Ancora sull'inno ai filippesi 2

Per discutere di temi ed argomenti di vario genere.

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Vieri
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

Valentino, polemico come al solito...
Io parlo semplicemente di ciò che si discute a livello accademico su certi argomenti: il fatto che tu, molto probabilmente, ignori l'esistenza ed i contenuti del dibattito accademico esistente su certi argomenti non muta la realtà delle cose.
In sostanza parlo semplicemente di quello che chiunque può apprendere frequentando una qualsiasi delle Università accreditate del pianeta!
Te l'ho già esposto prima e più volte molto chiaramente:
Me ne frego assolutamente di quello che dicono o affermano smpre queste persone che sono uomini sempre con idee personali mentre io mi affido alla "Tradizione" come spiegato.

E' inutile pertanto che tu cerchi sempre di convincere le persone facendo il tuo solito proselitismo che stranamente e chissà perché,. :ironico: afferma sempre cose contrarie a quanto affermato dalla C.C.
Io non confido negli uomini, lo hai capito ma confido nella Chiesa e nella Tradizione cristiana ?
Buona giornata...
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Mario70
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Mario70 »

Curiosità:
Leggo Valentino e Vieri parlare della "deicitá" di Gesù, ma non ho mai letto o sentito questa parola in italiano, che io sappia esiste Deità da Dio e divinità da divino, mi sono perso qualcosa?
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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Valentino
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Valentino »

Vieri ha scritto: 07/01/2024, 13:44Valentino, polemico come al solito...
Te l'ho già esposto prima e più volte molto chiaramente:
Me ne frego assolutamente
Il fatto che finalmente tu sia riuscito ad ammetterlo è secondo me già un bel progresso ed un gran risultato!
Però poi non si capisce perché ti lamenti se si sottolinea il fatto che ignori bellamente quanto si discute in ambito accademico e che sei ignorante in materia?!?!
Mi sembra contraddittorio da parte tua.
Gli studi accademici non ti interessano e te ne freghi!
Bene, ne prendiamo atto.
Dunque di cosa parliamo?!?!
Hai semplicemente ammesso che affronti certe questioni da una prospettiva esclusivamente confessionale.
Dunque confermi che parliamo di questioni diverse.
Vieri ha scritto: 07/01/2024, 13:44E' inutile pertanto che tu cerchi sempre di convincere le persone facendo il tuo solito proselitismo
Quale proselitismo!??!!
:risata:
E da quando citare manuali universitari significa fare proselitismo?!?!
Parlo semplicemente di quello che chiunque può apprendere frequentando una qualsiasi Università del pianeta!

Vieri ha scritto: 07/01/2024, 13:44Io non confido negli uomini
Non so cosa tu intenda dire esattamente con questa espressione. Se si intende parlare di argomenti e materie di studio di cui ci si occupa a livello accademico mi sembra lapalissiano che si faccia riferimento al dibattito accademico esistente su certi argomenti.
Al solito fai confusione e confondi le questioni.
Difficile "seguirti".
Studiare storia del cristianesimo, oppure la critica testuale, l'esegesi storico-critica all'Università significa "confidare negli uomini"?
Mah?!?!
Vieri ha scritto: 07/01/2024, 13:44ma confido nella Chiesa e nella Tradizione cristiana ?
Buona giornata...
Questo lo sappiamo!
Ma cosa c'entra nell'economia del nostro discorso?!?!?
Mica stiamo discutendo di quello che tu credi per fede o, più in generale, delle tue credenze religiose?!?!
illustri autori quali E.P. Sanders, Geza Vermes, Dale Allison, Paula Fredriksen e tanti altri [...] su un punto concordano tutti:
Gesù non trascorse il suo ministero a proclamarsi divino.
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Messaggio da Valentino »

Mario70 ha scritto: 07/01/2024, 13:48 Curiosità:
Leggo Valentino e Vieri parlare della "deicitá" di Gesù, ma non ho mai letto o sentito questa parola in italiano, che io sappia esiste Deità da Dio e divinità da divino, mi sono perso qualcosa?
Deicità ricorre nel "Dittionario toscano" del Politi a onor del vero.
Per quanto mi riguarda lo uso colloquialmente senza alcuna accezione "tecnica".
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

Valentino l'incorreggibile:
Mi sembra contraddittorio da parte tua.
Gli studi accademici non ti interessano e te ne freghi!
Bene, ne prendiamo atto.
Dunque di cosa parliamo?!?!
Hai semplicemente ammesso che affronti certe questioni da una prospettiva esclusivamente confessionale.
Dunque confermi che parliamo di questioni diverse
.
Ma è possibile che dopo anni tu non l'abbia ancor capito che parliamo sempre di cose assolutamente diverse :ironico: ???
Io non esamino il vangelo o le lettere degli apostoli sotto una prospettiva confessionale imposta ma da quanto è emerso in 2000 anni di storia del cristianesimo e dalle convinzioni e le testimonianze di centinaia di santi e pensatori cristiani.
Non saranno pertanto qualche decina di illuminati professoroni moderni che potranno farmi cambiar idea per il semplice fatto che sono sempre dei singoli studiosi con una propria visione ed interpretazione personale..
Tu ti affidi a loro ? Sei libero di pensarlo ma potrei essere diverso da te e considerare questi studiosi solo come opinione personale ?
In pratica "una rondine non fa primavera" ma fa "estate" la "Tradizione cristiana di 2000 anni di storia, di concili e di dibattiti.

Se ancora non ti è chiaro, è che non potrà mai esistere contraddittorio con te poiché in tutti questi anni mai e dico mai di tutti tuoi illustri professori abbondantemente e ripetutamente citati non n'è mai stato uno, almeno uno, che abbia ammesso il fatto che Gesù fosse stato VERAMENTE di origine divina e creduto subito tale dai suoi apostoli ?
Possibile che tutti questi professoroni buttino alla fine alle ortiche il Vangelo con una diversa interpretazione ?
E questa non la chiami apostolato subliminale delle tue idee religiose dove hai sempre detto e creduto che Gesù fosse stato solo un profeta taumaturgo umano ?

Ripeto che a me la cosa pare oltremodo strana come il fatto, da te, ripetuto più volte che gli apostoli e San Paolo non credessero nella deicità di Gesù ma che stranamente dagli scritti lasciati direttamente o da loro proseliti solo dopo a fine de secondo secolo si "svegliò" una setta di proto ortodossi con questa idea che poi alla fine convinse un sacco di gente diventando poi dopo varie e note vicissitudini la religione ed il credo dominante.

Valentino ascolta il consiglio, non continuare ancora con queste tue solite idee buone solo per convincere qualche "ateiuccio" di turno presente nel forum.
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

Avrei voluto risposndere al tuo post "da Valentino » oggi, 13:34"
Ma onestamebte ritengo inutile parlare al muro quando non riesci a capire l'accenno che avevo fatto agli ebrei ed ai mussulmani dove per i primi ;
In generale l'ebraismo vede Gesù come uno dei tanti falsi messia che sono apparsi nel corso della storia degli ebrei. Gesù viene considerato come il più influente, e di conseguenza il più deleterio, di tutti i falsi messia.
mentre per l'Ialam:
Nell'Islam, Gesù è considerato un profeta al pari di Muḥammad. Tradizionalmente la menzione di ʿĪsā viene sempre accompagnata dall'eulogia "Su di lui la pace [di Allah])", simile all'eulogia impiegata per il profeta Maometto cioè "Dio lo benedica e gli dia pace"). Gesù è menzionato diverse volte nel Corano oltre che nella tradizione islamica, con il nome di "Gesù figlio di Maria" Il Corano si riferisce a Gesù con la formula "il messaggero di Dio" o "la parola di Dio" oltre che il Messia e il figlio di Maria.
In breve due predicatori di natura umana.....
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Valentino »

Vieri ha scritto: 07/01/2024, 16:19Ma è possibile che dopo anni tu non l'abbia ancor capito che parliamo sempre di cose assolutamente diverse???
Io non esamino il vangelo o le lettere degli apostoli sotto una prospettiva confessionale imposta
Vieri ma cosa significa "imposta"?
Imposta o non imposta resta una prospettiva esclusivamente confessionale.
Che tu abbia scelto liberamente di accettare per fede la prospettiva confessionale cattolica non cambia il fatto che quello che scrivi riflette semplicemente il contenuto delle tue credenze religiose.
Il problema è che io non ho mai parlato delle tue credenze religiose nè mi è mai interessato farlo.
Qui si è parlato semmai di quello che credeva e scriveva Paolo.
Pure un pentecostale oneness potrebbe venire qui a scrivere da una prospettiva confessionale non "imposta" ma accettata e creduta liberamente ma questo non renderebbe la sua prospettiva meno confessionale della tua.
Quello che non si comprende è l'opportunità di venirci a parlare delle proprie convinzioni e credenze religiose in un contesto dove questi argomenti non sono trattati!
Vieri ha scritto: 07/01/2024, 16:19ma da quanto è emerso in 2000 anni di storia del cristianesimo e dalle convinzioni e le testimonianze di centinaia di santi e pensatori cristiani.
Dicendo questo stai semplicemente ribadendo e non negando che ti limiti a parlare delle tue credenze religiose e da una prospettiva esclusivamente confessionale.
E questo appunto non c'entra nulla con gli argomenti che affronto con Maroo70 o altri interlocutori.
Vieri ha scritto: 07/01/2024, 16:19Non saranno pertanto qualche decina di illuminati professoroni moderni che potranno farmi cambiar idea per il semplice fatto che sono sempre dei singoli studiosi con una propria visione ed interpretazione personale..
Tu ti affidi a loro ?
Ma infatti nessuno ha mai citato certi studiosi per farti cambiare le tue personali credenze religiose.
Le tue convinzioni e credenze religiose non sono mai state oggetto di discussione o dibattito. Sei tu che vuoi parlarne non noi.
Qui si è cercato di parlare di storia del cristianesimo, di filologia, di esegesi storico-critica, di critica testuale di cristologia paolina e chi studia queste discipline si affida agli studi accademici esistenti su tali argomenti.
Mica la storia del cristianesimo, la filologia, l'esegesi storico-critica, la critica testuale si studiano sul catechismo della chiesa cattolica e/o sul catechismo di qualche altra chiesa esistente?!?!
Vieri ha scritto: 07/01/2024, 16:19Sei libero di pensarlo ma potrei essere diverso da te e considerare questi studiosi solo come opinione personale?
La storia del cristianesimo, l'esegesi storico-critica, la critica testuale, la filologia non sono propriamente delle "opinioni personali" ma specifiche discipline di studio che si muovono nei limiti di un determinato orizzonte epistemologico.
Vieri ha scritto: 07/01/2024, 16:19In pratica "una rondine non fa primavera" ma fa "estate" la "Tradizione cristiana di 2000 anni di storia, di concili e di dibattiti.
Ma tutto questo può avere una sua utilità per coloro che desiderano sapere quali sono i contenuti della fede della chiesa cattolica. Ma cosa c'entra una determinata "tradizione cristiana" nel contesto di una discussione in cui si parla d'altro!?!?!?
Mica la storia del cristianesimo, la questione del Gesù storico, la filologia, l'esegesi storico-critica sono discipline che si studiano sul catechismo della chiesa cattolica o sul catechismo della chiesa anglicana o su quello di qualsiasi altra chiesa o tradizione religiosa?!?!? :boh: :conf:
Vieri ha scritto: 07/01/2024, 16:19Se ancora non ti è chiaro, è che non potrà mai esistere contraddittorio con te poiché in tutti questi anni mai e dico mai di tutti tuoi illustri professori abbondantemente e ripetutamente citati non n'è mai stato uno, almeno uno, che abbia ammesso il fatto che Gesù fosse stato VERAMENTE di origine divina e creduto subito tale dai suoi apostoli ?
Molto semplicemente non c'è alcuna evidenza storico-documentale in tal senso.
È un fatto storicamente certo che Gesù non ha mai detto di essere Dio e non ha mai detto di essere di natura divina come pure è certo che Paolo di Tarso e gli apostoli non credevano che Gesù fosse Dio o di natura divina.
Vieri ha scritto: 07/01/2024, 16:19Possibile che tutti questi professoroni buttino alla fine alle ortiche il Vangelo con una diversa interpretazione ?
In realtà non buttano alle ortiche proprio niente!
Non è nè colpa mia, e non è colpa loro se a livello storico risulta che coloro che deificarono Gesù furono gli gnostici ed I proto-ortodossi, ma non gli apostoli e/o Paolo di Tarso.
Vieri ha scritto: 07/01/2024, 16:19E questa non la chiami apostolato subliminale delle tue idee religiose
Vieri ma di cosa vai cianciando?!?!?!
Quali idee religiose?!?!?!
Io ti parlo di fatti storici di cui si parla in normalissimi manuali universitari!!!
O pensi che nei manuali universitari di storia del cristianesimo si faccia "apostolato subliminale" di "idee religiose"?!?!?! :ironico: :risata: :risata: :risata:
Vieri ha scritto: 07/01/2024, 16:19Ripeto che a me la cosa pare oltremodo strana come il fatto, da te, ripetuto più volte che gli apostoli e San Paolo non credessero nella deicità di Gesù ma che stranamente dagli scritti lasciati direttamente o da loro proseliti
Non è affatto strano se si considera che nelle lettere autentiche di Paolo non c'è alcun riferimento alla presunta deicità di Gesù.
Vieri ha scritto: 07/01/2024, 16:19solo dopo a fine de secondo secolo si "svegliò" una setta di proto ortodossi con questa idea che poi alla fine convinse un sacco di gente diventando poi dopo varie e note vicissitudini la religione ed il credo dominante.
Beh la storia del cristianesimo e delle chiese non è una mia invenzione e le vicende storiche che portarono al prevalere di una corrente religiosa sulle altre sono abbastanza note.
Quindi?
Vieri ha scritto: 07/01/2024, 16:19Valentino ascolta il consiglio, non continuare ancora con queste tue solite idee buone solo per convincere qualche "ateiuccio" di turno presente nel forum.
Pace e bene...
Vieri ma se come hai detto non te ne frega nulla della storia del cristianesimo, della filologia, della critica testuale, dell'esegesi storico-critica, etc. continua pure a fare finta di niente e lascia discutere invece coloro che hanno interesse nello studio di certe discipline.
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Gesù non trascorse il suo ministero a proclamarsi divino.
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da GioGian »

Vieri ha scritto: 07/01/2024, 12:40 Ciao GioGian,...
Come si fa a dimenticarsi che Gesù è Dio, se lo si pensa vero? Non si tratta di "una scoperta graduale" dei discepoli, perché nessuno può essere battezzato nel suo Nome se non professa vero il Nome nel quale è battezzato.
Il battesimo riprende le parole di
Matteo 28,19-29
19 Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, 20 insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

...faccio sempre un po' fatica a seguire il tuo ragionamento ma noto con piacere che alla fine credi anche tu nella divinità di Gesù anche se i "soliti e noti oppositori" alzino subito il pelo", contestando con i soliti triti argomenti queste affermazioni.
Ciao Vieri. Che devo dirti, grazie! Ma non si tratta della "fine", ma del principio di ciò che vado dicendo. Se noti io non contesto mai la correttezza dottrinale delle tue argomentazioni, che mi risultano sempre rette e ben formulate. Però mi occupo della questione da un altro punto di vista. Se volessimo esprimerci in parabola, ci sono quelli come te, che guardano il tubetto di dentifricio e sanno aprire correttamente il tappo per far uscire correttamente il dentifricio. Poi ci sono quelli in mala fede, che vogliono far uscire il dentifricio a forza e stoltamente, facendo un buco dove gli pare sul tubetto e stringendo bello forte qua e là. Ma poi ci sono quelli come Mario, che guardano il tubetto. lo conoscono da ogni lato, ma pensano che dentro non ci sia alcun dentifricio. Costoro non hanno colpa, perché si trovano nell'impossibilità di credere. Questa impossibilità non deriva dallo sviluppo della Tradizione, ma dall'esito dello sviluppo dell'intero pensiero occidentale, che oramai è un esito globale. In questo esito si parla solo di ciò che si crede vero, senza parlare mai della verità. In questo credere vero c'è tutto il credersi vero del parlante, senza che egli ponga mai la questione circa il fondamento per il quale lui parlante si crede vero mentre parla.
Mi ripeto un po': se sappiamo, perché lo vediamo, che i parlanti parlano credendosi veri, come mai essi non si pongono il problema più semplice, e più rispettoso verso gli interlocutori, cioè in base a quale verità essi stessi si credono parlanti, e parlanti veri? Wikipedia riporta e cita scrupolosamente opinioni edotte, ma si guarda bene dal dire di uno qualsiasi di questi che egli stia dicendo la verità. Il motivo è semplice: perché manca il fondamento, il criterio, il metro attraverso cui dirlo, ma prima ancora attraverso cui dire perché questi parlanti si credano loro stessi veri nel parlare. Si chiama problema ontologico. Ma noi sappiamo che il Cristianesimo ha a che fare con la verità.

[Ti risponderò a breve dall'altra parte, a proposito del libero arbitrio. Come devo dire qualcosa a proposito di quanto mi ha invitato a dire Cogitabonda. Purtroppo ho il tempo che ho. Qualcuno ha aggiustato la formattazione del mio post precedente per me, e lo ringrazio di cuore. Credo che sbaglio per il fatto che faccio scadere la sessione.]
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da GioGian »

Mario70 ha scritto: 07/01/2024, 12:14
GioGian ha scritto: 07/01/2024, 1:55
Mario70 ha scritto: 05/01/2024, 15:25Gian fa un discorso prettamente teologico sul "non detto", non accetta una divinizzazione di Gesù a posteriori (ovvio, non sarebbe credente se lo credesse), ma una "scoperta graduale" dei suoi discepoli che egli fosse Dio, ipotizza che gli apostoli e Stefano già credettero al suo essere Dio sia perché è visto alla destra di Dio (anche per le visioni tardo profetiche di Daniele ed enochiche il messia figlio dell'uomo sarebbe stato alla destra di Dio senza per questo credere che fosse Dio e non vedo perché Stefano dovesse pensarla diversamente) e per la sua auto-resurrezione (attenzione perche per gli atti e le lettere "recenti" é SEMPRE il padre a resuscitare Gesù e le scritture sono tante a testimoniarlo, solo in Giovanni vi è questa conclusione (Gesù ha vita in se stesso ed ha il potere di risorgere da solo) e non è un caso, siamo a fine I secolo appunto come ho sempre sostenuto, anche il credere che fosse Dio da parte di Tommaso (che rappresenta tutti i dubbiosi secondo gian) è di Giovanni.
Grazie comunque Gian é interessante leggerti.
sì, faccio un discorso ontologico, sul quale se servono precisazioni a qualcuno che ci legge ritornerò, e a parte un discorso teologico-pragmatico circa il "non detto": la opportunità, o meglio la necessità, per amore del fratello correligionario e semplice buona creanza, di non testimoniare contro di lui per iscritto (se è in vita ovviamente). I testi a noi rimasti sono stati semplicemente dei promemoria, non erano scritti alla finalità di essere manuali di future ortodossie; ma scritti per essere promemoria per la predicazione, allo scopo di non disperdere il patrimonio lasciato dalla testimonianza apostolica. Ora, per il loro uso, la predicazione, non serviva affatto il promemoria del tema centrale, perché quello di certo non si dimentica. Come si fa a dimenticarsi che Gesù è Dio, se lo si pensa vero? Non si tratta di "una scoperta graduale" dei discepoli, perché nessuno può essere battezzato nel suo Nome se non professa vero il Nome nel quale è battezzato. E' questa la differenza con il battesimo di Giovanni. In Atti si fa cenno a discepoli che avevano ricevuto solo il battesimo di Giovanni, i quali, edotti circa l'esistenza del nuovo battesimo, dicono: "non sapevamo neppure che esistesse uno Spirito Santo"; ovvero, uscendo dall'allusione, di Gesù invece sapevano che egli esistesse, cioè che fosse vivo, ma non sapevano che fosse il Nome (così come anche lo Spirito lo è).
Il Vangelo va gridato dai tetti, però la perla non va gettata ovunque, ma conservata per il vero discepolo della nuova Via, quello che desidera ricevere il battesimo. In quel Nome così il nuovo discepolo sarà fratello vero, e impegnato anche lui a gridare il Vangelo dai tetti, ma anche lui a non gettare la perla ovunque.
Ma di tali considerazioni gradualmente viene meno la cogenza, ed essa cessa quasi del tutto dopo la distruzione del tempio e la fine del Sinedrio. Si era realizzato ciò che aveva profetizzato Gesù in parabola: il padrone infatti aveva rimosso quelli che aveva messo come custodi della vigna, dopo che costoro avevano ucciso ripetutamente i suoi servi, quelli che egli aveva inviato, e da ultimo, senza averne ascoltato le parole, buttato fuori dalla vigna, percosso e ucciso il suo erede, cioè il suo unico figlio.
Quanto a Stefano, scusa perché non sarò stato chiaro, ma non ho scritto che il martire disse nel giudizio sommario che Gesù era Dio (perché mai doveva dire questa cosa e perciò dare l'opportunità a quelle persone di farsi ulteriormente del male bestemmiandone il Nome?) ma che rispose all'accusa degli Ellenisti circa il tempio, dovendo ammettere che il tempio che il Maestro aveva detto avrebbe ricostruito in tre giorni - se chi lo accusava lo avesse distrutto - era davvero lui, Gesù. Vedendolo appunto "ricostruito", cioè vivente, alla destra della Potenza. Sapeva bene che né gli accusatori che aveva di fronte, né Maometto 600 anni dopo, né tu ad esempio, avreste minimamente pensato che fosse Dio. Proprio per questo infatti lo disse, se segui il filo di quanto sono andato dicendo. Fatto sta che quelli lo lapidarono immediatamente. Infatti in Daniele non sta scritto che il Figlio dell'uomo sarebbe stato uno che loro avevano condannato per blasfemia, per di più messo a morte (e a morte di croce) dai pagani.
Stefano e gli altri testimoni del NT non avevano alcuna preoccupazione di "ortodossia", perché non avevano bisogno di pensare, come facciamo noi, che la Via consista nell'avere una fede, una "corretta credenza". Questa cosa non serve se si conosce la verità. Sapendo per vero che Gesù è Dio, costoro non avevano bisogno di alcuna fede, corretta o non corretta che sia. Ma qui si scivola verso il tema ontologico.
La seconda osservazione che fai è giusta fino ad un certo punto (fino al punto entro cui serve che sia giusta, sempre se seguiamo quel filo). Che io ricordi, nel NT, quando si parla di azioni che fa il Padre, al di fuori delle dossologie, a parlare è sempre Gesù, suo Figlio. Per cui a trarre Gesù fuori dalla morte, a parte quello cui allude Gv, è sempre Dio, non il Padre. Le due cose, essendo Gesù Dio, non sono in contraddizione se non nella misura cui testè accennavo un po' fumosamente. Ma se ricordo male, e potrebbe essere, ti prego di segnalarmi il passo.
Tommaso infine esemplifica, non rappresenta. Non sappiamo se e come smisero di dubitare quelli che dubitavano in Galilea.
Vedi Gian secondo me tu leggi il NT con gli occhiali delle definizioni conciliari postume, io cerco di togliermi quegli occhiali per cercare di capire la teologia o gli intenti apologetici dei singoli scrittori prendendo per buone le datazioni che i filologi hanno dato ai singoli libri.
Non mi sembra che Stefano disse nel suo discorso che Gesù fosse il vero tempio di Dio, la bestemmia era il vedere Gesù come il figlio dell'uomo alla destra di Dio profetizzato da Daniele, ma né "Daniele" né Stefano ci indicano che quell'essere alla destra di Dio fosse "Dio il figlio", nulla in atti o in Daniele ci indica una cosa del genere, per entrambi il figlio dell'uomo era il promesso messia esaltato in cielo.
In tutti i testi del NT fino a Giovanni escluso é Dio a resuscitare Gesù e Dio per i seguaci di Gesù era solo il padre:

1Corinzi 8:6
nondimeno per noi c'è un Dio solo, il Padre, dal quale sono tutte le cose e per il quale noi esistiamo, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose e mediante il quale siamo noi.

Atti 2:32
Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato, di ciò noi tutti siamo testimoni.


Atti 3:15
e uccideste il Principe della vita, che Dio ha risuscitato dai morti; di ciò noi siamo testimoni.

Atti 5:30
Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi uccideste appendendolo al legno

Romani 6:4
Siamo dunque stati sepolti con lui mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita.

Galati 1:1
Indirizzo e saluti
Paolo, apostolo non dagli uomini né per mezzo d'alcun uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che l'ha risuscitato dai morti,

Efesini 1:17 "affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per la piena conoscenza di lui 18 e illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza egli vi abbia chiamati, quale sia la ricchezza della gloria della sua eredità nei santi 19 e quale sia verso noi che crediamo l'immensità della sua potenza. 20 Questa potente efficacia della sua forza egli l'ha messa in atto in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nei luoghi celesti"

1 Pietro 1:3 Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il quale nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, 4 a una speranza viva in vista di una eredità incorruttibile, immacolata e inalterabile, conservata nei cieli per voi

Come già detto le cose cominciarono a cambiare con "Giovanni" fine primo secolo inizio secondo, grazie alla cultura greca, prima Gesù era il promesso messia che Dio aveva resuscitato ed esaltato alla sua destra rendendolo Signore alla sua (del padre) gloria, teologia dell'esaltazione quindi non teologia ontologica, per lo più sconosciuta ai semplici ebrei della Palestina del primo secolo.
Ottima risposta, tranne, non so perché, questo tuo attribuirmi occhiali, in quanto, come mi pare si noti, faccio esattamente l'opposto. Spero che tu possa ricrederti presto.
Sul resto ti rispondo in nottata.
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Mario70 ha scritto: 07/01/2024, 12:14
GioGian ha scritto: 07/01/2024, 1:55
Mario70 ha scritto: 05/01/2024, 15:25Gian fa un discorso prettamente teologico sul "non detto", non accetta una divinizzazione di Gesù a posteriori (ovvio, non sarebbe credente se lo credesse), ma una "scoperta graduale" dei suoi discepoli che egli fosse Dio, ipotizza che gli apostoli e Stefano già credettero al suo essere Dio sia perché è visto alla destra di Dio (anche per le visioni tardo profetiche di Daniele ed enochiche il messia figlio dell'uomo sarebbe stato alla destra di Dio senza per questo credere che fosse Dio e non vedo perché Stefano dovesse pensarla diversamente) e per la sua auto-resurrezione (attenzione perche per gli atti e le lettere "recenti" é SEMPRE il padre a resuscitare Gesù e le scritture sono tante a testimoniarlo, solo in Giovanni vi è questa conclusione (Gesù ha vita in se stesso ed ha il potere di risorgere da solo) e non è un caso, siamo a fine I secolo appunto come ho sempre sostenuto, anche il credere che fosse Dio da parte di Tommaso (che rappresenta tutti i dubbiosi secondo gian) è di Giovanni.
Grazie comunque Gian é interessante leggerti.
sì, faccio un discorso ontologico, sul quale se servono precisazioni a qualcuno che ci legge ritornerò, e a parte un discorso teologico-pragmatico circa il "non detto": la opportunità, o meglio la necessità, per amore del fratello correligionario e semplice buona creanza, di non testimoniare contro di lui per iscritto (se è in vita ovviamente). I testi a noi rimasti sono stati semplicemente dei promemoria, non erano scritti alla finalità di essere manuali di future ortodossie; ma scritti per essere promemoria per la predicazione, allo scopo di non disperdere il patrimonio lasciato dalla testimonianza apostolica. Ora, per il loro uso, la predicazione, non serviva affatto il promemoria del tema centrale, perché quello di certo non si dimentica. Come si fa a dimenticarsi che Gesù è Dio, se lo si pensa vero? Non si tratta di "una scoperta graduale" dei discepoli, perché nessuno può essere battezzato nel suo Nome se non professa vero il Nome nel quale è battezzato. E' questa la differenza con il battesimo di Giovanni. In Atti si fa cenno a discepoli che avevano ricevuto solo il battesimo di Giovanni, i quali, edotti circa l'esistenza del nuovo battesimo, dicono: "non sapevamo neppure che esistesse uno Spirito Santo"; ovvero, uscendo dall'allusione, di Gesù invece sapevano che egli esistesse, cioè che fosse vivo, ma non sapevano che fosse il Nome (così come anche lo Spirito lo è).
Il Vangelo va gridato dai tetti, però la perla non va gettata ovunque, ma conservata per il vero discepolo della nuova Via, quello che desidera ricevere il battesimo. In quel Nome così il nuovo discepolo sarà fratello vero, e impegnato anche lui a gridare il Vangelo dai tetti, ma anche lui a non gettare la perla ovunque.
Ma di tali considerazioni gradualmente viene meno la cogenza, ed essa cessa quasi del tutto dopo la distruzione del tempio e la fine del Sinedrio. Si era realizzato ciò che aveva profetizzato Gesù in parabola: il padrone infatti aveva rimosso quelli che aveva messo come custodi della vigna, dopo che costoro avevano ucciso ripetutamente i suoi servi, quelli che egli aveva inviato, e da ultimo, senza averne ascoltato le parole, buttato fuori dalla vigna, percosso e ucciso il suo erede, cioè il suo unico figlio.
Quanto a Stefano, scusa perché non sarò stato chiaro, ma non ho scritto che il martire disse nel giudizio sommario che Gesù era Dio (perché mai doveva dire questa cosa e perciò dare l'opportunità a quelle persone di farsi ulteriormente del male bestemmiandone il Nome?) ma che rispose all'accusa degli Ellenisti circa il tempio, dovendo ammettere che il tempio che il Maestro aveva detto avrebbe ricostruito in tre giorni - se chi lo accusava lo avesse distrutto - era davvero lui, Gesù. Vedendolo appunto "ricostruito", cioè vivente, alla destra della Potenza. Sapeva bene che né gli accusatori che aveva di fronte, né Maometto 600 anni dopo, né tu ad esempio, avreste minimamente pensato che fosse Dio. Proprio per questo infatti lo disse, se segui il filo di quanto sono andato dicendo. Fatto sta che quelli lo lapidarono immediatamente. Infatti in Daniele non sta scritto che il Figlio dell'uomo sarebbe stato uno che loro avevano condannato per blasfemia, per di più messo a morte (e a morte di croce) dai pagani.
Stefano e gli altri testimoni del NT non avevano alcuna preoccupazione di "ortodossia", perché non avevano bisogno di pensare, come facciamo noi, che la Via consista nell'avere una fede, una "corretta credenza". Questa cosa non serve se si conosce la verità. Sapendo per vero che Gesù è Dio, costoro non avevano bisogno di alcuna fede, corretta o non corretta che sia. Ma qui si scivola verso il tema ontologico.
La seconda osservazione che fai è giusta fino ad un certo punto (fino al punto entro cui serve che sia giusta, sempre se seguiamo quel filo). Che io ricordi, nel NT, quando si parla di azioni che fa il Padre, al di fuori delle dossologie, a parlare è sempre Gesù, suo Figlio. Per cui a trarre Gesù fuori dalla morte, a parte quello cui allude Gv, è sempre Dio, non il Padre. Le due cose, essendo Gesù Dio, non sono in contraddizione se non nella misura cui testè accennavo un po' fumosamente. Ma se ricordo male, e potrebbe essere, ti prego di segnalarmi il passo.
Tommaso infine esemplifica, non rappresenta. Non sappiamo se e come smisero di dubitare quelli che dubitavano in Galilea.
Vedi Gian secondo me tu leggi il NT con gli occhiali delle definizioni conciliari postume, io cerco di togliermi quegli occhiali per cercare di capire la teologia o gli intenti apologetici dei singoli scrittori prendendo per buone le datazioni che i filologi hanno dato ai singoli libri.
Non mi sembra che Stefano disse nel suo discorso che Gesù fosse il vero tempio di Dio, la bestemmia era il vedere Gesù come il figlio dell'uomo alla destra di Dio profetizzato da Daniele, ma né "Daniele" né Stefano ci indicano che quell'essere alla destra di Dio fosse "Dio il figlio", nulla in atti o in Daniele ci indica una cosa del genere, per entrambi il figlio dell'uomo era il promesso messia esaltato in cielo.
In tutti i testi del NT fino a Giovanni escluso é Dio a resuscitare Gesù e Dio per i seguaci di Gesù era solo il padre:

1Corinzi 8:6
nondimeno per noi c'è un Dio solo, il Padre, dal quale sono tutte le cose e per il quale noi esistiamo, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose e mediante il quale siamo noi.

Atti 2:32
Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato, di ciò noi tutti siamo testimoni.


Atti 3:15
e uccideste il Principe della vita, che Dio ha risuscitato dai morti; di ciò noi siamo testimoni.

Atti 5:30
Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi uccideste appendendolo al legno

Romani 6:4
Siamo dunque stati sepolti con lui mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita.

Galati 1:1
Indirizzo e saluti
Paolo, apostolo non dagli uomini né per mezzo d'alcun uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che l'ha risuscitato dai morti,

Efesini 1:17 "affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per la piena conoscenza di lui 18 e illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza egli vi abbia chiamati, quale sia la ricchezza della gloria della sua eredità nei santi 19 e quale sia verso noi che crediamo l'immensità della sua potenza. 20 Questa potente efficacia della sua forza egli l'ha messa in atto in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nei luoghi celesti"

1 Pietro 1:3 Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il quale nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, 4 a una speranza viva in vista di una eredità incorruttibile, immacolata e inalterabile, conservata nei cieli per voi

Come già detto le cose cominciarono a cambiare con "Giovanni" fine primo secolo inizio secondo, grazie alla cultura greca, prima Gesù era il promesso messia che Dio aveva resuscitato ed esaltato alla sua destra rendendolo Signore alla sua (del padre) gloria, teologia dell'esaltazione quindi non teologia ontologica, per lo più sconosciuta ai semplici ebrei della Palestina del primo secolo.
Dici:"per cercare di capire la teologia o gli intenti apologetici dei singoli scrittori".. Solo che tu sembri sapere già, prima di toglierti gli occhiali, che sono intenti apologetici per difendere una cosa falsa, mentre è piuttosto probabile che fossero persone con intenti apologetici volti a difendere una cosa vera, visto che per essa morirono tutti. Ma che cosa fosse, in entrambi i casi, quella "cosa", si capisce da ciò che non escludono mai, in merito ad uno che chiamano Signore, e nel cui Nome battezzano. Come è del tutto ovvio. In questo senso in alcuni accenti il tuo ragionamento sembra quello di uno che voglia per forza sostenere che il finale di un certo suo giallo Agatha Christie l'avesse in mente non all'inizio, prima delle prime pagine, ma davvero soltanto verso la fine della stesura.
Su Stefano lasciamo perdere: tu dici che egli non stesse dicendo che Gesù è Dio, pure io dico che non lo stesse dicendo, ma tu dici che è perché non lo credeva, mentre io proprio perché lo credeva. Il fatto che tu usi l'apologia contro di Stefano invece che a favore, come se Stefano fosse un tonto, si rivela dal fatto che non puoi procedere a ristroso di molto circa il perché allora l'hanno ammazzato, o il perché allora questo tizio si è fatto ammazzare. Il finale era prima, nelle mente di Stefano, poi vengono le pagine, e le prime pagine come le ultime. Apologia di qualcosa per i fratelli, non apologia di niente per dei tontelli.
"Dio per i seguaci di Gesù era solo il Padre": ma il Padre di chi? In realtà Dio non è mai detto essere "solo" qualcosa, perché sia l'affermazione che l'idea che ci starebbe dietro sarebbero assurde, a meno che non lo si dica per rancore contro qualcuno. Privare Dio di qualcosa in un discorso rende il discorso stesso stolto. Inoltre costoro avrebbero battezzato nel nome di Dio, a questo punto, se volevano escludere proprio ciò che tu pensi che volessero escludere. In realtà tu scrivi "padre" minuscolo, come per escludere che il Padre di cui parla Pietro sia Dio. Cioè utilizzi "la scoperta degli intenti apologetici" contro chi scrive, e come se egli non scrivesse a favore di qualcosa ma contro qualcosa.
Giovanni era il più amato dei testimoni, non l'ultimo. E' il suo testo che viene dopo, non lui. Lui che deve aver parlato tutta la vita, da giovane come da vecchio. Da come dici tu, sembrerebbe che ad un certo punto abbia pensato: "aspetta aspetta che, grazie alla cultura greca, imbroglio qualcosa!". Come se non avesse mai detto niente prima e stesse in mezzo a gente che non ricordava cosa aveva detto. Mentre la sua insistenza sulla venuta "nella carne" sarà la cosa più ostica di tutte per la cultura greca. Come il suo ricordo di cosa "vide e credette" al sepolcro, che è un pugno allo stomaco per la mentalità greca. Tu invece immagini che, ad una cinquantina di anni di distanza, si sia sognato di dire ai suoi: "mi sono ricordato di questa cosa che ho visto, e perciò scusate se non ve l'ho detta prima". Direi che è più semplice pensare che, avendo scritto dopo la distruzione del tempio e la scomparsa del Sinedrio, c'erano ormai meno preoccupazioni per la sorte dei fratelli, ed era tempo di una esposizione più completa, più aperta sia nel discorso pubblico che nei promemoria per la predicazione messi per iscritto. O non era morto nessuno, prima, per mano delle istituzioni giudaiche?
Ti avevo detto: "a parte le dossologie", ma tu mi citi soltanto dossologie, o testi simili, il cui scopo è diverso dall'esposizione di fatti, azioni, ecc. Nei casi in cui si racconta qualcosa, se si dice che il Padre fa qualcosa, è sempre e solo Gesù, suo Figlio, che parla. Perché solo lui sa che cosa il Padre fa, lui e coloro a cui lui voglia farlo conoscere. Giocoforza Giovanni, a proposito della risurrezione, non può perciò essere smentito. Ciò che lui e Pietro avevano visto, dopo quella corsa in un'alba di primavera, è l'inizio di tutto, ciò che sta prima della prima pagina che noi avremmo letto. Segnerà le loro vite e le loro morti. Di questa cosa furono apologeti, per come lo potevano dire, fra chi lo potevano dire, e fin quando lo potettero dire.
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Mario70
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Mario70 »

GioGian ha scritto: 08/01/2024, 3:31
Mario70 ha scritto: 07/01/2024, 12:14
GioGian ha scritto: 07/01/2024, 1:55 sì, faccio un discorso ontologico, sul quale se servono precisazioni a qualcuno che ci legge ritornerò, e a parte un discorso teologico-pragmatico circa il "non detto": la opportunità, o meglio la necessità, per amore del fratello correligionario e semplice buona creanza, di non testimoniare contro di lui per iscritto (se è in vita ovviamente). I testi a noi rimasti sono stati semplicemente dei promemoria, non erano scritti alla finalità di essere manuali di future ortodossie; ma scritti per essere promemoria per la predicazione, allo scopo di non disperdere il patrimonio lasciato dalla testimonianza apostolica. Ora, per il loro uso, la predicazione, non serviva affatto il promemoria del tema centrale, perché quello di certo non si dimentica. Come si fa a dimenticarsi che Gesù è Dio, se lo si pensa vero? Non si tratta di "una scoperta graduale" dei discepoli, perché nessuno può essere battezzato nel suo Nome se non professa vero il Nome nel quale è battezzato. E' questa la differenza con il battesimo di Giovanni. In Atti si fa cenno a discepoli che avevano ricevuto solo il battesimo di Giovanni, i quali, edotti circa l'esistenza del nuovo battesimo, dicono: "non sapevamo neppure che esistesse uno Spirito Santo"; ovvero, uscendo dall'allusione, di Gesù invece sapevano che egli esistesse, cioè che fosse vivo, ma non sapevano che fosse il Nome (così come anche lo Spirito lo è).
Il Vangelo va gridato dai tetti, però la perla non va gettata ovunque, ma conservata per il vero discepolo della nuova Via, quello che desidera ricevere il battesimo. In quel Nome così il nuovo discepolo sarà fratello vero, e impegnato anche lui a gridare il Vangelo dai tetti, ma anche lui a non gettare la perla ovunque.
Ma di tali considerazioni gradualmente viene meno la cogenza, ed essa cessa quasi del tutto dopo la distruzione del tempio e la fine del Sinedrio. Si era realizzato ciò che aveva profetizzato Gesù in parabola: il padrone infatti aveva rimosso quelli che aveva messo come custodi della vigna, dopo che costoro avevano ucciso ripetutamente i suoi servi, quelli che egli aveva inviato, e da ultimo, senza averne ascoltato le parole, buttato fuori dalla vigna, percosso e ucciso il suo erede, cioè il suo unico figlio.
Quanto a Stefano, scusa perché non sarò stato chiaro, ma non ho scritto che il martire disse nel giudizio sommario che Gesù era Dio (perché mai doveva dire questa cosa e perciò dare l'opportunità a quelle persone di farsi ulteriormente del male bestemmiandone il Nome?) ma che rispose all'accusa degli Ellenisti circa il tempio, dovendo ammettere che il tempio che il Maestro aveva detto avrebbe ricostruito in tre giorni - se chi lo accusava lo avesse distrutto - era davvero lui, Gesù. Vedendolo appunto "ricostruito", cioè vivente, alla destra della Potenza. Sapeva bene che né gli accusatori che aveva di fronte, né Maometto 600 anni dopo, né tu ad esempio, avreste minimamente pensato che fosse Dio. Proprio per questo infatti lo disse, se segui il filo di quanto sono andato dicendo. Fatto sta che quelli lo lapidarono immediatamente. Infatti in Daniele non sta scritto che il Figlio dell'uomo sarebbe stato uno che loro avevano condannato per blasfemia, per di più messo a morte (e a morte di croce) dai pagani.
Stefano e gli altri testimoni del NT non avevano alcuna preoccupazione di "ortodossia", perché non avevano bisogno di pensare, come facciamo noi, che la Via consista nell'avere una fede, una "corretta credenza". Questa cosa non serve se si conosce la verità. Sapendo per vero che Gesù è Dio, costoro non avevano bisogno di alcuna fede, corretta o non corretta che sia. Ma qui si scivola verso il tema ontologico.
La seconda osservazione che fai è giusta fino ad un certo punto (fino al punto entro cui serve che sia giusta, sempre se seguiamo quel filo). Che io ricordi, nel NT, quando si parla di azioni che fa il Padre, al di fuori delle dossologie, a parlare è sempre Gesù, suo Figlio. Per cui a trarre Gesù fuori dalla morte, a parte quello cui allude Gv, è sempre Dio, non il Padre. Le due cose, essendo Gesù Dio, non sono in contraddizione se non nella misura cui testè accennavo un po' fumosamente. Ma se ricordo male, e potrebbe essere, ti prego di segnalarmi il passo.
Tommaso infine esemplifica, non rappresenta. Non sappiamo se e come smisero di dubitare quelli che dubitavano in Galilea.
Vedi Gian secondo me tu leggi il NT con gli occhiali delle definizioni conciliari postume, io cerco di togliermi quegli occhiali per cercare di capire la teologia o gli intenti apologetici dei singoli scrittori prendendo per buone le datazioni che i filologi hanno dato ai singoli libri.
Non mi sembra che Stefano disse nel suo discorso che Gesù fosse il vero tempio di Dio, la bestemmia era il vedere Gesù come il figlio dell'uomo alla destra di Dio profetizzato da Daniele, ma né "Daniele" né Stefano ci indicano che quell'essere alla destra di Dio fosse "Dio il figlio", nulla in atti o in Daniele ci indica una cosa del genere, per entrambi il figlio dell'uomo era il promesso messia esaltato in cielo.
In tutti i testi del NT fino a Giovanni escluso é Dio a resuscitare Gesù e Dio per i seguaci di Gesù era solo il padre:

1Corinzi 8:6
nondimeno per noi c'è un Dio solo, il Padre, dal quale sono tutte le cose e per il quale noi esistiamo, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose e mediante il quale siamo noi.

Atti 2:32
Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato, di ciò noi tutti siamo testimoni.


Atti 3:15
e uccideste il Principe della vita, che Dio ha risuscitato dai morti; di ciò noi siamo testimoni.

Atti 5:30
Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi uccideste appendendolo al legno

Romani 6:4
Siamo dunque stati sepolti con lui mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita.

Galati 1:1
Indirizzo e saluti
Paolo, apostolo non dagli uomini né per mezzo d'alcun uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che l'ha risuscitato dai morti,

Efesini 1:17 "affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per la piena conoscenza di lui 18 e illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza egli vi abbia chiamati, quale sia la ricchezza della gloria della sua eredità nei santi 19 e quale sia verso noi che crediamo l'immensità della sua potenza. 20 Questa potente efficacia della sua forza egli l'ha messa in atto in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nei luoghi celesti"

1 Pietro 1:3 Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il quale nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, 4 a una speranza viva in vista di una eredità incorruttibile, immacolata e inalterabile, conservata nei cieli per voi

Come già detto le cose cominciarono a cambiare con "Giovanni" fine primo secolo inizio secondo, grazie alla cultura greca, prima Gesù era il promesso messia che Dio aveva resuscitato ed esaltato alla sua destra rendendolo Signore alla sua (del padre) gloria, teologia dell'esaltazione quindi non teologia ontologica, per lo più sconosciuta ai semplici ebrei della Palestina del primo secolo.
Dici:"per cercare di capire la teologia o gli intenti apologetici dei singoli scrittori".. Solo che tu sembri sapere già, prima di toglierti gli occhiali, che sono intenti apologetici per difendere una cosa falsa, mentre è piuttosto probabile che fossero persone con intenti apologetici volti a difendere una cosa vera, visto che per essa morirono tutti. Ma che cosa fosse, in entrambi i casi, quella "cosa", si capisce da ciò che non escludono mai, in merito ad uno che chiamano Signore, e nel cui Nome battezzano. Come è del tutto ovvio. In questo senso in alcuni accenti il tuo ragionamento sembra quello di uno che voglia per forza sostenere che il finale di un certo suo giallo Agatha Christie l'avesse in mente non all'inizio, prima delle prime pagine, ma davvero soltanto verso la fine della stesura.
Su Stefano lasciamo perdere: tu dici che egli non stesse dicendo che Gesù è Dio, pure io dico che non lo stesse dicendo, ma tu dici che è perché non lo credeva, mentre io proprio perché lo credeva. Il fatto che tu usi l'apologia contro di Stefano invece che a favore, come se Stefano fosse un tonto, si rivela dal fatto che non puoi procedere a ristroso di molto circa il perché allora l'hanno ammazzato, o il perché allora questo tizio si è fatto ammazzare. Il finale era prima, nelle mente di Stefano, poi vengono le pagine, e le prime pagine come le ultime. Apologia di qualcosa per i fratelli, non apologia di niente per dei tontelli.
"Dio per i seguaci di Gesù era solo il Padre": ma il Padre di chi? In realtà Dio non è mai detto essere "solo" qualcosa, perché sia l'affermazione che l'idea che ci starebbe dietro sarebbero assurde, a meno che non lo si dica per rancore contro qualcuno. Privare Dio di qualcosa in un discorso rende il discorso stesso stolto. Inoltre costoro avrebbero battezzato nel nome di Dio, a questo punto, se volevano escludere proprio ciò che tu pensi che volessero escludere. In realtà tu scrivi "padre" minuscolo, come per escludere che il Padre di cui parla Pietro sia Dio. Cioè utilizzi "la scoperta degli intenti apologetici" contro chi scrive, e come se egli non scrivesse a favore di qualcosa ma contro qualcosa.
Giovanni era il più amato dei testimoni, non l'ultimo. E' il suo testo che viene dopo, non lui. Lui che deve aver parlato tutta la vita, da giovane come da vecchio. Da come dici tu, sembrerebbe che ad un certo punto abbia pensato: "aspetta aspetta che, grazie alla cultura greca, imbroglio qualcosa!". Come se non avesse mai detto niente prima e stesse in mezzo a gente che non ricordava cosa aveva detto. Mentre la sua insistenza sulla venuta "nella carne" sarà la cosa più ostica di tutte per la cultura greca. Come il suo ricordo di cosa "vide e credette" al sepolcro, che è un pugno allo stomaco per la mentalità greca. Tu invece immagini che, ad una cinquantina di anni di distanza, si sia sognato di dire ai suoi: "mi sono ricordato di questa cosa che ho visto, e perciò scusate se non ve l'ho detta prima". Direi che è più semplice pensare che, avendo scritto dopo la distruzione del tempio e la scomparsa del Sinedrio, c'erano ormai meno preoccupazioni per la sorte dei fratelli, ed era tempo di una esposizione più completa, più aperta sia nel discorso pubblico che nei promemoria per la predicazione messi per iscritto. O non era morto nessuno, prima, per mano delle istituzioni giudaiche?
Ti avevo detto: "a parte le dossologie", ma tu mi citi soltanto dossologie, o testi simili, il cui scopo è diverso dall'esposizione di fatti, azioni, ecc. Nei casi in cui si racconta qualcosa, se si dice che il Padre fa qualcosa, è sempre e solo Gesù, suo Figlio, che parla. Perché solo lui sa che cosa il Padre fa, lui e coloro a cui lui voglia farlo conoscere. Giocoforza Giovanni, a proposito della risurrezione, non può perciò essere smentito. Ciò che lui e Pietro avevano visto, dopo quella corsa in un'alba di primavera, è l'inizio di tutto, ciò che sta prima della prima pagina che noi avremmo letto. Segnerà le loro vite e le loro morti. Di questa cosa furono apologeti, per come lo potevano dire, fra chi lo potevano dire, e fin quando lo potettero dire.
Caro Gian é un vero piacere leggerti, dovresti scrivere un libro (se non lo avessi già fatto), sei un ottimo scrittore.
Anche io ti risponderò appena avrò un po' di tempo, anche se le diverse posizioni sono più che chiare, ma da agnostico sono (devo) essere pronto a soppesare bene la tua tesi che è stata anche la mia per tanto tempo.
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

Ciao GioGian ! Finalmente abbiamo sul sito una nuova persona che se per me rimane sempre un po' difficile comprendere, ragiona e parla serenamente su tematiche interessanti-
Hai scritto:
Ciao Vieri. Che devo dirti, grazie! Ma non si tratta della "fine", ma del principio di ciò che vado dicendo. Se noti io non contesto mai la correttezza dottrinale delle tue argomentazioni, che mi risultano sempre rette e ben formulate. Però mi occupo della questione da un altro punto di vista. Se volessimo esprimerci in parabola, ci sono quelli come te, che guardano il tubetto di dentifricio e sanno aprire correttamente il tappo per far uscire correttamente il dentifricio. Poi ci sono quelli in mala fede, che vogliono far uscire il dentifricio a forza e stoltamente, facendo un buco dove gli pare sul tubetto e stringendo bello forte qua e là. Ma poi ci sono quelli come Mario, che guardano il tubetto. lo conoscono da ogni lato, ma pensano che dentro non ci sia alcun dentifricio
Se parliamo di "dentifrici" noterai che esiste anche un altro caso che è Valentino che definisco come quello. che con le sue competenze. vuole aprire correttamente tutta una serie di "tubetti di dentifricio" ma che secondo lui trova sempre acqua e mai qualche cosa di utile.

In breve, e mi spiego meglio, se non l'avessi capito, partendo esclusivamente da studi recenti di vari luminari sul "Gesù storico" e quindi come "storia" di non poter accettare la possibilità che siano esistiti veramente dei miracoli o resurrezioni ma solo "credenze" ha sempre contestato tramite queste loro interpretazioni dei Vangeli e delle varie lettere degli apostoli, l'inesistenza scritturale del fatto che non trasparisse mai in questi scritti il fatto che Gesù fosse considerato sin dall'inizio di astrazione divina.

Pare alla fine che questa "invenzione" nascesse poi, solo a metà del secondo secolo a cura di una setta di proto ortodossi che dopo alterne fortune ebbero la meglio divenendo solo dopo il concilio di Nicea del 325 la religione dominante.

Tutte le lunghe contestazioni in merito alla fine vertono sempre sull'argomento che Gesù per lui fu solo un profeta taumaturgo di natura esclusivamente umana.

Sarebbe pertanto utile ascoltare in merito anche la tua opinione visto che hai citato anche Stefano lapidato per aver creduto in un Gesù non solo come semplice profeta....
Cosa pensi sull'inno ai filippesi ? Paolo si riferiva a Gesù solo come un secondo Adamo o si esprimeva più chiaramente anche in altri termini circa la figura di Gesù?

Grazie ed a presto
Presentazione
Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
Bertolt Brecht
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Peter »

Ciao Giogian, però il fatto che i primi cristiani erano disposti a morire dimostra al massimo che erano convinti ma non che necessariamente fossero vere le loro convinzioni, anche i tdg sono stati uccisi nei campi di concentramento nazisti ma questo non fa della loro religione la verità. Il nuovo testamento è palesemente un testo di propaganda basta vedere la luce quasi sempre negativa con cui vengono dipinti gli avversari religiosi e i giudei in generale come se fossero dei criminali o dei tonti nel migliore dei casi al contrario dei cristiani che erano i soli nel giusto. É un modo di argomentare settario che mi ricorda quello dei tdg per cui solo loro sono nel vero e tutti gli altri dalla parte di satana. Inoltre per quale ragione il sommo sacerdote c’è l’aveva con loro? Per questioni dottrinali? L’ebraismo non era una dittatura dove non c’era la possibilità di avere idee diverse ma c’erano diverse correnti religiose (farisei, esseni, sadducei ect) che per quanto potessero discutere (dalla resurrezione, all’esistenza degli angeli, al messia) non erano soliti ad ammazzarsi l’un l’altro; la ragione dell’ostilità del sommo sacerdote era che, in quanto alleato dei romani, non vedeva di buon occhio i movimenti messianisti anti romani da qui gli attacchi che lanciava, temendo il disordine che questi potevano portare (vedi scacciata dei mercanti dal tempio) che quindi erano politici e non religiosi, seppur la religione poteva essere una scusa.
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

Peter, Peter,..
Il nuovo testamento è palesemente un testo di propaganda basta vedere la luce quasi sempre negativa con cui vengono dipinti gli avversari religiosi e i giudei in generale come se fossero dei criminali o dei tonti nel migliore dei casi al contrario dei cristiani che erano i soli nel giusto. É un modo di argomentare settario che mi ricorda quello dei tdg per cui solo loro sono nel vero e tutti gli altri dalla parte di satana. Inoltre per quale ragione il sommo sacerdote c’è l’aveva con loro?
Mi domando a questo punto che cosa in questi anni ti abbiano ficcato nel cervello questi benedetti tdG da ridurti in questo stato di assoluta incomprensione del Vangelo....

Ma dove trovi "propaganda", "dipingere negativamente gli avversari", dove vedi dei "cristiani tutti buoni", "un modo di argomentare settario che ricorda i tdG ??? ","e per quale ragione il sommo sacerdote ce l'aveva con loro ".......

Ti voglio allora accontentare:

- PROPAGANDA. Se tu confondi dei libri ( i Vangeli) di insegnamenti e di principi di vita oltre a dire "amatevi l'un l'altro come Io ho amato voi" con della propaganda andiamo proprio bene in fatto di comprensione..... :cer:

- "DIPINGERE NEGATIVAMENTE GLI AVVERSARI"
Gesù prima di tutto non aveva avversari ma criticava la classe sacerdotale del tempo per la loro falsità nei loro comportamenti...
Matteo 23
1 Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: 2 «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. 3 Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. 4 Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. 5 Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; 6 amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe 7 e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente. 8 Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. 9 E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. 10 E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. 11 Il più grande tra voi sia vostro servo; 12 chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.
- CRISTIANI TUTTI BUONI.
Gesù ha sempre spronato tutti ad essere disponibili verso il prossimo che non erano dei "cristiani" ma solo degli ebrei...
Luca 14:7-14
7 Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: 8 «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te 9 e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. 10 Invece quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. 11 Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
12 Disse poi a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. 13 Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14 e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
"UN MODO DI ARGOMENTARE SETTARIO". Scusa ma questo dove te lo sei inventato ?
Matteo 11
28Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero»
- e per quale ragione il sommo sacerdote ce l'aveva con loro Non ha nai sentito parlare di invidia di perdere il potere trovando qualcuno che ha più seguito di te ?......

Conclusioni;
Sono veramente costernato per le tue considerazioni dovute alla fine non per colpa tua ma per aver avuto sicuramente dei "cattivi maestri"...
Buona giornata e... che Dio ti perdoni... :ironico:
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Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
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Messaggio da Peter »

Vieri ha scritto: 08/01/2024, 17:00 Peter, Peter,..
Il nuovo testamento è palesemente un testo di propaganda basta vedere la luce quasi sempre negativa con cui vengono dipinti gli avversari religiosi e i giudei in generale come se fossero dei criminali o dei tonti nel migliore dei casi al contrario dei cristiani che erano i soli nel giusto. É un modo di argomentare settario che mi ricorda quello dei tdg per cui solo loro sono nel vero e tutti gli altri dalla parte di satana. Inoltre per quale ragione il sommo sacerdote c’è l’aveva con loro?
Mi domando a questo punto che cosa in questi anni ti abbiano ficcato nel cervello questi benedetti tdG da ridurti in questo stato di assoluta incomprensione del Vangelo....

Ma dove trovi "propaganda", "dipingere negativamente gli avversari", dove vedi dei "cristiani tutti buoni", "un modo di argomentare settario che ricorda i tdG ??? ","e per quale ragione il sommo sacerdote ce l'aveva con loro ".......

Ti voglio allora accontentare:

- PROPAGANDA. Se tu confondi dei libri ( i Vangeli) di insegnamenti e di principi di vita oltre a dire "amatevi l'un l'altro come Io ho amato voi" con della propaganda andiamo proprio bene in fatto di comprensione..... :cer:

- "DIPINGERE NEGATIVAMENTE GLI AVVERSARI"
Gesù prima di tutto non aveva avversari ma criticava la classe sacerdotale del tempo per la loro falsità nei loro comportamenti...
Matteo 23
1 Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: 2 «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. 3 Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. 4 Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. 5 Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; 6 amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe 7 e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente. 8 Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. 9 E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. 10 E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. 11 Il più grande tra voi sia vostro servo; 12 chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.
- CRISTIANI TUTTI BUONI.
Gesù ha sempre spronato tutti ad essere disponibili verso il prossimo che non erano dei "cristiani" ma solo degli ebrei...
Luca 14:7-14
7 Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: 8 «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te 9 e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. 10 Invece quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. 11 Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
12 Disse poi a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. 13 Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14 e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
"UN MODO DI ARGOMENTARE SETTARIO". Scusa ma questo dove te lo sei inventato ?
Matteo 11
28Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero»
- e per quale ragione il sommo sacerdote ce l'aveva con loro Non ha nai sentito parlare di invidia di perdere il potere trovando qualcuno che ha più seguito di te ?......

Conclusioni;
Sono veramente costernato per le tue considerazioni dovute alla fine non per colpa tua ma per aver avuto sicuramente dei "cattivi maestri"...
Buona giornata e... che Dio ti perdoni... :ironico:
Che i testi del nuovo testamento siano palesemente di parte e ben poco obbiettivi mi sembra palese, tralasciando i miracoli, nascita verginale, risurrezione e visioni che per me non sono più vere di Joseph Smith che trova le tavole d’oro di mormon o della veggente Gisella che parla con la madonna :ironico: :risata: i vari insegnamenti morali come amare il prossimo in realtà c’erano già nel vecchio testamento; le discussioni con i farisei, presentati come se fossero i cattivi di turno, erano normali confronti tra diverse modi di interpretare la Legge all’interno del giudaismo, mentre nei vangeli si tende a far passare che per ragioni dottrinali o per blasfemia vollessero uccidere Gesù, quando in realtà gli stessi farisei attendevano il messia che avrebbe liberato Israele e Gesù non si fosse mai dichiarato Dio; semmai era il sommo sacerdote sadduceo che temeva i movimenti messianisti anti romani ma nei vangeli Gesù viene totalmente spoliticizzato come se quasi a lui non importasse niente delle beghe sociali umane ma pensasse ad astratti regni celesti quando in realtà si considerava il messia di Israele, e stato con l’andare del tempo e con l’adesione sempre maggiore di gentili nel movimento che c’è stata un allontanamento dai primi gesuani, che continuano ad andare al tempio e seguire la Legge mosaica, per arrivare alla formazione dei vari testi, da Paolo con le sue visioni, ai vangeli che davano tutta la colpa ai giudei per la morte di Gesù e cercavano di fare passare Pilato per un bonaccione che voleva liberare Gesù ma per colpa dei cattivoni ebrei non c’è riuscito quando in realtà le fonti storiche parlano di Pilato come di una persona crudele. Ovviamente caro Vieri potrei continuare ma per adesso mi fermo qui :strettamano:
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

Carissimo, contraccambio la stretta di mano finale ma onestamente se volevi stupirmi, devo dirti che ci sei riuscito in pieno. :appl: :appl:
Se fossi uno bigotto, bigotto dovrei cominciare a pregare mattina e sera per la tua anima perduta.... :risata: :risata: ma dato che non lo sono cercherò solo a tirarti le orecchie in maniera virtuale....
Una buona giornata e mi raccomando di fare più il bravo che come dicono sempre gli evangelici: "Gesù ti ama ".... :risata:
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Mario70
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Mario70 »

Caro Gian eccomi.
GioGian ha scritto: 08/01/2024, 3:31
Dici:"per cercare di capire la teologia o gli intenti apologetici dei singoli scrittori".. Solo che tu sembri sapere già, prima di toglierti gli occhiali, che sono intenti apologetici per difendere una cosa falsa, mentre è piuttosto probabile che fossero persone con intenti apologetici volti a difendere una cosa vera, visto che per essa morirono tutti.
Che fossero convinti che fosse una cosa vera non rende vero oggettivamente quello in cui credevano, esattamente come i martiri musulmani o quelli catari non provano che le loro credenze fossero vere, se bastasse il martirio a rendere vera una religione stiamo freschi.
Ma che cosa fosse, in entrambi i casi, quella "cosa", si capisce da ciò che non escludono mai, in merito ad uno che chiamano Signore, e nel cui Nome battezzano. Come è del tutto ovvio. In questo senso in alcuni accenti il tuo ragionamento sembra quello di uno che voglia per forza sostenere che il finale di un certo suo giallo Agatha Christie l'avesse in mente non all'inizio, prima delle prime pagine, ma davvero soltanto verso la fine della stesura.
Da come la vedo io il "romanzo" se così lo vogliamo chiamare, si è creato strada facendo, si inizia con Marco dove Gesù é semplicemente il messia promesso e si finisce con Giovanni dove diventa Dio, nel mezzo c'è quasi un secolo di ricerche, sistemazioni teologiche, strutturazione della nuova religione (per lo più con Paolo che neanche lo vide da vivo questo Gesù che si trovò a predicare tranne nella sua visione mistica che ben conosciamo) chiamata cristianesimo, che da un ramo dell'ebraismo diventerà una religione a sé stante combattuta proprio da quella che era la religione madre (come accadrà con la futura grande Chiesa cattolica contro gli altri cristianesimi che da essa dissentivano), ma non senza eccezioni, una frangia di questo cristianesimo che fece capo a Giacomo rimase per lo più nell'alveo ebraico rifiutando la divinizzazione di Cristo, confluita nel secondo secolo negli ebioniti, I famosi giudeo-cristiani.
Sia chiaro non credo assolutamente che il tutto si sia creato maliziosamente a tavolino, nessuna religione o quasi è nata mai così, si parte da una vicenda storica e si finisce nel mito, tutto già visto nel corso della storia.
Su Stefano lasciamo perdere: tu dici che egli non stesse dicendo che Gesù è Dio, pure io dico che non lo stesse dicendo, ma tu dici che è perché non lo credeva, mentre io proprio perché lo credeva. Il fatto che tu usi l'apologia contro di Stefano invece che a favore, come se Stefano fosse un tonto, si rivela dal fatto che non puoi procedere a ristroso di molto circa il perché allora l'hanno ammazzato, o il perché allora questo tizio si è fatto ammazzare. Il finale era prima, nelle mente di Stefano, poi vengono le pagine, e le prime pagine come le ultime. Apologia di qualcosa per i fratelli, non apologia di niente per dei tontelli.
E credere che Gesù fosse il messia promesso era niente? Che fosse morto e risorto e alla destra dell'unico Dio YHWH nel quale Stefano e tutti gli altri in quel tempo credevano, era niente? O veramente mi stai dicendo che il povero Stefano credesse che Gesù era "Dio il figlio" consustanziale al padre così come definito a Nicea tre secoli dopo? :risata:
Dai Gian sii serio!
"Dio per i seguaci di Gesù era solo il Padre": ma il Padre di chi? In realtà Dio non è mai detto essere "solo" qualcosa, perché sia l'affermazione che l'idea che ci starebbe dietro sarebbero assurde, a meno che non lo si dica per rancore contro qualcuno. Privare Dio di qualcosa in un discorso rende il discorso stesso stolto. Inoltre costoro avrebbero battezzato nel nome di Dio, a questo punto, se volevano escludere proprio ciò che tu pensi che volessero escludere. In realtà tu scrivi "padre" minuscolo, come per escludere che il Padre di cui parla Pietro sia Dio. Cioè utilizzi "la scoperta degli intenti apologetici" contro chi scrive, e come se egli non scrivesse a favore di qualcosa ma contro qualcosa.
Per gli ebrei di ieri e di oggi Dio è padre in quanto creatore, non avevano problemi allora a chiamarlo così è non hanno problemi ora, il messia promesso sarebbe stato suo figlio esattamente come lo era Davide, vedi il famoso salmo 2, ma da questo a considerare Gesù ontologicamente Dio ce ne passa! Non avevano né gli strumenti né la cultura per giungere ad una conclusione del genere, era una cosa impensabile per un ebreo, solo l'ellenismo li avrebbe aiutati qualche decina di anni dopo.
Giovanni era il più amato dei testimoni, non l'ultimo. E' il suo testo che viene dopo, non lui. Lui che deve aver parlato tutta la vita, da giovane come da vecchio. Da come dici tu, sembrerebbe che ad un certo punto abbia pensato: "aspetta aspetta che, grazie alla cultura greca, imbroglio qualcosa!". Come se non avesse mai detto niente prima e stesse in mezzo a gente che non ricordava cosa aveva detto.
Il vangelo di Giovanni non è stato scritto dall'apostolo Giovanni, il vangelo in questione ha più rimaneggiamenti e questo non lo dico io, ma il consensus accademico al quale anche la tua chiesa fa affidamento, anzi è uscito anche da teologi cattolici negli ultimi due secoli, grazie al metodo storico critico che ha mandato alle ortiche ciò in cui credono oramai solo qualche vecchietta ignorante e qualche protestante fondamentalista americano, tdg compresi.
Il "Giovanni" in questione conosceva bene la cultura greca e da essa prende e rimaneggia il Logos platonico e filoniano creando una preesistenza a quel povero Gesù di Nazareth, ponendolo al di fuori del tempo e dello spazio, demiurgo principiatore della creazione, rendendolo di natura divina senza preoccuparsi troppo delle implicazioni teologiche che questo causerà al solido monoteismo ebraico; proprio in quel periodo i seguaci della scuola giovannea daranno inizio a un movimento di tipo "binitario subordinazionista" per proseguire con la teologia dei due Logos e per finire con il trinitarismo ortodosso futuro che la grande chiesa costantinopolitana farà suo dogmatizzando e strutturando via via tramite concili la dottrina trinitaria ortodossa (facendo fuori chi non la pensava allo stesso modo) dove si dichiarerà l'unicità di Dio (dove la semantica cambia, dove con "Dio" si pensa ora alla natura e non più all'unicità della persona divina come avveniva nell'ebraismo) con la distinzione delle tre persone che sono quell'unico Dio, idea geniale direi.
Mentre la sua insistenza sulla venuta "nella carne" sarà la cosa più ostica di tutte per la cultura greca. Come il suo ricordo di cosa "vide e credette" al sepolcro, che è un pugno allo stomaco per la mentalità greca. Tu invece immagini che, ad una cinquantina di anni di distanza, si sia sognato di dire ai suoi: "mi sono ricordato di questa cosa che ho visto, e perciò scusate se non ve l'ho detta prima". Direi che è più semplice pensare che, avendo scritto dopo la distruzione del tempio e la scomparsa del Sinedrio, c'erano ormai meno preoccupazioni per la sorte dei fratelli, ed era tempo di una esposizione più completa, più aperta sia nel discorso pubblico che nei promemoria per la predicazione messi per iscritto. O non era morto nessuno, prima, per mano delle istituzioni giudaiche?
Molto più semplice pensare che il tutto fu dovuto alle incomprensioni che determinate credenze ebraiche ebbero in ambiente ellenico, già Filone ad Alessandria rimaneggió l'ebraismo in funzione platonica, non vedo perché i cristiani di Efeso oramai lontani da quei poveri pescatori ebrei che videro Gesù, non dovessero fare qualcosa di simile rendendo il cristianesimo più edotto e comprensibile al loro background culturale, se gli apostoli e Paolo non si fecero troppi problemi nel cercare di capire chi fosse ontologicamente Gesù, loro si posero il problema eccome, e cercarono di risolverlo con gli strumenti che avevano a disposizione.
Ti avevo detto: "a parte le dossologie", ma tu mi citi soltanto dossologie, o testi simili, il cui scopo è diverso dall'esposizione di fatti, azioni, ecc. Nei casi in cui si racconta qualcosa, se si dice che il Padre fa qualcosa, è sempre e solo Gesù, suo Figlio, che parla. Perché solo lui sa che cosa il Padre fa, lui e coloro a cui lui voglia farlo conoscere. Giocoforza Giovanni, a proposito della risurrezione, non può perciò essere smentito. Ciò che lui e Pietro avevano visto, dopo quella corsa in un'alba di primavera, è l'inizio di tutto, ciò che sta prima della prima pagina che noi avremmo letto. Segnerà le loro vite e le loro morti. Di questa cosa furono apologeti, per come lo potevano dire, fra chi lo potevano dire, e fin quando lo potettero dire.
Di nuovo prendi per scontato che "Pietro" o "Giovanni" scrissero i testi che portano il loro nome, perdonami ma questo mi sembra un insulto alla tua intelligenza, la pseudoepigrafia è una scienza e non una opinione.
Un abbraccio
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

Caro Mario, rispetto il tuo punto di vista ma...:
Il "Giovanni" in questione conosceva bene la cultura greca e da essa prende e rimaneggia il Logos platonico e filoniano creando una preesistenza a quel povero Gesù di Nazareth, ponendolo al di fuori del tempo e dello spazio, demiurgo principiatore della creazione, rendendolo di natura divina senza preoccuparsi troppo delle implicazioni teologiche che questo causerà al solido monoteismo ebraico; proprio in quel periodo i seguaci della scuola giovannea daranno inizio a un movimento di tipo "binitario subordinazionista" per proseguire con la teologia dei due Logos e per finire con il trinitarismo ortodosso futuro che la grande chiesa costantinopolitana farà suo dogmatizzando e strutturando via via tramite concili la dottrina trinitaria ortodossa (facendo fuori chi non la pensava allo stesso modo) dove si dichiarerà l'unicità di Dio (dove la semantica cambia, dove con "Dio" si pensa ora alla natura e non più all'unicità della persona divina come avveniva nell'ebraismo) con la distinzione delle tre persone che sono quell'unico Dio, idea geniale direi.
Ne deduco che alla fine trasparirebbe l'idea, secondo te, che la divinità di Cristo fosse il frutto esclusivo della scuola Giovannea sicuramente scritto a più mani in un periodo di fine primo secolo mentre in altri contesti e specie negli altri vangeli "stranamente" non fosse presente l'idea che Gesù risultasse di origine divina.
Mi sbaglio ?

La mia opinione, che ho sempre ribadito e che ho sempre difeso, è che l'"idea" che Gesù fosse di origine divina non fu una tarda "invenzione" di una scuola Giovannea o dei proto ortodossi nel secondo secolo, ma la convinzione degli apostoli stessi dopo la resurrezione di Gesù.

Ho avuto modo in un post precedente di citare la 1 lettera ai Corinzi di Paolo che riporto:
2Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti? 13Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! 14Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. 15Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. 16Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; 17ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. 18E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. 19Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini.
20 Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti.
Valentino in merito aveva risposto che Paolo credesse veramente e convintamente nella resurrezione di Cristo ma era allora solo una sua fede incondizionata senza averne avuto esperienza diretta?

Come avrebbe potuto credere così se qualcuno non lo avesse veramente convinto su questo ?
Un conto, scusate, è aver avuto una "visione" sulla via di Damasco ed un conto aver ascoltato delle testimonianze dirette da chi avevano parlato con Gesù dopo la sua resurrezione.

E certo allora che nel 50 rimase a Gerusalemme con gli apostoli e che allora loro, come TESTIMONI OCULARI lo convinsero su questo avvenimento.
Dal punto di vista temporale poi i conti tornano poichè questa lettera, come si legge da Wikipedia, è quasi all'unanimità degli studiosi dichiarata originale e datata 53-57 quindi pochi anni dopo la sua presenza presso gli apostoli.
Da Wikipedia:
La Prima lettera ai Corinzi è uno dei testi che compongono il Nuovo Testamento, che la tradizione cristiana e la quasi unanimità degli studiosi attribuisce a Paolo di Tarso. Indirizzata alla comunità cristiana della città greca di Corinto e scritta ad Efeso (16,8[1]), secondo gli studiosi fu composta nell'arco cronologico del 53-57.[2][3] o più strettamente nel 55-56[4] secondo alcuni altri.
Bene ..... Se Gesù per loro era resuscitato, è allora possibile come sostengono alcuni studiosi che fosse stato di natura divina ?

Da https://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=72023183
Secondo i minuziosi studi di Hurtado e Bauckham in realtà già i primissimi cristiani avevano un’idea abbastanza chiara della divinità di Cristo. Hurtado parla di un binitarismo già attestato nei primissimi scritti cristiani (le lettere di Paolo).

Nelle lettere di Paolo di trovano chiare attestazioni della divinita di Cristo basti pensare alla lettera ai Romani (dove Paolo definisce Gesù "Dio benedetto nei secoli", e anche se nel testo originale non vi era punteggiatura la stragrande maggioranza dei primi Padri della Chiesa ha detto che con quel passo si riferiva al Figlio, e non al Padre) o all'inno di Filippesi, addirittura prepaolino che parla con la massima chiarezza dell'uguaglianza di Gesù col Padre, ed è un dato che, una volta appurato il monoteismo delle prime comunità cristiane (che quindi non pensavano a Gesù come un angelo o "dio minore") può a mio avviso farci dire con tranquillità che nelle prime comunità è esistita, fin da subito dopo le esperienze dei discepoli che videro il Cristo Risorto; quantomeno un binitarismo
.
Da Wikipedia leggo:
https://it.wikipedia.org/wiki/Pensiero_paolino
Cristologia paolina
Come gli altri autori neotestamentari Paolo considera Gesù come il Cristo, cioè il Messia atteso dalla tradizione ebraica, ma non lo considera un semplice uomo in quanto gli attribuisce, oltre alla natura umana, anche quella divina. In questo il Cristianesimo si colloca in netto contrasto con la tradizione ebraica (secondo le descrizioni dei vangeli, il motivo ufficiale della condanna a morte di Gesù fu proprio la sua pretesa di essersi equiparato a Dio, vedi Processo di Gesù). I passi paolini che attribuiscono a Gesù la natura divina lo fanno in maniera esplicita, implicita, o gli attribuiscono caratteristiche proprie della natura divina o di uguaglianza a Dio.

L'unico passo chiaro ed esplicito relativo alla divinità di Gesù è Tt2,13, che lo definisce "grande Dio e salvatore". Nelle altre accezioni in cui Paolo usa il termine Dio è riferibile a Dio Padre, talvolta esplicitamente distinto da Gesù. Il valore teologico di questo passo viene sminuito da alcuni biblisti cristiani che negano l'origine paolina della Lettera a Tito (e delle altre lettere pastorali), considerandola pseudoepigrafa e datandola a fine I secolo, e da biblisti di movimenti religiosi che negano la piena divinità di Gesù, i quali interpretano o modificano diversamente il passo paolino.[9]

Più controversa è l'interpretazione di Rm9,5[10] a causa anche della mancanza dei segni di punteggiatura nei manoscritti neotestamentari greci più antichi (onciali). La costruzione grammaticale della frase porta a interpretarla come un'esplicita affermazione della divinità di Gesù ("Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli").[11] È possibile però ipotizzare una punteggiatura diversa ("Cristo secondo la carne. [Sia] Dio, che è sopra ogni cosa, benedetto nei secoli"),[12] che distingue Cristo da Dio, ma corrisponde a una struttura grammaticale atipica nel greco neotestamentario.

La natura divina viene implicitamente attribuita a Gesù nell'inno cristologico di Filippesi (2,6), dove viene detto essente "in forma divina" (ἐν μορφῇ Θεοῦ) e "essere uguale a Dio (Padre)" (εἶναι ἴσα Θεῷ). Nell'inno cristologico di Colossesi (1,15) viene detto "immagine del Dio invisibile" (εἰκὼν τοῦ Θεοῦ τοῦ ἀοράτου), e così anche in 2Cor4,4[15].

In altri passi vengono attribuite a Gesù caratteristiche proprie della natura divina, incompatibili con la natura umana, come la preesistenza e l'essere artefice della creazione (Col1,15-17; 1Cor8,6[16]). Entrambe queste caratteristiche venivano, nella tradizione ebraica precristiana, attribuite alla Sapienza di Dio.[17] Paolo, oltre ad attribuirle a Gesù, lo definisce esplicitamente come Sapienza in 1Cor1,24.30.
Concludendo "l'invenzione" della deicità di Gesù non fu espressa, secondo la mia opinione, solo nel tardo primo secolo esclusivamente dal vangelo di Giovanni ma è attestata nelle diverse lettere di Paolo alcune originali e scritte nel periodo 53-57 molto antecedente al vangelo di Giovanni.
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Valentino »

Vieri ha scritto: 09/01/2024, 14:45Caro Mario, rispetto il tuo punto di vista ma
Mario non riporta semplicemente un "punto di vista" ma informazioni piuttosto note, specialmente in relazione alle questioni sulla pseudoepigrafia e datazione dei vangeli.
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 14:45Ho avuto modo in un post precedente di citare la 1 lettera ai Corinzi di Paolo che riporto:
Valentino in merito aveva risposto che Paolo credesse veramente e convintamente nella resurrezione di Cristo ma era allora solo una sua fede incondizionata senza averne avuto esperienza diretta?
Credere nella resurrezione di Gesù è qualcosa di diverso rispetto al credere anche che Gesù sia Dio o di natura divina.
Non puoi confondere i due aspetti e dunque non si capisce perché citi la Prima lettera ai Corinzi dove si parla della resurrezione nel contesto di una discussione in cui si parla di coloro che hanno deificato Gesù.
Paolo credeva alla resurrezione di Gesù ma non credeva che Gesù fosse Dio e non credeva che Gesù fosse di natura divina.
Infatti in nessuna delle sue lettere autentiche viene espresso tale concetto.
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 14:45 Come avrebbe potuto credere così se qualcuno non lo avesse veramente convinto su questo ?
Un conto, scusate, è aver avuto una "visione" sulla via di Damasco ed un conto aver ascoltato delle testimonianze dirette da chi avevano parlato con Gesù dopo la sua resurrezione.

E certo allora che nel 50 rimase a Gerusalemme con gli apostoli e che allora loro, come TESTIMONI OCULARI lo convinsero su questo avvenimento.
Dal punto di vista temporale poi i conti tornano poichè questa lettera, come si legge da Wikipedia, è quasi all'unanimità degli studiosi dichiarata originale e datata 53-57 quindi pochi anni dopo la sua presenza presso gli apostoli.
Quando qualche volta si è parlato delle esperienze che ci racconta Paolo di Tarso, ho fatto riferimento alla nozione di "viaggio celeste".
Cosa scrive Paolo di Tarso in un'altra delle sue lettere autentiche?
Leggiamo.
"Bisogna vantarsi? Ma ciò non conviene! Pur tuttavia verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore. Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa - se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo" (2 Corinti 12:1, 2).
L'esperienza di Paolo ha tutte le caratteristiche di quello che viene definito "viaggio celeste".
A questo proposito apprendiamo quanto segue:
"Per Alan Segal, che scrisse un libro fondamentale nel 1990, invece, la conversione di Paolo è un'esperienza mistica in cui - grazie al viaggio celeste descritto nella Seconda lettera ai Corinzi (12,1-4) - Paolo contempla la presenza nei cieli di un essere soprannaturale, Gesù, che è stato intronizzato da Dio in seguito alla sua morte. [...]
L'estasi di Paolo consisterebbe in un'esperienza molto diffusa nel I secolo sia fra greci e romani sia fra i giudei. Il Somnium Scipionis di Cicerone ce ne dà un esempio dal punto di vista della religiosità stoica. Ma il giudaismo, sia palestinese sia ellenistico, è pieno di racconti e descrizioni del viaggio celeste. Gli Atti degli apostoli nel loro triplice racconto insistono tutte e tre le volte sul fatto che Paolo cade a terra e l'iconografia seicentesca è stata fedele a questa descrizione. Ma il cadere a terra e perdere parte della coscienza, mentre la parte più nobile, l'anima o il pneuma, viene rapita in cielo (e ascolta e vede ciò che si dice e si fa nel mondo divino che sta al di sopra dei cieli), consiste proprio nell'esperienza altrimenti molto nota del viaggio celeste. Paolo avrebbe così contemplato Gesù nei cieli, avrebbe visto la sua intronizzazione celeste. [...] Quella rivelazione gli diede la certezza che l'uomo Gesù che era stato crocifisso era stato risuscitato e Dio gli aveva conferito un ruolo di signoria, dominio, potere soprannaturale che egli ora esercitava dai cieli
". (Mauro Pesce - L'esperienza religiosa di Paolo. La conversione, il culto, la politica - Morcelliana pagg. 27-28).
Paolo quindi, come abbiamo visto, si convinse che Dio aveva resuscitato Gesù in seguito appunto al "viaggio celeste" un'esperienza che Paolo stesso ci racconta.
La qual cosa, è bene dirlo, non significa né "affermare" né "negare" la resurrezione di Gesù che è qualcosa che attiene alla sfera della fede.
Dobbiamo poi soffermarci sul fatto che lo stesso Paolo, mette sullo stesso piano la sua esperienza con l'esperienza degli apostoli: ovvero Paolo afferma che Gesù gli è "apparso" allo stesso modo di come è "apparso" agli apostoli, per cui è sempre Paolo che ci informa delle esperienze degli apostoli.
Paolo infatti ci riferisce anche quanto segue:
1Corinzi 15:5 [Gesù] ..."apparve a Cefa e quindi ai Dodici".
1Corinzi 15:7 [Gesù] ..."apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli".
1Corinzi 15:8 [Gesù] ..."apparve anche a me [Paolo].

Paolo riferisce e mette sullo stesso piano la sua esperienza con l'esperienza degli apostoli.
Vorrei che fosse chiaro, anche se dovrebbe essere superfluo precisarlo, che parlare di questo, non significa "negare la resurrezione".
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 14:45Bene ..... Se Gesù per loro era resuscitato, è allora possibile come sostengono alcuni studiosi che fosse stato di natura divina?
1) Non è che se si crede alla resurrezione di Gesù ne consegue che si debba credere anche alla sua presunta deicità.
Ed infatti, storicamente, lungo tutta la storia del cristianesimo antico e moderno ci sono stati gruppi di cristiani che credevano nella resurrezione di Gesù e contemporaneamente non credevano che Gesù fosse Dio e non credevano che Gesù fosse di natura divina.
2) A quali studiosi ti riferisci?!?!?
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 14:45Hurtado
Vieri non è colpa mia se le ipotesi di Hurtado sono state accolte in una certa maniera in ambito accademico!
Inoltre tu parli di Hurtado senza nemmeno averlo letto.
Citi semplicemente quello che trovi scritto da un anonimo forista.
Ma hai letto mai davvero una sola riga scritta da Hurtado?!??!
O parli per sentito dire perché hai letto qualcosa da un anonimo forista di un forum?!?
In ogni caso già ti ho spiegato come sono state accolte le ipotesi di Hurtado!
Ricordi?
Come ebbi modo di spiegarti le ipotesi di Hurtado, sono state ampiamente riviste e messe in discussione.
In realtà non c'è alcuna solida evidenza di una divinizzazione precoce di Gesù nei termini proposti da Hurtado in quanto nessun testo ci testimonia che a Gesù veniva tributato il tipo di culto che tradizionalmente veniva riservato solo a Dio.
Infatti:
"Jews expressed their “monotheism” by refusing to offer sacrifices to any but the one God. Since we find no evidence of sacrifice to Jesus in early Christian literature, we find nothing that unambiguously represents a redefinition of this distinctive Jewish expression of exclusive allegiance. If anything, Jesus is depicted as the sacrifice offered to God, not as recipient of sacrifice himself". (McGrath, James F., "How Jesus Became God: One Scholar’s View" New Testament Seminar, University of Michigan, March 19, 2015 / (2015): 1-5.
Traduzione: "Gli ebrei esprimevano il loro "monoteismo" rifiutandosi di offrire sacrifici a chiunque altro tranne che all'unico Dio. Poiché non troviamo prove di sacrifici a Gesù nella letteratura paleocristiana, non troviamo nulla che rappresenti inequivocabilmente una ridefinizione di questa caratteristica espressione ebraica di fedeltà esclusiva. Semmai, Gesù è raffigurato come il sacrificio offerto a Dio, non come il destinatario del sacrificio stesso" (tradotto online col traduttore automatico).
FONTE: http://digitalcommons.butler.edu/facsch_papers/943" onclick="window.open(this.href);return false;)
Il Prof. James F. McGrath affronta nel dettaglio la questione nel libro: The Only True God: Early Christian Monotheism in Its Jewish Context
illustri autori quali E.P. Sanders, Geza Vermes, Dale Allison, Paula Fredriksen e tanti altri [...] su un punto concordano tutti:
Gesù non trascorse il suo ministero a proclamarsi divino.
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

Valentino sei come il prezzemolo e rispondi anche per conto di altri ....complimenti... :ironico:
Non ho scritto o rispoto a te per il semplice fatto che conosco sempre quello che ripeti sempre fino alla noia come "certezze" :boh:
Paolo credeva alla resurrezione di Gesù ma non credeva che Gesù fosse Dio e non credeva che Gesù fosse di natura divina.
Infatti in nessuna delle sue lettere autentiche viene espresso tale concetto.
Se prendo un euro per tutte le volte che lo hai detto, divento ricco.... :risata:
Ma leggi quello che ho scritto senza come al solito polemizzare andando fuori tema ? :ironico:
Riprendi...
"Per Alan Segal, che scrisse un libro fondamentale nel 1990, invece, la conversione di Paolo è un'esperienza mistica in cui - grazie al viaggio celeste descritto nella Seconda lettera ai Corinzi (12,1-4) - Paolo contempla la presenza nei cieli di un essere soprannaturale, Gesù, che è stato intronizzato da Dio in seguito alla sua morte. [..
Se leggi meglio io non ho parlato della esperienza mistica e della visione di Paolo sulla via di Damasco ma della sua convinzione da te anche avvalorata che Gesù fosse veramente risorto..
Questa convinzione descritta nella 1 lettera ai Corinzi parla di resurrezione e pare tu non l'abbia letta e allora te la ripeto:
Valentino in merito aveva risposto che Paolo credesse veramente e convintamente nella resurrezione di Cristo ma era allora solo una sua fede incondizionata senza averne avuto esperienza diretta?

Come avrebbe potuto credere così se qualcuno non lo avesse veramente convinto su questo ?
Un conto, scusate, è aver avuto una "visione" sulla via di Damasco ed un conto aver ascoltato delle testimonianze dirette da chi avevano parlato con Gesù dopo la sua resurrezione.
E certo allora secondo me che Paolo andò ben tre volte a Gerusalemme con gli apostoli e che loro, come TESTIMONI OCULARI lo convinsero su questo avvenimento

Secondo te, allora, se Paolo fosse stato convinto della resurrezione di Cristo solo per una visione, questa visione l'avrebbero avuta anche tutti gli apostoli e come anche descritto nei vangeli ?
- Matteo 28
- Giovanni 20–21
.-Marco 16
Altre apparizioni nel Nuovo Testamento
Atti degli Apostoli
Alla Chiesa di Gerusalemme – quaranta giorni dopo la Risurrezione, dopo la quale egli salì al Cielo, con la promessa di una seconda venuta (Atti 1.1-11[49]).
A Saulo (Paolo), sulla via per Damasco, sebbene secondo il testo, fu una voce e non una visione, poiché Paolo venne accecato da una luce (Atti 9.3-9[50], Atti 22.6-11[51], Atti 26.12-18[52]) e anche quando Paolo "rapito in estasi" e vide il Signore che gli parlava (Atti 22.17-21[53]).
Stefano vide Gesù appena prima di morire (Atti 7.55[54]).
1 Corinzi 15
"apparve a Cefa e quindi ai Dodici" (con questo termine Paolo definisce gli apostoli del nucleo originario)[55] -1 Corinzi 15.5[56]
"apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta" 1 Corinzi 15.6[57]
"apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli" -1 Corinzi 15.7[58]
"ultimo fra tutti apparve anche a me" (Paolo) - 1 Corinzi 15.8–9[59], affermato anche in 1 Corinzi 9.1[60]
Il racconto di Paolo in 1 Corinzi 15.3-7[61] sembra rappresentare una professione di fede credale pre-paolina derivata dalla prima comunità cristiana:[62]
Qualcuno potrebbe sindacare sulla parola "apparve" come se fosse stato un fantasma ma ricordo che Tommaso mise le sue dita nelle sue ferite e mangiò anche del pesce in mezzo a loro....Quindi fu una testimonianza REALE e non una apparizione.

Sulla Treccani si trova:
L’apparire, per lo più improvviso o inatteso, di persone o di cose: l’improvvisa a. di mio padre mi fece trasalire; l’a. dei carri allegorici fu salutata con grandi applausi; e di corpi celesti che si fanno visibili in cielo: l’a. della luna, l’a. d’una cometa. In partic., l’apparire di esseri soprannaturali: si parlava di alcune a. della Madonna; la persona stessa o la cosa che appare, visione, fantasma: era un’a., o era proprio il suo vecchio amico in carne e ossa?

In breve per "apparire si dice anche di persone reali...

Dal punto di vista temporale poi i conti tornano poichè questa lettera, come si legge da Wikipedia, è quasi all'unanimità degli studiosi dichiarata originale e datata 53-57 quindi pochi anni dopo la sua presenza presso gli apostoli.
Da Wikipedia:
La Prima lettera ai Corinzi è uno dei testi che compongono il Nuovo Testamento, che la tradizione cristiana e la quasi unanimità degli studiosi attribuisce a Paolo di Tarso. Indirizzata alla comunità cristiana della città greca di Corinto e scritta ad Efeso (16,8[1]), secondo gli studiosi fu composta nell'arco cronologico del 53-57.o più strettamente nel 55-56 secondo alcuni altri
.
In breve secondo te immagini sempre che Paolo fosse un visionario e che tutto quello che aveva scritto fosse solo il frutto di fantasie...?
Paolo avrebbe così contemplato Gesù nei cieli, avrebbe visto la sua intronizzazione celeste. [...] Quella rivelazione gli diede la certezza che l'uomo Gesù che era stato crocifisso era stato risuscitato
Complimenti per la tua fantasia....o quella di Mauro Pesce - L'esperienza religiosa di Paolo. :ironico:
Ma questo fa testo ? Solo lui è la verità ?
Tutto inventato, tutto una visione ? :boh:

Concludendo se per te Paolo scriveva solo per aver avuto solo delle "visioni, per me esiste invece anche la reale possibilità, dai ripetuti incontri con gli apostoli e dalle loro dirette testimonianze, la convinzione, non solo per fede, che Gesù fosse resuscitato e che come Figlio unigenito di Dio fosse intronizzato in cielo da Dio stesso come descritto esattamente nella seconda lettera ai filippesi:
6]il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; [7]ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, [8]umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. [9]Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; [10]perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; [11]e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.
Pace e bene....
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Messaggio da Valentino »

Vieri ha scritto: 09/01/2024, 18:16Valentino sei come il prezzemolo e rispondi anche per conto di altri ....complimenti...
Nel post mi avevi citato.
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 18:16Non ho scritto o rispoto a te per il semplice fatto che conosco sempre quello che ripeti sempre fino alla noia come "certezze"
Resta il fatto che mi avevi citato, facendo riferimento ad un'altra discussione.
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 18:16Se prendo un euro per tutte le volte che lo hai detto, divento ricco....
Ma leggi quello che ho scritto senza come al solito polemizzare andando fuori tema ?
Non ritengo di essere andato fuori tema.
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 18:16Se leggi meglio io non ho parlato della esperienza mistica e della visione di Paolo sulla via di Damasco ma della sua convinzione da te anche avvalorata che Gesù fosse veramente risorto..
Questa convinzione descritta nella 1 lettera ai Corinzi parla di resurrezione e pare tu non l'abbia letta e allora te la ripeto:
Come fai a dire che non ho letto il contenuto della Prima lettera ai Corinzi se io stesso ho scritto che in essa Paolo di Tarso parla della resurrezione di Gesù?!?!?
Semmai ho rilevato un altro problema.
Cosa c'entra il fatto che Paolo si dichiara convinto che Dio ha resuscitato Gesù con l'attribuire a Paolo, non si capisce bene in base a cosa, anche la credenza nella presunta deicità di Gesù?!?!
Non è che se uno crede alla resurrezione di Gesù crede anche alla sua presunta deicità: ed infatti Paolo credeva che Dio aveva resuscitato Gesù ma non credeva che Gesù fosse Dio e non credeva che Gesù fosse di natura divina.
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 18:16E certo allora secondo me che Paolo andò ben tre volte a Gerusalemme con gli apostoli e che loro, come TESTIMONI OCULARI lo convinsero su questo avvenimento
E' l'esperienza che ha vissuto Paolo che lo ha convinto: inoltre Paolo ritiene che ciò che è capitato a lui è la stessa cosa che è capitata agli apostoli, perché mette sullo stesso piano la sua esperienza con quella degli apostoli.
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 18:16Secondo te, allora, se Paolo fosse stato convinto della resurrezione di Cristo solo per una visione, questa visione l'avrebbero avuta anche tutti gli apostoli e come anche descritto nei vangeli ?
Non è che lo dico io.
Lo scrive Paolo: Paolo afferma che quello che è capitato a lui è capitato anche agli apostoli perché mette sullo stesso piano la sua esperienza con quella degli apostoli.
Paolo infatti ci riferisce quanto segue:
1Corinzi 15:5 [Gesù] ..."apparve a Cefa e quindi ai Dodici".
1Corinzi 15:7 [Gesù] ..."apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli".
1Corinzi 15:8 [Gesù] ..."apparve anche a me [Paolo].
Paolo riferisce e mette sullo stesso piano la sua esperienza con l'esperienza degli apostoli.
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 18:16- Matteo 28
- Giovanni 20–21
.-Marco 16
Nel Nuovo Testamento le storie relative al sepolcro vuoto nei dettagli divergono fortemente tra loro.
Immagine
I racconti evangelici divergono tra loro su molti particolari.
Ma questo è ancora un altro problema.
Stiamo parlando di quello che riferisce Paolo di Tarso, non di quello che c'è scritto nei vangeli.
Val la pena di leggere questo articolo di Wikipedia per cominciare a farsi una infarinatura su alcune problematiche.
https://it.wikipedia.org/wiki/Tomba_vuota
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 18:16Dal punto di vista temporale poi i conti tornano poichè questa lettera, come si legge da Wikipedia, è quasi all'unanimità degli studiosi dichiarata originale e datata 53-57 quindi pochi anni dopo la sua presenza presso gli apostoli.
Non c'è alcun bisogno di fare queste precisazioni, perché è stato già detto e ripetuto che la prima lettera ai Corinzi è una delle sette lettere autentiche di Paolo ed in essa Paolo parla della resurrezione di Gesù.
Quello di cui Paolo non ci parla nella prima lettera ai corinzi come non ce ne parla in nessun'altra delle sue lettere autentiche è un qualche riferimento al credere che Gesù sia Dio e/o di natura divina.
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 18:16In breve secondo te immagini sempre che Paolo fosse un visionario e che tutto quello che aveva scritto fosse solo il frutto di fantasie...?
Io non immagino proprio nulla Vieri!
Prendo atto di quello che Paolo stesso racconta in una delle sue lettere autentiche.
Paolo era un mistico, su questo non c'è dubbio.
Nel prendere atto di questo fatto non significa attribuirgli delle "fantasie": si prende semplicemente atto di quello che lui stesso racconta.
Parimenti, come spiegato, non è che se si rileva che Paolo si convinse della resurrezione di Gesù a seguito di un "viaggio celeste" si intende negare la resurrezione.
Non si capisce cosa chiedi esattamente o cosa vorresti dimostrare, ammesso che tu voglia dimostrare qualcosa!
La resurrezione di Gesù non è qualcosa che puoi "dimostrare storicamente" allo stesso modo di come non è qualcosa che puoi "negare storicamente".
O ci credi o non ci credi.
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 18:16Complimenti per la tua fantasia....o quella di Mauro Pesce - L'esperienza religiosa di Paolo.
Ma questo fa testo ? Solo lui è la verità ?
Tutto inventato, tutto una visione ?
Nessuna fantasia Vieri: è un fatto storico che Paolo fosse un mistico.
Non me lo invento io, e non se lo inventa Mauro Pesce: lo sanno tutti, credenti e non credenti, che Paolo di Tarso era un mistico.
Con questo non si intende dire nulla riguardo alla resurrezione: come detto e ripetuto nessuno storico può pretendere di negare storicamente la resurrezione allo stesso modo di come nessuno storico può pretendere di dimostrare storicamente la resurrezione.
Non è che se si prende atto del fatto che Paolo si convinse della resurrezione di Gesù dopo un "viaggio celeste" si intende sostenere che la resurrezione non è avvenuta!
Dovresti saper distinguere le due cose.

Quello che comunque ancora non si capisce è cosa c'entra il fatto che Paolo fosse convinto della resurrezione di Gesù, con l'attribuirgli anche il credere che Gesù fosse Dio e/o di natura divina.
Non c'è alcun dubbio che Paolo di Tarso fosse convinto che Dio aveva resuscitato Gesù, ma da nessuna parte Paolo di Tarso nelle sue lettere autentiche afferma che Gesù sia Dio o che sia di natura divina, nemmeno nella lettera ai Filippesi, in cui si parla di Gesù come del secondo Adamo.
illustri autori quali E.P. Sanders, Geza Vermes, Dale Allison, Paula Fredriksen e tanti altri [...] su un punto concordano tutti:
Gesù non trascorse il suo ministero a proclamarsi divino.
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Vieri »

Valentino, sai cosa vuol dire INCOMUNICABILITA' TOTALE ?

Tu vivi nel tuo mondo tutto tuo fatto di recensioni dei tuoi soliti libri e perdonami senza mai fare una personale analisi critica, sempre riportando solo ed esclusivamente i pensieri degli altri.

Sei talmente "pippato" dalle letture di questi famosi professori che non accetti assolutamente mai la possibilità che certi fatti ed avvenimenti potessero essere avvenuti anche diversamente.

Che San Paolo fosse poi esclusivamente un "mistico che immaginasse tutto senza avere un contatto diretto con la realtà delle cose e solo un "visionario", mi sembra una osservazione un po' azzardata.

Ti ho anche spiegato che la parola "apparire" se leggi sul vocabolario, si riferisce anche a vedere con stupore delle persone reali in carne e ossa....
e da quanto risulta dai vangeli Gesù si fece vedere REALMENTE anche mangiando con loro e non come visione.....

Nello sviluppare questa traumatica esperienza di rivedere REALMENTE Gesù risorto non pensi che abbia potuto generare dei pensieri diversi dal considerarlo come prima un Messia o un profeta illuminato ma realmente il Figlio unigenito di Dio e trasmettere poi a Paolo questa esperienza?

Parli delle diverse descrizioni evangeliche della resurrezione ?
Ma è ovvio che essendo persone diverse gli apostoli vivessero diversamente la loro esperienza con Gesù risorto dato che anche dal punto di vista psicologico possa essere sicuramente stato un trauma non da poco !!

Come al solito vai a vedere il pelo nell'uovo non accorgendoti se alla fine sia di gallina o di struzzo....
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Valentino »

Vieri ha scritto: 09/01/2024, 21:14Valentino, sai cosa vuol dire INCOMUNICABILITA' TOTALE ?
Certo che so cosa vuol dire.
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 21:14Tu vivi nel tuo mondo tutto tuo
Ti sbagli.
Non si tratta affatto di un mondo "tutto mio", ma semplicemente del mondo accademico!
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 21:14fatto di recensioni dei tuoi soliti libri e perdonami senza mai fare una personale analisi critica, sempre riportando solo ed esclusivamente i pensieri degli altri.
Si può arrivare a maturare una analisi critica riguardo a certi argomenti, quando questi argomenti sono stati studiati a fondo e si è nella posizione di "padroneggiare" certe discipline di studio. Questo richiede appunto l'impegno dello studio e la volontà di apprendere da chi è nella posizione di insegnare qualcosa su certi argomenti.
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 21:14Sei talmente "pippato" dalle letture di questi famosi professori che non accetti assolutamente mai la possibilità che certi fatti ed avvenimenti potessero essere avvenuti anche diversamente.
Il problema è che non stiamo parlando della "ricetta degli struffoli" :ironico: !!!
Le problematiche sollevate e le questioni di cui cerco di discutere sono questioni che tengono impegnati fior di studiosi, non sono argomenti che si possono improvvisare.
Per questo esistono le Università.
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 21:14Che San Paolo fosse poi esclusivamente un "mistico che immaginasse tutto senza avere un contatto diretto con la realtà delle cose e solo un "visionario", mi sembra una osservazione un po' azzardata.
Vieri io ho semplicemente rilevato qualcosa di abbastanza noto.
Paolo di Tarso era sicuramente un mistico: non ho scritto che fosse "esclusivamente" ( :boh: ) un mistico.
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 21:14Ti ho anche spiegato che la parola "apparire" se leggi sul vocabolario, si riferisce anche a vedere con stupore delle persone reali in carne e ossa
A parte che dovremmo far riferimento al termine greco usato da Paolo nel contesto della sua lettera, il problema è un altro.
L'esperienza che ha avuto Paolo e che lui stesso ci racconta si chiama in termini tecnici "viaggio celeste": quando ce ne parla, Paolo riferisce e mette sullo stesso piano la sua esperienza con quella degli apostoli. Non distingue la sua esperienza come qualcosa di diverso rispetto a quella vissuta dagli apostoli: ciò significa che se Paolo ha esperito un "viaggio celeste" la stessa cosa hanno esperito gli apostoli.
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 21:14e da quanto risulta dai vangeli Gesù si fece vedere REALMENTE anche mangiando con loro e non come visione Nello sviluppare questa traumatica esperienza di rivedere REALMENTE Gesù risorto non pensi che abbia potuto generare dei pensieri diversi dal considerarlo come prima un Messia o un profeta illuminato ma realmente il Figlio unigenito di Dio e trasmettere poi a Paolo questa esperienza?
Ciò che Paolo di Tarso credeva riguardo a Gesù si può evincerlo solo ed esclusivamente dalla lettura delle sue lettere autentiche: in nessuna di esse viene affermato che Gesù sia Dio ed in nessuna di esse viene affermato che Gesù sia di natura divina.
Quindi perché mai dovremmo immaginare o postulare che Paolo attribuisse a Gesù una natura divina?!?!
Mah!?!? :boh: :conf:
Come detto non è che se si crede che Dio ha resuscitato Gesù, ne consegue che si debba anche credere alla sua presunta deicità: ed è la stessa storia del cristianesimo che ci testimonia di questo fatto. Lungo tutta la storia del cristianesimo infatti sono esistiti ed esistono gruppi di cristiani che credevano/credono nella resurrezione di Gesù ma non credono che Gesù sia Dio e/o di natura divina.
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 21:14Parli delle diverse descrizioni evangeliche della resurrezione ?
Innazitutto, tecnicamente, nei vangeli non c'è alcuna "descrizione della resurrezione", nel senso che la resurrezione in quanto tale non è descritta da nessuna parte.
Per quanto riguarda poi i racconti della "tomba vuota", se leggi l'articolo di Wikipedia che ti ho segnalato puoi farti una infarinatura sulle problematiche inerenti.
Vieri ha scritto: 09/01/2024, 21:14Ma è ovvio che essendo persone diverse gli apostoli vivessero diversamente la loro esperienza con Gesù risorto dato che anche dal punto di vista psicologico possa essere sicuramente stato un trauma non da poco !!
Come al solito vai a vedere il pelo nell'uovo non accorgendoti se alla fine sia di gallina o di struzzo....
Mi sa che non lo hai letto, oppure che non lo hai letto con attenzione.
https://it.wikipedia.org/wiki/Tomba_vuota
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Gesù non trascorse il suo ministero a proclamarsi divino.
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Messaggio da Peter »

Vieri ha scritto: 09/01/2024, 21:14 Valentino, sai cosa vuol dire INCOMUNICABILITA' TOTALE ?

Tu vivi nel tuo mondo tutto tuo fatto di recensioni dei tuoi soliti libri e perdonami senza mai fare una personale analisi critica, sempre riportando solo ed esclusivamente i pensieri degli altri.

Sei talmente "pippato" dalle letture di questi famosi professori che non accetti assolutamente mai la possibilità che certi fatti ed avvenimenti potessero essere avvenuti anche diversamente.

Che San Paolo fosse poi esclusivamente un "mistico che immaginasse tutto senza avere un contatto diretto con la realtà delle cose e solo un "visionario", mi sembra una osservazione un po' azzardata.

Ti ho anche spiegato che la parola "apparire" se leggi sul vocabolario, si riferisce anche a vedere con stupore delle persone reali in carne e ossa....
e da quanto risulta dai vangeli Gesù si fece vedere REALMENTE anche mangiando con loro e non come visione.....

Nello sviluppare questa traumatica esperienza di rivedere REALMENTE Gesù risorto non pensi che abbia potuto generare dei pensieri diversi dal considerarlo come prima un Messia o un profeta illuminato ma realmente il Figlio unigenito di Dio e trasmettere poi a Paolo questa esperienza?

Parli delle diverse descrizioni evangeliche della resurrezione ?
Ma è ovvio che essendo persone diverse gli apostoli vivessero diversamente la loro esperienza con Gesù risorto dato che anche dal punto di vista psicologico possa essere sicuramente stato un trauma non da poco !!

Come al solito vai a vedere il pelo nell'uovo non accorgendoti se alla fine sia di gallina o di struzzo....
:saggio:
Ciao Vieri, mi inserisco brevemente per dirti che Paolo stesso nella lettera ai Galati cap 1 scrive: 11 Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull'uomo; 12 infatti io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo..15 Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque 16 di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani, subito, senza consultare nessun uomo, 17 senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. 18 In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni; 19 degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore. Quindi Paolo stesso ammette che per diversi anni si basava solo sulle sue visioni personali con Gesù senza contatti con Pietro e gli altri.
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

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Scusa Peter scrivi:
dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni; 19 degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore. Quindi Paolo stesso ammette che per diversi anni si basava solo sulle sue visioni personali con Gesù senza contatti con Pietro e gli altri.
Devevi però anche sapere che Paolo andò a Gerusalemme per ben tre volte e la prima fu successivamente alla sua conversione, da Damasco - dopo aver passato alcuni giorni in questa città a parlare e predicare agli Ebrei - si recò subito a Gerusalemme dove incontrerà tutto il gruppo degli apostoli; fece un miniconclave il 50 con discussioni con Pietro e gli altri fra i circoncisi e i non circoncisi oltre poi ad andare a Roma con lo stesso Pietro e ti pare che della esperienza della resurrezione Pietro in tutto questo tempo non ne avesse parlato ?
Mi sembrerebbe assolutamente impossibile che della resurrezione di Gesù in tutto questo tempo nessuno gli abbia parlato della loro esperienza.
da https://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_di_Tarso
:strettamano:
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da GioGian »

Mario70 ha scritto: 08/01/2024, 23:24 Caro Gian eccomi.
GioGian ha scritto: 08/01/2024, 3:31
Dici:"per cercare di capire la teologia o gli intenti apologetici dei singoli scrittori".. Solo che tu sembri sapere già, prima di toglierti gli occhiali, che sono intenti apologetici per difendere una cosa falsa, mentre è piuttosto probabile che fossero persone con intenti apologetici volti a difendere una cosa vera, visto che per essa morirono tutti.
Che fossero convinti che fosse una cosa vera non rende vero oggettivamente quello in cui credevano, esattamente come i martiri musulmani o quelli catari non provano che le loro credenze fossero vere, se bastasse il martirio a rendere vera una religione stiamo freschi.
Ma che cosa fosse, in entrambi i casi, quella "cosa", si capisce da ciò che non escludono mai, in merito ad uno che chiamano Signore, e nel cui Nome battezzano. Come è del tutto ovvio. In questo senso in alcuni accenti il tuo ragionamento sembra quello di uno che voglia per forza sostenere che il finale di un certo suo giallo Agatha Christie l'avesse in mente non all'inizio, prima delle prime pagine, ma davvero soltanto verso la fine della stesura.
Da come la vedo io il "romanzo" se così lo vogliamo chiamare, si è creato strada facendo, si inizia con Marco dove Gesù é semplicemente il messia promesso e si finisce con Giovanni dove diventa Dio, nel mezzo c'è quasi un secolo di ricerche, sistemazioni teologiche, strutturazione della nuova religione (per lo più con Paolo che neanche lo vide da vivo questo Gesù che si trovò a predicare tranne nella sua visione mistica che ben conosciamo) chiamata cristianesimo, che da un ramo dell'ebraismo diventerà una religione a sé stante combattuta proprio da quella che era la religione madre (come accadrà con la futura grande Chiesa cattolica contro gli altri cristianesimi che da essa dissentivano), ma non senza eccezioni, una frangia di questo cristianesimo che fece capo a Giacomo rimase per lo più nell'alveo ebraico rifiutando la divinizzazione di Cristo, confluita nel secondo secolo negli ebioniti, I famosi giudeo-cristiani.
Sia chiaro non credo assolutamente che il tutto si sia creato maliziosamente a tavolino, nessuna religione o quasi è nata mai così, si parte da una vicenda storica e si finisce nel mito, tutto già visto nel corso della storia.
Su Stefano lasciamo perdere: tu dici che egli non stesse dicendo che Gesù è Dio, pure io dico che non lo stesse dicendo, ma tu dici che è perché non lo credeva, mentre io proprio perché lo credeva. Il fatto che tu usi l'apologia contro di Stefano invece che a favore, come se Stefano fosse un tonto, si rivela dal fatto che non puoi procedere a ristroso di molto circa il perché allora l'hanno ammazzato, o il perché allora questo tizio si è fatto ammazzare. Il finale era prima, nelle mente di Stefano, poi vengono le pagine, e le prime pagine come le ultime. Apologia di qualcosa per i fratelli, non apologia di niente per dei tontelli.
E credere che Gesù fosse il messia promesso era niente? Che fosse morto e risorto e alla destra dell'unico Dio YHWH nel quale Stefano e tutti gli altri in quel tempo credevano, era niente? O veramente mi stai dicendo che il povero Stefano credesse che Gesù era "Dio il figlio" consustanziale al padre così come definito a Nicea tre secoli dopo? :risata:
Dai Gian sii serio!
"Dio per i seguaci di Gesù era solo il Padre": ma il Padre di chi? In realtà Dio non è mai detto essere "solo" qualcosa, perché sia l'affermazione che l'idea che ci starebbe dietro sarebbero assurde, a meno che non lo si dica per rancore contro qualcuno. Privare Dio di qualcosa in un discorso rende il discorso stesso stolto. Inoltre costoro avrebbero battezzato nel nome di Dio, a questo punto, se volevano escludere proprio ciò che tu pensi che volessero escludere. In realtà tu scrivi "padre" minuscolo, come per escludere che il Padre di cui parla Pietro sia Dio. Cioè utilizzi "la scoperta degli intenti apologetici" contro chi scrive, e come se egli non scrivesse a favore di qualcosa ma contro qualcosa.
Per gli ebrei di ieri e di oggi Dio è padre in quanto creatore, non avevano problemi allora a chiamarlo così è non hanno problemi ora, il messia promesso sarebbe stato suo figlio esattamente come lo era Davide, vedi il famoso salmo 2, ma da questo a considerare Gesù ontologicamente Dio ce ne passa! Non avevano né gli strumenti né la cultura per giungere ad una conclusione del genere, era una cosa impensabile per un ebreo, solo l'ellenismo li avrebbe aiutati qualche decina di anni dopo.
Giovanni era il più amato dei testimoni, non l'ultimo. E' il suo testo che viene dopo, non lui. Lui che deve aver parlato tutta la vita, da giovane come da vecchio. Da come dici tu, sembrerebbe che ad un certo punto abbia pensato: "aspetta aspetta che, grazie alla cultura greca, imbroglio qualcosa!". Come se non avesse mai detto niente prima e stesse in mezzo a gente che non ricordava cosa aveva detto.
Il vangelo di Giovanni non è stato scritto dall'apostolo Giovanni, il vangelo in questione ha più rimaneggiamenti e questo non lo dico io, ma il consensus accademico al quale anche la tua chiesa fa affidamento, anzi è uscito anche da teologi cattolici negli ultimi due secoli, grazie al metodo storico critico che ha mandato alle ortiche ciò in cui credono oramai solo qualche vecchietta ignorante e qualche protestante fondamentalista americano, tdg compresi.
Il "Giovanni" in questione conosceva bene la cultura greca e da essa prende e rimaneggia il Logos platonico e filoniano creando una preesistenza a quel povero Gesù di Nazareth, ponendolo al di fuori del tempo e dello spazio, demiurgo principiatore della creazione, rendendolo di natura divina senza preoccuparsi troppo delle implicazioni teologiche che questo causerà al solido monoteismo ebraico; proprio in quel periodo i seguaci della scuola giovannea daranno inizio a un movimento di tipo "binitario subordinazionista" per proseguire con la teologia dei due Logos e per finire con il trinitarismo ortodosso futuro che la grande chiesa costantinopolitana farà suo dogmatizzando e strutturando via via tramite concili la dottrina trinitaria ortodossa (facendo fuori chi non la pensava allo stesso modo) dove si dichiarerà l'unicità di Dio (dove la semantica cambia, dove con "Dio" si pensa ora alla natura e non più all'unicità della persona divina come avveniva nell'ebraismo) con la distinzione delle tre persone che sono quell'unico Dio, idea geniale direi.
Mentre la sua insistenza sulla venuta "nella carne" sarà la cosa più ostica di tutte per la cultura greca. Come il suo ricordo di cosa "vide e credette" al sepolcro, che è un pugno allo stomaco per la mentalità greca. Tu invece immagini che, ad una cinquantina di anni di distanza, si sia sognato di dire ai suoi: "mi sono ricordato di questa cosa che ho visto, e perciò scusate se non ve l'ho detta prima". Direi che è più semplice pensare che, avendo scritto dopo la distruzione del tempio e la scomparsa del Sinedrio, c'erano ormai meno preoccupazioni per la sorte dei fratelli, ed era tempo di una esposizione più completa, più aperta sia nel discorso pubblico che nei promemoria per la predicazione messi per iscritto. O non era morto nessuno, prima, per mano delle istituzioni giudaiche?
Molto più semplice pensare che il tutto fu dovuto alle incomprensioni che determinate credenze ebraiche ebbero in ambiente ellenico, già Filone ad Alessandria rimaneggió l'ebraismo in funzione platonica, non vedo perché i cristiani di Efeso oramai lontani da quei poveri pescatori ebrei che videro Gesù, non dovessero fare qualcosa di simile rendendo il cristianesimo più edotto e comprensibile al loro background culturale, se gli apostoli e Paolo non si fecero troppi problemi nel cercare di capire chi fosse ontologicamente Gesù, loro si posero il problema eccome, e cercarono di risolverlo con gli strumenti che avevano a disposizione.
Ti avevo detto: "a parte le dossologie", ma tu mi citi soltanto dossologie, o testi simili, il cui scopo è diverso dall'esposizione di fatti, azioni, ecc. Nei casi in cui si racconta qualcosa, se si dice che il Padre fa qualcosa, è sempre e solo Gesù, suo Figlio, che parla. Perché solo lui sa che cosa il Padre fa, lui e coloro a cui lui voglia farlo conoscere. Giocoforza Giovanni, a proposito della risurrezione, non può perciò essere smentito. Ciò che lui e Pietro avevano visto, dopo quella corsa in un'alba di primavera, è l'inizio di tutto, ciò che sta prima della prima pagina che noi avremmo letto. Segnerà le loro vite e le loro morti. Di questa cosa furono apologeti, per come lo potevano dire, fra chi lo potevano dire, e fin quando lo potettero dire.
Di nuovo prendi per scontato che "Pietro" o "Giovanni" scrissero i testi che portano il loro nome, perdonami ma questo mi sembra un insulto alla tua intelligenza, la pseudoepigrafia è una scienza e non una opinione.
Un abbraccio
Ciao, grazie intanto per i complimenti. Non ti risponderò in maniera completa, in effetti, visto che le mie riflessioni, se vengono lette per come sono, non vengono messe in questione dalle tue pur supportate argomentazioni, che si occupano del contorno del discorso, non del nucleo e del senso di ciò che a me pare si debba prendere per vero. Su verità e martirio, non parlo di dimostrazione della verità. La verità ha a che fare con l'evidenza, mentre solo la metafisica che sta dietro la verità ha bisogno di dimostrazioni. Come diceva il noto filosofo, sono coloro che stanno attaccati alle natiche del mondo (i metafisici) che credono che la verità abbia bisogno di dimostrazioni, gli altri invece lo guardano dal lato giusto, preferendo l'evidenza. Mi riferisco, perciò, al fatto che i testimoni del NT parlano di ciò che sanno essere vero, non di ciò che loro credono vero, o di ciò che vogliono far credere vero ad altri. Poi, Stefano, il martire, non sapeva niente del Concilio, né della sostanza o delle ipostasi, sapeva però che Gesù era Dio. Quando nei vangeli si reiterano i "non vollero credere", i "non avevano capito", ecc., non ci si riferisce alla risurrezione del Maestro, perché anche Lazzaro era risorto. Ci si riferisce al fatto che Egli non era risorto come Lazzaro [nè come un angelo incorporeo, o come un angelo che si riveste di un corpo di semplice apparenza]. Anzi era risorto in una maniera sconvolgente, imprevista, inaudita. Come se avesse la Vita in sé. Da lì il principio di tutto. E quando battezzavano nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, non sapevano niente di entità metafisiche come la sostanza, la natura o le ipostasi. Avevano la verità, perciò non servivano loro a nulla "i modi del credere vero qualcosa". Quanto al vangelo e al corpus di Giovanni, a parte la pericope dell'adultera, sto con le conclusioni della critica nel senso che ti sto per dire. Personalmente, penso che soltanto l'Apocalisse sia stata scritta da Giovanni di suo pugno, con una gestazione non breve e un unico rifacimento (ricopiatura e a mano a mano completamento) nel periodo di isolamento dell'esilio, con l'aggiunta poi delle lettere alle Chiese in vista della fine dell'esilio stesso. Le due lettere minori sono dettature alla maniera di Paolo, post esilio, mentre la lettera maggiore viene anche quella dal periodo iniziale dell'esilio (pre Ap), anche questa con gestazione rimeditata, ma poi ridettata a delle persone che si sono recate a trovarlo. La comunità giovannea coltivava infatti questo stile particolare di scrittura, che alcuni definiscono "tradizione di Betania", della quale c'è qualche piccola traccia in Luca, e su cui non mi dilungo. Questa comunità si firma come redattrice del vangelo ("noi sappiamo che la sua testimonianza è vera"). Siamo a dopo l'esilio. Funzionava, se mi è permesso l'accostamento, come per gli appunti delle lezioni universitarie: la lezione successiva torna un po' indietro e riprende da lì per la nuova giornata di testimonianza. Questo succede nel testo tre o quattro volte. Poi Giovanni muore, e la comunità modifica l'ultimo capitolo, spostando la conclusione originaria alla fine del capitolo precedente e aggiungendo, oltre alla propria firma di "testimoni del vero testimone", la considerazione, inevitabile, in merito alla morte dell'ultimo apostolo in vita. [Il sottinteso: in effetti Gesù aveva mantenuto la promessa, era proprio venuto a lui prima che egli morisse. Cos'altro era, infatti, la grande visione, da Lui e di Lui (Gesù), di Ap?]. Nulla di ciò contrasta con le conclusioni della critica, ma nemmeno con la paternità giovannea. Considero la cosa molto ma molto più pacifica di quanto si pensi comunemente. N.B.: non appartengo ad una chiesa.
Volevo invece venirti incontro (ma solo un po') circa il nocciolo vero di ciò che discutevamo, la questione di quella che tu chiami "auto-risurrezione". Mi baso su una intuizione di una mistica dell'Ottocento, ma da me quasi del tutto rimaneggiata. Consideralo "testo libero", "disegno a mano", nient'affatto "rivelazione particolare" o quant'altro. Ma solo un possibile esempio di come pur avendo io ragione (nel senso di essere nella verità), questo non significa che tu sia completamente nel torto:
"Lo Spirito scese fin negli interstizi più minimi della dimensionalità, e in un unico punto procedette inarrestabile deformando con tutta la sua immane pressione i cancelli del tempo, di modo che la voce del Padre potesse giungere al di qua di Colui che era, e che adesso giace morto. Era la voce che aveva ascoltato prima che ogni tempo fosse, e gli diceva: 'Figlio, ascoltami anche fino ad ora, poiché a te Io Sono'. Egli, che ha la Vita in sé, con la velocità del pensiero giunse all'adesso. Così, come in un lampo incontenibile, la Vita Egli riprese tutta intera".
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Mario70 »

GioGian ha scritto: 10/01/2024, 2:45

Ciao, grazie intanto per i complimenti. Non ti risponderò in maniera completa, in effetti, visto che le mie riflessioni, se vengono lette per come sono, non vengono messe in questione dalle tue pur supportate argomentazioni, che si occupano del contorno del discorso, non del nucleo e del senso di ciò che a me pare si debba prendere per vero.
Caro Gian, grazie a te per questo interessante scambio di opinioni sempre costruttivo.
alla fine la tua verità è soggettiva, sai che quello in cui credi è vero esattamente come i primi cristiani sapevano la stessa cosa (parole tue).
Ma una verità soggettiva non può scalfire il mio agnosticismo altrimenti non sarei tale.
i testimoni di Geova ad esempio chiamano la loro orgnizzazione "la verità", se vuoi sapere da quanti anni sono testimoni fornmuleranno la domanda in questo modo "da quanti anni sei nella verità?" questo per farti capire che ci sono nato e cresciuto insieme a persone convinte di "essere nella" o "di avere la" verità.
Su verità e martirio, non parlo di dimostrazione della verità. La verità ha a che fare con l'evidenza, mentre solo la metafisica che sta dietro la verità ha bisogno di dimostrazioni. Come diceva il noto filosofo, sono coloro che stanno attaccati alle natiche del mondo (i metafisici) che credono che la verità abbia bisogno di dimostrazioni, gli altri invece lo guardano dal lato giusto, preferendo l'evidenza. Mi riferisco, perciò, al fatto che i testimoni del NT parlano di ciò che sanno essere vero, non di ciò che loro credono vero, o di ciò che vogliono far credere vero ad altri.


il problema è che nel mondo non esiste una verità ma molteplici, e allora come può il "famoso filosofo" sapere quale è la verità senza dimostrazioni?
Solamente in base alla sua esperienza? ci saranno migliaia di filosofi che ci diranno che la loro è la verità e che non hanno bisogno di dimostrare nulla, capirai che un discorso del genere dal mio punto di vista è estrememente ingenuo perchè è poroprio la vita pratica a contraddirli.
ti faccio un esempio:
quando uscii dai tdg mi sono guardato intorno alla ricerca di questa benedetta verità, se i tdg non l'avevano, pensavo, allora la dovrebbe aver avuta qualcun altro, non potevo accettare il discorso che non esisteva una verità oggettiva e allora frequentai gli avventisti, esperienza interessante ma non soddisfò le mie aspettative, poi studiai con i mormoni, ero affascinato dalla loro convinzione, "noi testimoniamo che quello che scrisse Joseph Smith è la verità" e come lo sapete chiesi io? "devi chiederlo allo Spirito, prega incessantemente lo spirito e avrai questa testimonianza dentro di te che questa è la verità" fa un po' ridere detta così, ma ti assicuro che lo sguardo del mormone che me lo stava dicendo mi inquietò alquanto, mai vista una cosa del genere, trasmetteva un qualcosa che non avevo quasi mai sentito prima, dovetti distogliere lo sguardo per non finire ipnotizzato! E te lo sta dicendo un iper razionale!
non era forse convinto di aver trovato la verità? ti assicuro che lo era, eccome se lo era!
una cosa del genere mi capitò altre due volte una in predicazione quando ero tdg con un "Brahamiano" (non so se si scrive così), aveva lo stesso sguardo e mi chiese di vedere una registrazione dove il suo "profeta" aveva compiuto miracoli e addirittura resurrezioni, e una terza volta (togliendo la seconda col mormone) con un prete cattolico che conobbi a Pescara sotto invito di una ex tdg diventata poi cattolica grazie a questo prete, dopo una interminabile conversazione che non mi convinse più di tanto, mi pose le mani sopra la testa recitò qualcosa e con quello sguardo di cui ti ho già parlato chiese a Dio di aprirmi gli occhi e avvertii la stessa sensazione razionalmente inspiegabile di cui ti parlavo prima.
Chi di loro aveva questa benedetta verità? tutti erano convinti di averla trovata, tutti avevano questa testimonianza dentro di loro ma ognuno credeva in cose diverse dall'altro.
il "sapere di essere vero" non serve a nulla, sicuramente i discepoli di Cristo e i famosi martiri ne erano convinti, come ognuno di questi che ti ho raccontato e migliaia di altri lo sono, probabilmente lo sei anche tu da come scrivi, ma come già detto le convinzioni personali servono per quello che sono.
Poi, Stefano, il martire, non sapeva niente del Concilio, né della sostanza o delle ipostasi, sapeva però che Gesù era Dio.


Questa rimane una tua inferenza che purtroppo non ha un riscontro nella lettera di Atti in questione, Stefano recita quello che sapeva aver letto in Daniele del messia alla destra di Dio e lo vede in una visione mistica che non dubito che ebbe, ma che non serve a nulla se non a sapere che fosse convinto di quello che vedeva, ma nessuna allusione al fatto che il figlio dell'uomo fosse Dio come il padre alla sua sinistra, esattamente come ogni ebreo non si sognerebbe mai di affermare che il messia figlio dell'uomo che sarebbe stato alla destra di Dio fosse Dio anche lui!
Quando nei vangeli si reiterano i "non vollero credere", i "non avevano capito", ecc., non ci si riferisce alla risurrezione del Maestro, perché anche Lazzaro era risorto. Ci si riferisce al fatto che Egli non era risorto come Lazzaro [nè come un angelo incorporeo, o come un angelo che si riveste di un corpo di semplice apparenza]. Anzi era risorto in una maniera sconvolgente, imprevista, inaudita. Come se avesse la Vita in sé. Da lì il principio di tutto.
Se non fosse esistito il vangelo di Giovanni, nulla avrebbe portato a pensare che la resurrezione di Gesù fosse stata diversa da quella presunta di chi lo precedette, per tutti loro fu Dio (l'unico Dio che chi scrisse le lettere conosceva) a resuscitare Gesù.

E quando battezzavano nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, non sapevano niente di entità metafisiche come la sostanza, la natura o le ipostasi. Avevano la verità, perciò non servivano loro a nulla "i modi del credere vero qualcosa".
sappiamo dalla critica del NT che queste parole furono aggiunte al libro che porta il nome di Matteo presumibilmente a fine primo secolo, fino ad allora si battezzava solamente "nel nome di Gesù" come scritto in tutti i testi dei primi decenni del cristianesimo.
Quanto al vangelo e al corpus di Giovanni, a parte la pericope dell'adultera, sto con le conclusioni della critica nel senso che ti sto per dire. Personalmente, penso che soltanto l'Apocalisse sia stata scritta da Giovanni di suo pugno, con una gestazione non breve e un unico rifacimento (ricopiatura e a mano a mano completamento) nel periodo di isolamento dell'esilio, con l'aggiunta poi delle lettere alle Chiese in vista della fine dell'esilio stesso. Le due lettere minori sono dettature alla maniera di Paolo, post esilio, mentre la lettera maggiore viene anche quella dal periodo iniziale dell'esilio (pre Ap), anche questa con gestazione rimeditata, ma poi ridettata a delle persone che si sono recate a trovarlo. La comunità giovannea coltivava infatti questo stile particolare di scrittura, che alcuni definiscono "tradizione di Betania", della quale c'è qualche piccola traccia in Luca, e su cui non mi dilungo. Questa comunità si firma come redattrice del vangelo ("noi sappiamo che la sua testimonianza è vera").
Siamo a dopo l'esilio. Funzionava, se mi è permesso l'accostamento, come per gli appunti delle lezioni universitarie: la lezione successiva torna un po' indietro e riprende da lì per la nuova giornata di testimonianza. Questo succede nel testo tre o quattro volte. Poi Giovanni muore, e la comunità modifica l'ultimo capitolo, spostando la conclusione originaria alla fine del capitolo precedente e aggiungendo, oltre alla propria firma di "testimoni del vero testimone", la considerazione, inevitabile, in merito alla morte dell'ultimo apostolo in vita. [Il sottinteso: in effetti Gesù aveva mantenuto la promessa, era proprio venuto a lui prima che egli morisse. Cos'altro era, infatti, la grande visione, da Lui e di Lui (Gesù), di Ap?]. Nulla di ciò contrasta con le conclusioni della critica, ma nemmeno con la paternità giovannea. Considero la cosa molto ma molto più pacifica di quanto si pensi comunemente.
se ammetti che il libro fu redatto dalla comunità giovannea a fine primo secolo, inizio secondo, siamo d'accordo, che loro fossero convinti che "la testimonianza fosse vera" (quanto mi ricordano i mormoni :risata: ) non vuol dire nulla di oggettivo se non che fossero convinti e non lo sto di certo negando, ci mancherebbe altro, ma devi ammettere che quanto scrissero è lontano anni luce dagli scritti precedenti, lo stile di cui parli è totalmente diverso e il contenuto anche.
N.B.: non appartengo ad una chiesa.
questa tua affermazione mi sorprende, mi sono bruciato la mano che avrei messo sul fuoco! :risata:
Vedi se tu fossi stato cattolico o ortodosso avrei compreso tutto il tuo discorso, ma dicendomi quanto sopra cade ogni presupposto, mi spiego meglio:
Se fosse vero tutto ciò che è stato messo in bocca a Gesù nei vangeli, non possiamo fare a meno di credere che questo famoso Spirito che "avrebbe guidato verso la verità intera dalla morte di Cristo in poi" avrebbe fatto in modo che nascesse la chiesa cattolica (come saprai nel primo millennio con questo termine si includevano le due chiese di oriente ed occidente) e quindi avrebbe assistito e diretto i concili e le varie definizioni di fede, anche perchè è stata lei a decretare la canonicità di determinati libri e l'esclusione di altri, vangeli inclusi che tu reputi essere veri, senza chiesa cattolica non avremmo quei vangeli ma forse altri, dipende da quale cristianesimo avesse vinto tra i tanti, inoltre sempre nel vangelo è stato messo in bocca a Gesù le parole "io sono con voi TUTTI I GIORNI fino alla fine del mondo" con chi è stato Gesù in tutti questi secoli? quali chiese sono sopravvisute fino ad oggi se non la cattolica e l'ortodossa?
insomma senza chiesa cattolica nessun nuovo testamento come noi lo conosciamo, nessuna trinità nella quale sembri credere, nessuno Spirito santo, nessun Gesù come noi lo conosciamo.
Volevo invece venirti incontro (ma solo un po') circa il nocciolo vero di ciò che discutevamo, la questione di quella che tu chiami "auto-risurrezione". Mi baso su una intuizione di una mistica dell'Ottocento, ma da me quasi del tutto rimaneggiata. Consideralo "testo libero", "disegno a mano", nient'affatto "rivelazione particolare" o quant'altro. Ma solo un possibile esempio di come pur avendo io ragione (nel senso di essere nella verità), questo non significa che tu sia completamente nel torto:
"Lo Spirito scese fin negli interstizi più minimi della dimensionalità, e in un unico punto procedette inarrestabile deformando con tutta la sua immane pressione i cancelli del tempo, di modo che la voce del Padre potesse giungere al di qua di Colui che era, e che adesso giace morto. Era la voce che aveva ascoltato prima che ogni tempo fosse, e gli diceva: 'Figlio, ascoltami anche fino ad ora, poiché a te Io Sono'. Egli, che ha la Vita in sé, con la velocità del pensiero giunse all'adesso. Così, come in un lampo incontenibile, la Vita Egli riprese tutta intera".
Bellissimo il racconto della mistica, quando leggo certe cose espresse in questo modo non posso far altro che ammirare chi è stato capace di esprimerle in questo modo, vero o falso che sia.
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

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Buon giorno ragazzi!
Mi faccio ancora vivo per trovare un po' di respiro tra di voi dove si parla, si esprimono le proprie esperienze ed opinioni senza atteggiarsi da "professoroni" di greco e di altre discipline letterarie..... :sorriso:

Dalle vostre esposizioni ho trovato delle cose che definisco "interessanti" ed altre direi "nuove" ed andiamo allora per gradi:
Primo punto:
Gio Gian scrive:
La verità ha a che fare con l'evidenza, mentre solo la metafisica che sta dietro la verità ha bisogno di dimostrazioni. Come diceva il noto filosofo, sono coloro che stanno attaccati alle natiche del mondo (i metafisici) che credono che la verità abbia bisogno di dimostrazioni, gli altri invece lo guardano dal lato giusto, preferendo l'evidenza. Mi riferisco, perciò, al fatto che i testimoni del NT parlano di ciò che sanno essere vero, non di ciò che loro credono vero, o di ciò che vogliono far credere vero ad altri.
Bellissimo pensiero che mette in evidenza lo scetticismo degli atei che non credendo, hanno sempre bisogno per "convincersi" di avere dimostrazioni pratiche e tangibili come se tutto fosse apertamente e semplicemente dimostrabile.
Tra l'altro questo fa pensare che anche se dovessero assistere ad eventuali prodigi, in mancanza assoluta di fede, rimarrebbero sempre scettici andando ad esaminare eventuali "trucchi"
Da ricordare la pagina del Vangelo di Giovanni 20-26 ch poterebbe sare una risposta a questo "scetticismo":
26 Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 27 Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». 28 Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29 Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
Secondo punto:
Gio Gian scrive:
N.B.: non appartengo ad una chiesa.
Condividendo le osservazioni di Mario:
questa tua affermazione mi sorprende, mi sono bruciato la mano che avrei messo sul fuoco! :risata:
Vedi se tu fossi stato cattolico o ortodosso avrei compreso tutto il tuo discorso, ma dicendomi quanto sopra cade ogni presupposto,
Per dire la verità alla fine anch'io non ci capisco più nulla ed onestamente di "religiosità fluida" non sono un grande intenditore... :sorriso:

Terzo punto passando a Mario sul tema " alla ricerca della verità":
....quando uscii dai tdg mi sono guardato intorno alla ricerca di questa benedetta verità, se i tdg non l'avevano, pensavo, allora la dovrebbe aver avuta qualcun altro, non potevo accettare il discorso che non esisteva una verità oggettiva e allora frequentai gli avventisti, esperienza interessante ma non soddisfò le mie aspettative, poi studiai con i mormoni, ero affascinato dalla loro convinzione, "noi testimoniamo che quello che scrisse Joseph Smith è la verità" e come lo sapete chiesi io? "devi chiederlo allo Spirito, prega incessantemente lo spirito e avrai questa testimonianza dentro di te che questa è la verità" fa un po' ridere detta così, ma ti assicuro che lo sguardo del mormone che me lo stava dicendo mi inquietò alquanto, mai vista una cosa del genere, trasmetteva un qualcosa che non avevo quasi mai sentito prima, dovetti distogliere lo sguardo per non finire ipnotizzato! E te lo sta dicendo un iper razionale!
non era forse convinto di aver trovato la verità? ti assicuro che lo era, eccome se lo era!
.....una cosa del genere mi capitò altre due volte una in predicazione quando ero tdg con un "Brahamiano" (non so se si scrive così), aveva lo stesso sguardo e mi chiese di vedere una registrazione dove il suo "profeta" aveva compiuto miracoli e addirittura resurrezioni, e..... una terza volta (togliendo la seconda col mormone) con un prete cattolico che conobbi a Pescara sotto invito di una ex tdg diventata poi cattolica grazie a questo prete, dopo una interminabile conversazione che non mi convinse più di tanto, mi pose le mani sopra la testa recitò qualcosa e con quello sguardo di cui ti ho già parlato chiese a Dio di aprirmi gli occhi e avvertii la stessa sensazione razionalmente inspiegabile di cui ti parlavo prima.
Chi di loro aveva questa benedetta verità? tutti erano convinti di averla trovata, tutti avevano questa testimonianza dentro di loro ma ognuno credeva in cose diverse dall'altro.
il "sapere di essere vero" non serve a nulla, sicuramente i discepoli di Cristo e i famosi martiri ne erano convinti, come ognuno di questi che ti ho raccontato e migliaia di altri lo sono, probabilmente lo sei anche tu da come scrivi, ma come già detto le convinzioni personali servono per quello che sono.
Mario, perdonami ma per la ricerca di questa benedetta "verita" hai fatto alla fine il giro delle sette chiese e ti mancavano allora i buddisti e l'induismo per completare la "passeggiata" lasciando da parte l'islamismo...che parla anche lui di Gesù e della Madonna... :sorriso:

Onestamente per me sei un piccolo mistero per il semplice fatto che ti dichiari "agnostico" ma hai studiato approfonditamente lo Spirito Santo con competenze notevoli sul cattolicesimo senza poi alla fine considerarlo.
Lasciando perdere i tdG per ovvie ragioni, quello che posso dirti che per puro divertimento mi sono studiato tutta la storia dei mormoni e letto anche tutto il libro di Mormon.
Posso capire il tuo avvicinamento agli avventisti ed a "Brahamiano" ma dato che ti reputo una persona intelligente e come hai detto, "iper razionale", mi sono meravigliato molto che abbia dato seguito ai mormoni dove non è difficile capire le numerose "fesserie" contenute nel loro chiamiamolo "credo"...
Alcuni esempi ?.
-Joseph Smith che trova "casualmente" un libro su lastre d'oro pesante alcuni chili scritto in "egiziano riformato". il profeta Moroni, nel 421 d.C. lo nascose, affinché nessuno indegno lo trovasse.
-Joseph Smith lo traduce tramite una "pietra magica" direttamente dall'inglese moderno
- Il libro di Mormon parla della venuta di Gesù Cristo in America
- Il libro di Mormon parla della storia del popolo ebraico dei lefiti che nel 600 a.C, circa parte da Israele passa l'oceano Pacifico e dopo essere sbarcato presumibilmente il California sia fa altri 10.000 km a piedi per insediarsi dall'altra parte degli USA
- Nessun coccio o mattone è stato trovato in America della loro presenza.
- Non per ultima la storia dell'oleastro, scritta nel 1850 circa, datata più o meno 400 anni a,C e ripresa pari pari dalla lettera ai Romani 11,17-24.....
e mi fermo qui, per pietà cristiana....

Caro Mario, la verità non si trova andando in giro a destra e sinistra ma la si trova per fede dentro di noi. Punto.
Le tue sicurezze non le puoi trovare fuori ma da una personale convinzione che certi principi, nel mio caso trovati nel Vangelo, alla fine ti fanno stare estremamente sereno di fronte alla vita ed al tuo "futuro"...

Il sottoscritto in particolare nella sua vita ha fatto ritengo abbastanza da ritenermi oggi a 81 anni decisamente sereno per i risultati acquisiti sia in ambito familiare che lavorativo ed economico nonostante le difficoltà sostenute.

Morale: dovrei essere orgoglioso dei risultati acquisiti ? Se lo dicessi sarei un irriconoscente poichè da un esame approfondito della mia "storia" la fede mi ha sempre assistito e l'aiuto mi è sempre arrivato dal coraggio e dalle favorevoli circostanze trovate. Quindi un grazie anche senza mai voluto un "dos ute des"...
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da Mario70 »

Vieri ha scritto: 10/01/2024, 13:46 Buon giorno ragazzi!
Mi faccio ancora vivo per trovare un po' di respiro tra di voi dove si parla, si esprimono le proprie esperienze ed opinioni senza atteggiarsi da "professoroni" di greco e di altre discipline letterarie..... :sorriso:

Dalle vostre esposizioni ho trovato delle cose che definisco "interessanti" ed altre direi "nuove" ed andiamo allora per gradi:
Primo punto:
Gio Gian scrive:
La verità ha a che fare con l'evidenza, mentre solo la metafisica che sta dietro la verità ha bisogno di dimostrazioni. Come diceva il noto filosofo, sono coloro che stanno attaccati alle natiche del mondo (i metafisici) che credono che la verità abbia bisogno di dimostrazioni, gli altri invece lo guardano dal lato giusto, preferendo l'evidenza. Mi riferisco, perciò, al fatto che i testimoni del NT parlano di ciò che sanno essere vero, non di ciò che loro credono vero, o di ciò che vogliono far credere vero ad altri.
Bellissimo pensiero che mette in evidenza lo scetticismo degli atei che non credendo, hanno sempre bisogno per "convincersi" di avere dimostrazioni pratiche e tangibili come se tutto fosse apertamente e semplicemente dimostrabile.
Tra l'altro questo fa pensare che anche se dovessero assistere ad eventuali prodigi, in mancanza assoluta di fede, rimarrebbero sempre scettici andando ad esaminare eventuali "trucchi"
Da ricordare la pagina del Vangelo di Giovanni 20-26 ch poterebbe sare una risposta a questo "scetticismo":
26 Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 27 Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». 28 Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29 Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
Secondo punto:
Gio Gian scrive:
N.B.: non appartengo ad una chiesa.
Condividendo le osservazioni di Mario:
questa tua affermazione mi sorprende, mi sono bruciato la mano che avrei messo sul fuoco! :risata:
Vedi se tu fossi stato cattolico o ortodosso avrei compreso tutto il tuo discorso, ma dicendomi quanto sopra cade ogni presupposto,
Per dire la verità alla fine anch'io non ci capisco più nulla ed onestamente di "religiosità fluida" non sono un grande intenditore... :sorriso:

Terzo punto passando a Mario sul tema " alla ricerca della verità":
....quando uscii dai tdg mi sono guardato intorno alla ricerca di questa benedetta verità, se i tdg non l'avevano, pensavo, allora la dovrebbe aver avuta qualcun altro, non potevo accettare il discorso che non esisteva una verità oggettiva e allora frequentai gli avventisti, esperienza interessante ma non soddisfò le mie aspettative, poi studiai con i mormoni, ero affascinato dalla loro convinzione, "noi testimoniamo che quello che scrisse Joseph Smith è la verità" e come lo sapete chiesi io? "devi chiederlo allo Spirito, prega incessantemente lo spirito e avrai questa testimonianza dentro di te che questa è la verità" fa un po' ridere detta così, ma ti assicuro che lo sguardo del mormone che me lo stava dicendo mi inquietò alquanto, mai vista una cosa del genere, trasmetteva un qualcosa che non avevo quasi mai sentito prima, dovetti distogliere lo sguardo per non finire ipnotizzato! E te lo sta dicendo un iper razionale!
non era forse convinto di aver trovato la verità? ti assicuro che lo era, eccome se lo era!
.....una cosa del genere mi capitò altre due volte una in predicazione quando ero tdg con un "Brahamiano" (non so se si scrive così), aveva lo stesso sguardo e mi chiese di vedere una registrazione dove il suo "profeta" aveva compiuto miracoli e addirittura resurrezioni, e..... una terza volta (togliendo la seconda col mormone) con un prete cattolico che conobbi a Pescara sotto invito di una ex tdg diventata poi cattolica grazie a questo prete, dopo una interminabile conversazione che non mi convinse più di tanto, mi pose le mani sopra la testa recitò qualcosa e con quello sguardo di cui ti ho già parlato chiese a Dio di aprirmi gli occhi e avvertii la stessa sensazione razionalmente inspiegabile di cui ti parlavo prima.
Chi di loro aveva questa benedetta verità? tutti erano convinti di averla trovata, tutti avevano questa testimonianza dentro di loro ma ognuno credeva in cose diverse dall'altro.
il "sapere di essere vero" non serve a nulla, sicuramente i discepoli di Cristo e i famosi martiri ne erano convinti, come ognuno di questi che ti ho raccontato e migliaia di altri lo sono, probabilmente lo sei anche tu da come scrivi, ma come già detto le convinzioni personali servono per quello che sono.
Mario, perdonami ma per la ricerca di questa benedetta "verita" hai fatto alla fine il giro delle sette chiese e ti mancavano allora i buddisti e l'induismo per completare la "passeggiata" lasciando da parte l'islamismo...che parla anche lui di Gesù e della Madonna... :sorriso:

Onestamente per me sei un piccolo mistero per il semplice fatto che ti dichiari "agnostico" ma hai studiato approfonditamente lo Spirito Santo con competenze notevoli sul cattolicesimo senza poi alla fine considerarlo.
Lasciando perdere i tdG per ovvie ragioni, quello che posso dirti che per puro divertimento mi sono studiato tutta la storia dei mormoni e letto anche tutto il libro di Mormon.
Posso capire il tuo avvicinamento agli avventisti ed a "Brahamiano" ma dato che ti reputo una persona intelligente e come hai detto, "iper razionale", mi sono meravigliato molto che abbia dato seguito ai mormoni dove non è difficile capire le numerose "fesserie" contenute nel loro chiamiamolo "credo"...
Alcuni esempi ?.
-Joseph Smith che trova "casualmente" un libro su lastre d'oro pesante alcuni chili scritto in "egiziano riformato". il profeta Moroni, nel 421 d.C. lo nascose, affinché nessuno indegno lo trovasse.
-Joseph Smith lo traduce tramite una "pietra magica" direttamente dall'inglese moderno
- Il libro di Mormon parla della venuta di Gesù Cristo in America
- Il libro di Mormon parla della storia del popolo ebraico dei lefiti che nel 600 a.C, circa parte da Israele passa l'oceano Pacifico e dopo essere sbarcato presumibilmente il California sia fa altri 10.000 km a piedi per insediarsi dall'altra parte degli USA
- Nessun coccio o mattone è stato trovato in America della loro presenza.
- Non per ultima la storia dell'oleastro, scritta nel 1850 circa, datata più o meno 400 anni a,C e ripresa pari pari dalla lettera ai Romani 11,17-24.....
e mi fermo qui, per pietà cristiana....

Caro Mario, la verità non si trova andando in giro a destra e sinistra ma la si trova per fede dentro di noi. Punto.
Le tue sicurezze non le puoi trovare fuori ma da una personale convinzione che certi principi, nel mio caso trovati nel Vangelo, alla fine ti fanno stare estremamente sereno di fronte alla vita ed al tuo "futuro"...

Il sottoscritto in particolare nella sua vita ha fatto ritengo abbastanza da ritenermi oggi a 81 anni decisamente sereno per i risultati acquisiti sia in ambito familiare che lavorativo ed economico nonostante le difficoltà sostenute.

Morale: dovrei essere orgoglioso dei risultati acquisiti ? Se lo dicessi sarei un irriconoscente poichè da un esame approfondito della mia "storia" la fede mi ha sempre assistito e l'aiuto mi è sempre arrivato dal coraggio e dalle favorevoli circostanze trovate. Quindi un grazie anche senza mai voluto un "dos ute des"...
Caro Vieri, ho studiato molto altro rispetto alle tre esperienze che ho citato, compreso il cattolicesimo (con un degno maestro) il buddismo, la soka gakai, il confucianesimo, i valdesi, la chiesa di Cristo, la chiesa di Dio universale, gli ortodossi (con un altro degno maestro) ecc...
I tre esempi che ho fatto riguardavano unicamente la convinzione personale di chi crede di "essere nel vero" che "non avrebbero bisogno di dimostrazioni" secondo Gian, di persone così convinte ne ho conosciute tante, credi che non mi fossi letto le contro argomentazioni riguardo i mormoni?
Non parlavo delle loro credenze ma della loro convinzione.
Tu Vieri sei uno di questi, non metto in discussione la tua esperienza come non metto in discussione quella degli altri, tu ti sei lasciato convincere dalla religione con la quale sei nato senza porti troppe domande, sei convinto di essere stato aiutato e sono contento per te, ma a me delle tue convinzioni o di quelle degli altri, frega poco (scusa il francesismo) perché non capisci che se fossi nato in una famiglia di testimoni di Geova ora saresti tale e se fossi nato in India saresti induista e se fossi nato nello Utah saresti mormone, la tua forma mentis ti avrebbe convinto di aver trovato la verità perché sei proprio predisposto ad essere così, ti accontenti (dal mio punto di vista) di poco per convincerti, io non sono affatto così, delle convinzioni altrui o dei presunti aiuti, non mi fido e non ci credo proprio (parlo di oggettività non di soggettività) , perché di persone come voi ne ho conosciute tante e anche io se è per questo ero convinto di essere nella verità quando ero tdg.
Mia madre tdg ha 83 anni e ti posso assicurare che la pensa come te, guai a dirle il contrario o provare a farle capire di aver creduto in una favola (non me lo sognerei mai di farlo) e che ad aiutarla non c'è nessun geova ma una semplice autoconvinzione (che dal punto di vista medico vale quanto una medicina se non di più).
Ognuno di costoro dicevano esattamente quello che dici tu: "la verità si accetta per fede scovando dentro di noi" ma andando ognuno di voi in contraddizione l'uno con l'altro nella vita reale che conclusione vuoi che ne tragga di queste parole?
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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Re: Ancora sull'inno ai filippesi 2

Messaggio da VictorVonDoom »

Vieri ha scritto: 10/01/2024, 13:46 Caro Mario, la verità non si trova andando in giro a destra e sinistra ma la si trova per fede dentro di noi. Punto.
... che è il modo migliore per prendere delle sonore cantonate.
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"Nessuno dovrebbe sentirsi obbligato a seguire una forma di adorazione che considera inaccettabile o a scegliere fra le proprie credenze e la propria famiglia." (g 07/09 p.29)
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