. “Infatti solo Cristo è il vero sacerdote, mentre gli altri sono i suoi ministri”.
Due partecipazioni all'unico sacerdozio di Cristo
1546 Cristo, sommo sacerdote e unico mediatore, ha fatto della Chiesa “un Regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre”.
Tutta la comunità dei credenti è, come tale, sacerdotale. I fedeli esercitano il loro sacerdozio battesimale attraverso la partecipazione, ciascuno secondo la vocazione sua propria, alla missione di Cristo, Sacerdote, Profeta e Re. E' per mezzo dei sacramenti del Battesimo e della Confermazione che i fedeli “vengono consacrati a formare... un sacerdozio santo”.
1590 San Paolo dice al suo discepolo Timoteo: “Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani”, e “se uno aspira all'episcopato, desidera un nobile lavoro. A Tito diceva: “Per questo ti ho lasciato a Creta, perché regolassi ciò che rimane da fare e perché stabilissi presbiteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato

ed ancora

In persona di Cristo Capo
1548 Nel servizio ecclesiale del ministero ordinato è Cristo stesso che è presente alla sua Chiesa in quanto Capo del suo Corpo, Pastore del suo gregge, Sommo Sacerdote del sacrificio redentore, Maestro di Verità. E' ciò che la Chiesa esprime dicendo che il sacerdote, in virtù del sacramento dell'Ordine, agisce “in persona Christi capitis” - in persona di Cristo Capo:
E' il medesimo Sacerdote, Cristo Gesù, di cui realmente il ministro fa le veci. Costui se, in forza della consacrazione sacerdotale che ha ricevuto, è in verità assimilato al Sommo Sacerdote, gode della potestà di agire con la potenza dello stesso Cristo che rappresenta. Cristo è la fonte di ogni sacerdozio: infatti il sacerdote della Legge era figura di lui, mentre il sacerdote della nuova Legge agisce in persona di lui.


ed ancora

“A nome di tutta la Chiesa”1552 Il sacerdozio ministeriale non ha solamente il compito di rappresentare Cristo - Capo della Chiesa - di fronte all'assemblea dei fedeli; esso agisce anche a nome di tutta la Chiesa allorché presenta a Dio la preghiera della Chiesa e soprattutto quando offre il sacrificio eucaristico.
1553 “A nome di tutta la Chiesa”. Ciò non significa che i sacerdoti siano i delegati della comunità. La preghiera e l'offerta della Chiesa sono inseparabili dalla preghiera e dall'offerta di Cristo, suo Capo. E' sempre il culto di Cristo nella e per mezzo della sua Chiesa. E' tutta la Chiesa, Corpo di Cristo, che prega e si offre, “per ipsum et cum ipso et in ipso” - per lui, con lui e in lui - nell'unità dello Spirito Santo, a Dio Padre. Tutto il Corpo, “caput et membra” - capo e membra - prega e si offre; per questo coloro che, nel Corpo, sono i ministri in senso proprio, vengono chiamati ministri non solo di Cristo, ma anche della Chiesa. Proprio perché rappresenta Cristo, il sacerdozio ministeriale può rappresentare la Chiesa.
1592 Il sacerdozio ministeriale differisce essenzialmente dal sacerdozio comune dei fedeli poiché conferisce un potere sacro per il servizio dei fedeli. I ministri ordinati esercitano il loro servizio presso il popolo di Dio attraverso l'insegnamento, il culto divino e il governo pastorale.
Biancamosca ha scritto: Per Bicchiere dico:
La confessione dinanzi ad un sacerdote o uomo che sia, per essere raccomandato a Dio, non esiste nel Nuovo Testamento. Tutti in Cristo abbiamo accesso libero a Dio, come figli adottivi, ma sempre attraverso Cristo. .....................Biancamosca

R I S P O S T A


richiamo proprio la tua stessa citazione del centurione romano Cornelio

che necessità aveva di incontrare Pietro???

poteva continuare a pregare DIO! (così come già faceva)

ma evidentemente era indispensabile l'incontro con l'Uomo Pietro - l'annuncio del Vangelo - la remisssione dei peccati attraverso Pietro e inserirsi nella CHIESA nascente

grazie :strettamano:

vi saluto in CRISTO RISORTO
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INFOTDG
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Messaggio da INFOTDG »

Biancamosca ha scritto: Per Bicchiere dico:
La confessione dinanzi ad un sacerdote o uomo che sia, per essere raccomandato a Dio, non esiste nel Nuovo Testamento. Tutti in Cristo abbiamo accesso libero a Dio, come figli adottivi, ma sempre attraverso Cristo. .....................Biancamosca
R I S P O S T A

richiamo proprio la tua stessa citazione del centurione romano Cornelio

che necessità aveva di incontrare Pietro???

poteva continuare a pregare DIO! (così come già faceva)

ma evidentemente era indispensabile l'incontro con l'Uomo Pietro - l'annuncio del Vangelo - la remisssione dei peccati attraverso Pietro e inserirsi nella CHIESA nascente
:quoto100:
Non Temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che puo mandare anima e corpo all'inferno.
( Matteo 10,28 )
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Messaggio da Bicchiere mezzo pieno »

E i sacerdoti che tu menzioni come chiamati da Dio, non è scritturale in quanto in Cristo non è richiesto alcun altro sacerdote che possa indossare i panni d’Aronne
E' Cristo stesso ad aver dato il potere di rimettere i peccati estendendo qindi la sua funzione sacerdotale a dei rappresentanti umani. Ovviamente l'unico sacerdote è Cristo ma gli uomini lo rappresentano.
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Messaggio da emiliano »

Biancamosca ha scritto:
Bicchiere mezzo pieno ha scritto:
Mi piacerebbe avere una risposta BIBBIA ALLA MANO, che mi dimostri che il Nostro Amatissimo Padre Celeste, non accetti anche molto più semplicemente una confessione, fatta a LUI direttamente, con il cuore in mano e un vero e sincero pentimento del peccato commesso.
Non esiste una scrittura che possa dire una cosa del genere, perchè quando sei sinceramente pentito dei tuoi peccati Dio non può non perdonarti. Diciamo solo che una volta che ci si è purificati di fronte a un ministro di Dio, ci si sente più sollevati e psicologicamente a posto, in quanto l'assoluzione di tale ministro equivale all'assoluzione stessa di Dio, come se appunto ti avesse assolto lo stesso Dio.
Quindi ci si sente meglio e più in pace con se stessi.
Queste sfumature a sfondo cattolico non mi persuadono, in quando potrei trovarmi a confessarmi dinanzi alle vesti d’un pedofilo che Dio non ascolterà….
Credo che il metodo evangelico (secondo il Vangelo) è molto più efficace e di sicuro è accettato da Dio mediante Cristo, qualora il peccatore si penta con tutto il cuore.
Le preghiere a Dio si fanno attraverso Gesù Cristo al quale Dio gli ha dato interamente tutta l’autorità in cielo ed in terra. (Matt.28:18) Perciò tutto è nelle mani di Cristo, finanche il giudizio finale (Atti 17:31)
Gli ha dato anche (a Gesù) la Vita eterna ond’Egli la dia ad ognuno che mette viva fede in Lui. (Gv.17:2).
Dio ha posto ogni cosa sotto i piedi di Cristo, compreso i suoi nemici e bestemmiatori. ( 1Cor.15:27; Ef.1:22)
Cristo ha già perdonato interamente tutti i peccati d’ogni credente (Col.2:13) ed ha tolto via dal credente la legge mosaica che ci condannava (Ef.2:14-15) talché il credente è passato dalla morte alla vita. (Gv.5:24; Rom.8:1).
La confessione menzionata nel N.T. sta a dire di non nascondere il nostro fallo o peccato, ma palesarlo in segno di pentimento; infatti confessate i vostri falli gli uni gli altri. Tu li puoi confessare a me come io a te, ma il perdonatore è Cristo Gesù. Io a mia volta perdono colui che col suo fallo ha offeso me, come io devo confessare il mio fallo a colui che ho offeso che sarebbe Dio per prima e nello stesso tempo il mio prossimo.
Una volta avvenuto l’offesa, è cosa buona rivolgersi agli anziani per una preghiera efficace affinché il peccatore non si diparte dalla Chiesa sentendosi in se stesso un buon a nulla, ma che sia ristorato.
A chi avrete rimesso i peccati saranno rimessi… Io posso perdonare tutti coloro che mi avranno offeso, e facendo questo posso dire al Signore: “Perdona i miei debito (a te) come io perdono il mio debitore. (Matt.9:12).
Il Signor Gesù disse a Saulo di Tarso: “Ti mando ai Gentili per aprire loro gli occhi, onde si convertano dalle tenebre alla Luce e dalla potestà di satana a Dio, e ricevano per la fede in Me, la remissione dei peccato e la loro sorte d’eredità fra i santificati. (Atti 26:18)
Biancamosca
Cara amica,credo che tu ai un po di confusione! Anche se il prete è pedofilo,questo non vuol dire che Dio non ascolti il pentimento del peccatore che si rivolge a quel ministro con condotta deplorevole. Ricordiamoci che in quel momento è il Cristo stesso che ascolta la nostra confessione e ci assolve mediante il suo sacerdote. La formula di assoluzione recita: Dio,Padre di Misericordia che ha riconciliato a se il mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati,ti conceda mediante il ministero della Chiesa il perdono e la pace. Ed io ti assolvo,nel nome del Padre,del Figlio e dello Spirito Santo!
Certo il prete pedofilo è peccatore in quanto pedofilo ma anche lui a l'obbligo davanti al Signore di confessare i propri peccati!
Altrimenti continuare a dire messa e comunicandosi commetterebbe un grave sacrilegio davanti a Dio! Buona giornata :ok:
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Gabriella Prosperi
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Messaggio da Gabriella Prosperi »

Ehm, Biancamosca è un maschietto. :sorriso:
Gabriella
La cosa più difficile a questo mondo? Vivere! Molta gente esiste, ecco tutto.Oscar Wilde
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Bicchiere mezzo pieno
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Messaggio da Bicchiere mezzo pieno »

Il fatto che Cristo sia l'unico sacerdote o mediatore non ha mai significato che Egli non abbia esteso le sue funzioni anche agli uonini che lo seguono. Ad alcuni ha trasmesso la facoltà di esorcizzare demoni, ad altri di compiere miracoli, ad altri ancora di rimettere i peccati. Tutti i credenti diventano sacerdoti entrando a far parte del 'corpo mistico' di Cristo, ossia la Chiesa, solo che ce ne sono alcuni preposti a dei compiti più specifici che altri invece non possiedono (come la capacità di insegnare, il dedicare tutta la vita a Dio, ecc).
La remissione dei peccati è una cosa che Cristo ha passato alla sua Chiesa (i pastori). Non c'è bisogno di fare alcun sacrificio perchè appunto Cristo si è sacrificato per noi una volta e per sempre ed è tramite il sangue di Gesù che i pastori rimettono i peccati. Come dicevo, si può non condividere l'identità di tali pastori, a seconda delle denominazione cristiana a cui ci associamo, ma non possiamo non riconoscere che il potere di rimettere i peccati non sia una cosa che Cristo nion abbia dato alla Chiesa.
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Michele Ginanneschi
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Messaggio da Michele Ginanneschi »

Ciao, Simpattizante.
Posso risponderti raccontandoti la mia esperienza personale.
Premetto che sono sempre stato cattolico praticante, ma ho attraversato un brutto periodo durato diversi anni, nel quale non mi confessavo e comunicavo più. Anche esteriormente non ero messo bene: trascurato, barba sempre lunga, ecc..
Un giorno sono andato in un paese vicino al mio per consegnare dei manifesti per conto della mia parrocchia, e il parroco di quel posto (che mi conosce da tanti anni), aveva già notato da tempo il mio stato “degradato”, quindi cominciò a parlarmene, e ad un certo punto mi chiese quanto tempo era che non mi confessavo. Risposi: diversi anni (penso fossero 12, 13 o giù di lì).
Mi chiese se fossi in quel momento disposto a farlo. Risposi di no.
Ci mettemmo a parlare di altre cose.
Quando feci per andare via, mi prese, diciamo di autorità: e mi disse: “vai in cappella a fare l’esame di coscienza che ti confesso”. Forse aveva visto che non c’era più tempo da perdere. Comunque, a quel punto non feci repliche e obbedii.
Bene, il risultato fu una confessione di un’ora e mezza. E fu l’inizio della mia rinascita, perché in quel momento fui letteralmente obbligato a tirare fuori tutta la spazzatura che mi stava logorando ed imputridendo dentro. Fu un dialogo costruttivo, come ogni confessione deve essere. Il sacerdote non solo ascolta il penitente, ma dà anche dei consigli, ascolta, risponde, se necessario rimprovera, ma tutto questo è volto ad un cammino di crescita, spirituale e di conseguenza anche umana. E’ in questo che si inserisce la confessione.
Leggevo l’esperienza di Dolores in “Presentiamoci”, dove dice che il suo padre spirituale l’ha fatta attendere due anni prima di assolverla. Perché lei mostra sempre la sua riconoscenza per questo? Perché questi due anni sono serviti alla sua maturazione.
La confessione al sacerdote serve ad evitare autogiustificazioni, autoassolvimenti, serve ad evitare che ci fissiamo su cose marginali per evitare di affrontare questioni importanti.
Come il corpo e la mente, anche l’anima si ammala, e quando si ammala l’anima ne risente tutto l’essere: e il sacerdote è il “medico dell’anima”.
Certo, sappiamo che ci sono medici bravi e meno bravi, o anche cialtroni, questo succede anche con i confessori. Infatti dobbiamo trovarne uno che ci soddisfi e che riesca a curarci, a volte anche dolorosamente, altrimenti ci ripieghiamo su noi stessi e diventiamo noi stessi il nostro metodo di giudizio, che è praticamente un suicidio spirituale, è quello che rientra nella cosiddetta “religione fai da te”, in cui ci si crea un dio a nostra immagine e somiglianza.
E per trovare la guida giusta dobbiamo provare, senza paura. Possiamo aver fortuna di trovarla subito o dopo qualche volta.
Ed aggiungo che è anche molto importante il fatto che noi ci confessiamo proprio davanti all’uomo sacerdote, pieno di peccati come noi. Questo gesto ci insegna ogni volta ad “abbassare la cresta”, ad arricchire quell’umiltà senza la quale saremmo “congelati” in una immobilità spirituale.
Spero di essermi espresso con chiarezza.
Ciao.
L'impossibile non esiste.
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Una Simpatizzante
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Messaggi: 671
Iscritto il: 19/09/2009, 12:03
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Messaggio da Una Simpatizzante »

vi ringrazio tutti per le risposte; le rileggo in continuazione,
non mi ero mai posta tutti gli interrogativi dandomi delle risposte così chiare.
Non dico di avere le idee chiarissime ma forse si stà delineando qualcosa, chissa!!!!!
:grazie:
Un uccellino sogna di volare. Sbatte le ali, ma ha paura di sollevarsi in aria. Un giorno, un uccello gli chiede: "perché non provi? Hai le ali per farlo!" Questi risponde: "ho le ali, è vero, ma ho anche molta paura." "Avere gli strumenti giusti per realizzare un sogno alla nostra portata non basta se non si ha anche il coraggio di realizzarlo."
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