La "docta ignorantia" dei tdg: Cusano e la luce progressiva
Moderatore: polymetis
La "docta ignorantia" dei tdg: Cusano e la luce progressiva
Nel “De docta ignorantia”, Niccolò Cusano, filosofo tedesco vissuto nel XV secolo, tratta un argomento che richiama molto da vicino (sebbene forzatamente, me ne rendo conto) la “dottrina” dell’intendimento progressivo sviluppata e adottata dai tdg nel corso del XX secolo. Scritta nel 1440, quest’opera contiene molti degli elementi principali del pensiero del Cusano, almeno quelli che riguardano per l’appunto la dotta ignoranza, e l’interessante “coincidentia oppositorum” come natura di Dio, oltre ai primi sviluppi dei concetti di complicatio ed explicatio e di poter essere.
Come dicevo, è possibile ravvisare il motivo ricorrente dell’intendimento progressivo in un passaggio (fondamentale per il seguito dell’opera) contenuto al capitolo terzo del De docta ignorantia, capitolo dal tema “La verità precisa è incomprensibile”. Non mi sorprenderebbe trovare in una Svegliatevi un articoletto storicamente e filosoficamente fuorviante dove questo passaggio di Cusano venga usato per sostenere per l’appunto le dottrine intermittenti wtsiane. Tralasciando l’argomento filosofico che Cusano sviluppa (perché il mio interesse è solo quello di riportarvi una curiosità; se ne avete tempo e voglia, vi consiglio però di leggere o meglio studiare De Docta ignorantia e il pensiero di Cusano, a mio avviso precursore di molti temi della filosofia moderna), vi cito soltanto questo passaggio:
“L’intelletto, che non è la verità, non comprende mai la verità in modo così preciso da non poterla comprendere più precisamente ancora all’infinito, perché sta alla verità come il poligono sta al cerchio. Quanti più angoli avrà il poligono inscritto,tanto più sarà simile al cerchio: tuttavia, non sarà mai uguale, anche se avremo moltiplicato i suoi angoli all’infinito, a meno che non si risolva nell’identità con il circolo.” (Opere filosofiche, a cura di Graziella Federici-Vescovini, UTET 1972)
Se credessimo in una improbabile profonda erudizione dei “teologi” wts, potremmo pensare che la dottrina geovista abbia attinto (anche) da questa fonte. Ma ovviamente non è così, per almeno un motivo: se Cusano immaginava che l’operazione del moltiplicare gli angoli del poligono inscritto nel cerchio per tendere a quest’ultimo fosse un’operazione perpetua, destinata al proseguimento infinito, includendo in essa la sua stessa opera, i suoi stessi pensieri e convincimenti, i tdg ricorrono all’intendimento progressivo solo di fronte ad evidenti mancanze o falle dei loro insegnamenti. In altri momenti, la loro è la verità, non tende ad essa. Il loro intendimento (il corpo di dottrine a cui fanno capo) è la verità; non lo è più soltanto quando qualcosa va storto, qualche previsione fallisce o qualcosa va cambiato: in quel momento e solo allora, il loro intendimento non è la verità (per citare Cusano) e si mette in moto la macchina dell’intendimento progressivo, la moltiplicazione infinita degli angoli della dottrina geovista come quadratura del cerchio ideale della verità. “La fulgida luce che splende sempre più” supera sé stessa pur essendo sempre al suo massimo: paradosso che i tdg preferiscono non vedere o di cui forse neppure si accorgono.
Una curiosità divertente è che nello stesso libro del De Docta ignorantia, al capitolo XXIV (“Il nome di Dio e la teologia affermativa”) Cusano argomenta sull’impossibilità di dare un nome a Dio e sull’ineffabilità del tetragramma quale nome proprio di Dio: un colpo basso da un insospettabile sostenitore dei tdg (come titolerebbe quell’articoletto nella Svegliatevi di cui sopra).
Come dicevo, è possibile ravvisare il motivo ricorrente dell’intendimento progressivo in un passaggio (fondamentale per il seguito dell’opera) contenuto al capitolo terzo del De docta ignorantia, capitolo dal tema “La verità precisa è incomprensibile”. Non mi sorprenderebbe trovare in una Svegliatevi un articoletto storicamente e filosoficamente fuorviante dove questo passaggio di Cusano venga usato per sostenere per l’appunto le dottrine intermittenti wtsiane. Tralasciando l’argomento filosofico che Cusano sviluppa (perché il mio interesse è solo quello di riportarvi una curiosità; se ne avete tempo e voglia, vi consiglio però di leggere o meglio studiare De Docta ignorantia e il pensiero di Cusano, a mio avviso precursore di molti temi della filosofia moderna), vi cito soltanto questo passaggio:
“L’intelletto, che non è la verità, non comprende mai la verità in modo così preciso da non poterla comprendere più precisamente ancora all’infinito, perché sta alla verità come il poligono sta al cerchio. Quanti più angoli avrà il poligono inscritto,tanto più sarà simile al cerchio: tuttavia, non sarà mai uguale, anche se avremo moltiplicato i suoi angoli all’infinito, a meno che non si risolva nell’identità con il circolo.” (Opere filosofiche, a cura di Graziella Federici-Vescovini, UTET 1972)
Se credessimo in una improbabile profonda erudizione dei “teologi” wts, potremmo pensare che la dottrina geovista abbia attinto (anche) da questa fonte. Ma ovviamente non è così, per almeno un motivo: se Cusano immaginava che l’operazione del moltiplicare gli angoli del poligono inscritto nel cerchio per tendere a quest’ultimo fosse un’operazione perpetua, destinata al proseguimento infinito, includendo in essa la sua stessa opera, i suoi stessi pensieri e convincimenti, i tdg ricorrono all’intendimento progressivo solo di fronte ad evidenti mancanze o falle dei loro insegnamenti. In altri momenti, la loro è la verità, non tende ad essa. Il loro intendimento (il corpo di dottrine a cui fanno capo) è la verità; non lo è più soltanto quando qualcosa va storto, qualche previsione fallisce o qualcosa va cambiato: in quel momento e solo allora, il loro intendimento non è la verità (per citare Cusano) e si mette in moto la macchina dell’intendimento progressivo, la moltiplicazione infinita degli angoli della dottrina geovista come quadratura del cerchio ideale della verità. “La fulgida luce che splende sempre più” supera sé stessa pur essendo sempre al suo massimo: paradosso che i tdg preferiscono non vedere o di cui forse neppure si accorgono.
Una curiosità divertente è che nello stesso libro del De Docta ignorantia, al capitolo XXIV (“Il nome di Dio e la teologia affermativa”) Cusano argomenta sull’impossibilità di dare un nome a Dio e sull’ineffabilità del tetragramma quale nome proprio di Dio: un colpo basso da un insospettabile sostenitore dei tdg (come titolerebbe quell’articoletto nella Svegliatevi di cui sopra).
Quella dei TdG non è luce progressiva ma luce intermittente, al punto che sono arrivati a negare, poi confermare, poi negare ancora, e poi riconfermare la medesima dottrina in alcune occasioni: la sorte degli abitanti di Sodoma ne è un esempio. Qui non si tratta di luce progressiva ma di gente che scrive a caso spesso non conoscendo neppure i precedenti nelle loro pubblicazioni.
Presentazione
Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
- Gabriella Prosperi
- Utente Platinium
- Messaggi: 14678
- Iscritto il: 11/06/2009, 6:16
- Contatta:
Non sarebbe il primo caso di un autore citato solo per quel che riguarda la loro esegesi, ma d'altronde, secondo te, perchè si raccomandano di non studiare oltre un certo livello?Davide P. ha scritto:Una curiosità divertente è che nello stesso libro del De Docta ignorantia, al capitolo XXIV (“Il nome di Dio e la teologia affermativa”) Cusano argomenta sull’impossibilità di dare un nome a Dio e sull’ineffabilità del tetragramma quale nome proprio di Dio: un colpo basso da un insospettabile sostenitore dei tdg (come titolerebbe quell’articoletto nella Svegliatevi di cui sopra).
Gabriella
La cosa più difficile a questo mondo? Vivere! Molta gente esiste, ecco tutto.Oscar Wilde
Presentazione
Presentazione
Sono d'accordo con voi: la luce dei tdg è intermittente (anzi, casuale, in quanto non rispetta neppure una certa regolarità, un qualche pattern a cui rifarsi per eventuali previsioni).
Ovviamente il mio post aveva intenti ironici: mi spiace dirlo, ma non credo che i tdg conoscano Cusano o abbiano qualche nozione di filosofia (di certo, se le hanno, non le usano per scrivere i loro articoli), ed è nei loro interessi non incoraggiare lo studio di argomenti che non siano contenuti nelle loro pubblicazioni (anzi, non solo non incoraggiano, ma lo scoraggiano apertamente).
Buona domenica,
Davide
Ovviamente il mio post aveva intenti ironici: mi spiace dirlo, ma non credo che i tdg conoscano Cusano o abbiano qualche nozione di filosofia (di certo, se le hanno, non le usano per scrivere i loro articoli), ed è nei loro interessi non incoraggiare lo studio di argomenti che non siano contenuti nelle loro pubblicazioni (anzi, non solo non incoraggiano, ma lo scoraggiano apertamente).
Buona domenica,
Davide
Dunque, adesso che ho cinque minuti ti tempo, scendo nel particolare.Aquarivs ha scritto:Guarda caso ho parlato con un amico ieri che usò l'espressione "raffinamento"..
Questo amico mio, che ha in passato frequentato i tdg per qualche anno, aveva la curiosità di vedere com'è fatta un'assemblea e andarci per un giorno.
Chiaro che conosce la dottrina e che l'ha abbandonata tempo fa perché non riusciva ad andarci d'accordo pienamente, poneva però l'accento all'entusiasmo generale verso questa luce spirituale definendola raffinamento.
Non è la prima volta che sento usare quest'espressione dai testimoni per cui ho preso la palla al balzo ed ho puntualizzato cosa si intenda, nella lingua italiana la parola raffinamento che, in linea di massima, rappresenta un'azione un'operazione atta ad eliminare da un dato oggetto (o pensiero) tutto ciò che lo rende impuro, inadatto lungo un processo che parte da uno status primordiale ad uno finito.
Prendiamo ad esempio il raffinamento dello zucchero: è un processo che parte da un elemento definito impuro e giunge ad uno stato, un'essenza deprivata di determinati elementi rendendolo adatto allo scopo.
Com'è possibile che l'intendimento geovista possa essere defnito raffinamento? Il processo non è mai stato lineare. Non si è mai saputo qual era lo stato iniziale e qual è lo stato finale a cui giungere. Inoltre elementi considerati impuri sono stati prima eliminati poi reinseriti, rieliminati e spesso reinseriti. Questo processo non è un raffinamento ma una vera e propria emulazione di Penelope!
- Gabriella Prosperi
- Utente Platinium
- Messaggi: 14678
- Iscritto il: 11/06/2009, 6:16
- Contatta:
Gia', però, così come Penny tenne in scacco i proci per un bel po', così la waccetover "ce prova"
Gabriella
Gabriella
La cosa più difficile a questo mondo? Vivere! Molta gente esiste, ecco tutto.Oscar Wilde
Presentazione
Presentazione
In quanto a "raffinamento", un esempio dalla letteratura WT:
[Torre di Guardia, 15.02.2006,p.30]:
“Accettare un cambiamento e adattarvisi può essere difficile”, dice un anziano di lunga data. Cosa lo ha aiutato ad accettare i numerosi raffinamenti che ha visto nei 48 anni da che è proclamatore del Regno? “Il segreto sta nell’avere il giusto atteggiamento”, dice. “Chi si rifiuta di accettare un raffinamento rimane indietro mentre l’organizzazione va avanti. Se mi trovo in una situazione in cui sembra difficile accettare dei cambiamenti, rifletto su ciò che Pietro disse a Gesù: ‘Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna’. Poi mi chiedo: ‘Ma dove vado? Nelle tenebre del mondo?’ Questo mi aiuta a tenermi stretto all’organizzazione di Dio”. — Giovanni 6:68.
Non esiste termine usato nel linguaggio dei Testimoni che non è stato prima usato nella letteratura WT.
[Torre di Guardia, 15.02.2006,p.30]:
“Accettare un cambiamento e adattarvisi può essere difficile”, dice un anziano di lunga data. Cosa lo ha aiutato ad accettare i numerosi raffinamenti che ha visto nei 48 anni da che è proclamatore del Regno? “Il segreto sta nell’avere il giusto atteggiamento”, dice. “Chi si rifiuta di accettare un raffinamento rimane indietro mentre l’organizzazione va avanti. Se mi trovo in una situazione in cui sembra difficile accettare dei cambiamenti, rifletto su ciò che Pietro disse a Gesù: ‘Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna’. Poi mi chiedo: ‘Ma dove vado? Nelle tenebre del mondo?’ Questo mi aiuta a tenermi stretto all’organizzazione di Dio”. — Giovanni 6:68.
Non esiste termine usato nel linguaggio dei Testimoni che non è stato prima usato nella letteratura WT.
-
- Argomenti simili
- Risposte
- Visite
- Ultimo messaggio
-
- 6 Risposte
- 766 Visite
-
Ultimo messaggio da Peter
-
- 28 Risposte
- 2962 Visite
-
Ultimo messaggio da Sandro
-
- 15 Risposte
- 1377 Visite
-
Ultimo messaggio da Metallo Pesante
-
- 28 Risposte
- 1511 Visite
-
Ultimo messaggio da Tranqui
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 0 ospiti